In questo periodo si parla molto di fake news.
Dal mio punto di vista il problema non è nella notiazia falsa in se, ma è nella capacità delle persone a filtrare, interpretare e gestire le notizie.
Ero bambino. Ricordo che gli adulti leggevano il quotidiano più diffuso a Torino (La Stampa) e lo chiamavano La Busiarda. Questo indipendentemete dall'ideolgia di riferimento. Evidentemente filtravano ed interpretavano.
Ero poco più che bambino. La mia lettura preferita fu "Il Barone di Munchausen" di Raspe, ovviamente nell'edizione "per ragazzi". Ovviamente non credevo che sparando ad un cervo con dei noccioli di cigliegia, le corna avrebbero prodotto foglie e frutti... e non credevo in nessuna altra delle sue improbabili avventure, ma appunto leggevo queste cose in un contesto in cui era chiaro che si trattava di fantasia, anche se l'io narrante intercalava ricordando che quello che raccontava erano cose che a lui erano veramente accadute.
Primo anno di liceo scientifico. Il nostro prof di religione (che era anche un prof di scienze) don Marco Bonardello, nella prima o in una delle prime lezioni, per parlare della ragionevolezza della fede, disse: "Sapete cos'è un mango?" era il 1970, non c'era la globalizzazione attuale. Quasi nessuno lo sapeva.
"Il mango è un frutto tropicale, buonissimo ma facilmente deperibile, per questo non viene importato (ribadisco 1970!) Ecco se uno di voi mi dicesse "Ieri ho mangiato un mango" non gli crederei, ma se sapessi che ha una sorella maggiore che fa la hostess o comunque qualcuno di prossimo a lui che lavora in una compagnia aerea che fa voli internazionali, potrei pensare che non sta raccontando una frottola. Il giudizio di verità dipende dagli indizi che uno ha riguardo al testimone...." e da qui passò alla ragionevolezza della fede cristiana legandola alla testimonianza della Chiesa
In effetti il Fact checking dell'aereopago di Atene, classificò la "buona notizia" (Evangelo) come una fake news. Sono stati gli indizi che hanno dato i testimoni nel corso degli anni, a renderla credibile.
Ma siamo capaci di cogliere gli indizi?
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