lunedì 19 giugno 2023

Anche lo Yoga non è più quello di una volta

 

Ho lasciato perdere, con molto dispiacere, un corso di yoga che mi ha veramente deluso.

Avevo iniziato a praticare yoga, se ben ricordo, nel 1979 e allora mia aveva entusiasmato. Poi avevo smesso e ripreso ad intervalli di anni. L'ultimo impatto è stato assolutamente sgradevole.

Innanzitutto lo yoga mi aveva colpito per la sua essenzialità, bastava un piccolo spazio ed essere vestiti comodi: ora ci sono i mattoncini, le cinghie... boh? Andaiamo con ordine.

Avevo iniziato yoga presso l'associazione Italo-indiana. I corsi erano tenuti da indiani. Per me voleva dire scoprire un altro mondo e un altro modo di guardare alla realtà. Un modo fuori dagli schemi meccanicistici dell'occidente. Soprattutto era un modo diverso di guardare a quella macchina inefficiente che era il mio corpo: non sufficientemente alta, non sufficientemente veloce, non sufficientemente forte... con lo yoga il mio corpo non era più una macchina ma è parte di me! Una scoperta fantastica! Già da ragazzino, non so per quale motivo, ero stato visitato dal dott. Marcel Hutter. Non che i genitori mi avessero portato volutamente da lui, forse sostituiva qualcuno o rilasciava qualche certificato, infatti non lo vidi più. Il dottore mi disse di non dar troppo peso a quanto dicono di me i genitori, sulla mia inadeguatezza ai loro schemi, di fregarmene. Fu un' illuminazione, la caduta di un peso! Ma fu solo la pars destruens. Lo yoga mi aveva aiutato ad accettarmi, a ringraziare Dio di avermi creato: così. Tutto sommato belloccio.

Non voluti casi della vita, mi hanno costretto a smettere.  Ho poi ripreso lo Yoga molti anni dopo, ma dopo un po' di anni ho smesso perché l'insegnate era troppo attratto dalle varie correnti new age. Era molto bravo come insegnante di yoga, ma guadagnava di più con corsi di rei-ki e altre ciarlatanerie. Nei primi tempi i suoi momenti di yoga erano veramente belli, ma poi scivolava sempre più in digressioni da “rubrica della psicologa” del settimanale di ricette culinarie.

Nella scuola dove insegnava mia moglie si tenevano corsi di Yoga per insegnanti stressati, ma aperti anche ai famigliari. Mi aggregai. Ebbi un'impressione buona, ma il covid pose fine al breve periodo.

Recentemente nuovo corso da un'altra parte e grande delusione. Yoga dei mattoncini. Yoga performante. Ma quello che maggiormente mi lascia perplesso nel nuovo yoga è che mira all'esatto contrario:

Che io sappia Yoga ha la stessa etimologia sanscrita dell'italiano (l'attuale latino) “giogo” cioè unione. Invece nell'ultimo corso veniva proposto di rimanere concentrati su proprio respiro di non pensare a cosa dovrò fare dopo ecc... cioè “staccarmi”. Invece anche i miei pensieri, le mie preoccupazioni, la mia rabbia e la mia contentezza il mio affetto sono tutto parte di me. Non voglio perdere nulla, ma come nel primo yoga, quello degli indiani, valorizzare tutto. E poi perchè staccare? Così l'io-macchina recupererà energie per migliori performance: Blah!

 

 

 

 

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