Ho terminato la lettura di questo libro
il
cui titolo, come spiegato dall'autore è un po' ad alto impatto. In
realtà non è un testo che rimpiange i bei tempi passati, ma un testo che
ci rende utilizzatori consapevoli.
Un po' di storia e
di anatomia dell'oggetto, fatte in modo molto chiaro, penso leggibile
anche da un non-addetto ai lavori. Penso, perchè io un po' addetto ai
lavori lo sono: ricordo gli slot liberi sui PC tower e le schede PlugAndPlay, i driver, buntu... cosa impensabile sugli smartphone....
🤔 Elenca poi vari problemi che quest'oggetto ci porta insieme alla sua comodità. Suggerisce anche delle soluzioni.
Infatti, come spiega spesso anche Paolo Benanti, la tecnologia è un prodotto umano, quindi oggetto di scelte, fatte in base a certi obiettivi.
Lascio al lettore il piacere di scoprire i problemi e soluzioni.
Questo libro dovrebbe essere letto da chiunque operi nel settore scolastico, vista la pervasività dell'oggetto in questione.
Dovrebbero
leggerlo i politici e dirigenti del pubblico impiego per permettere
strade alternative all'uso dello smartphone: non ha proprio senso che la PubblicaAmministrazione dipenda di un oggetto prodotto da un duopolio straniero.
🤦♂️
Sulla pervasività tra i giovani: ora da vecchietto che fa volontariato,
aiuto dei ragazzini delle medie inferiori a fare i compiti di
matematica presso un doposcuola parrocchiale. Una volta la settimana e
“a gratis”. Ebbene, i ragazzi non si segnano neanche i compiti sul
diario, guardano lo smartphone.
Ho provato a raccontare
l'episodio narrato da un ricercatore la sera della presentazione del
libro. Questo Nerd, nel cuore della notte, nel cuore dell'inverno, in
Trentino doveva andare in un albergo con check-in elettronico. Il codice
era sullo smartphone. Peccato che in quel momento, a fine giornata e
col freddo, lo smartphone fosse scarico! Fortunatamente non ha passato la notte all'addiaccio perché si era segnato
il codice anche su un biglietto!
Mi ha sconvolto l'obiezione di una ragazzina:
“Avrebbe dovuto avere delle power bank!”
Pazzesco come il mercato inviti ad esporci a fragilità e alternative fragili per creare dipendenze continue!