sabato 1 luglio 2023

Quello che mi resta (di 10 Euro)

 

Ribadisco che il lavoro povero sia un problema grave. É positivo che ci siano forze politiche se ne rendano conto e vogliano ovviare alla situazione. Come ho già scritto qui, ho forti perplessità che la soluzione sia quella di “agire sugli output” e non sulla catena di cause.

Ora però vorrei aggiungere un elemento. Il problema non è tanto quanto “incasso” ma cosa posso fare con quello che incasso.

È ben diverso se, avendo necessità di una radiografia, posso ottenerla pagando solo il ticket al SSN oppure, per evitare attese improponibili devo “andare privatamente” con prezzi più cari!

Se ho bambini piccoli, quanto mi costa gestire la loro sorveglianza/cura in mia assenza?

Quanto mi costa “raggiungere fisicamente” il luogo di lavoro? Ricordo che nel 1999 si parlava di Mobility Management. Che se ne è fatto?

Quanto mi costa abitare in luoghi comodi al lavoro?

Su quest'ultimo tema vorrei citare un fatto personale: disoccupato cinquantanovenne, troppo giovane per la pensione e troppo vecchio per i recruiter, trovai un posto interessante ma a più di 500km da dove vivevo. Se fossi stato un ragazzo che voleva andar via di casa, sarebbe stato ottimo! Ma sposato con una moglie con un lavoro a presso Torino e casa a Torino, avrei dovuto pagarmi una ulteriore residenza in quella città: lo stipendio propostomi non diventava più competitivo.

Sempre su questo tema cito un fatto che mi ha lasciato perplesso sull'intelligenza delle persone. L'imprenditore di un notissimo locale di Venezia si lamentava su un noto giornale italiano, di non trovare personale ed incolpava il “reddito di cittadinanza”. A parte il buon senso che per lavorare in un locale simile occorre almeno una buona conoscenza dell'inglese ed altri skill, non certo da percettori RdC. A parte altre sciocchezze non fermate da chi intervistava, lo sanno anche i cani che Venezia è un “case study” di città spopolata di residenti per “colpa” del turismo, di AirBnb e anche nei dintorni non è facile trovare casa! A Torino esiste un piccolo quartiere detto “Villaggio Leumann” fatto costruire dall'imprenditore Napoleone Leumann per coloro che lavoravano nella sua azienda. Girando poi per la città, si trovano alcuni palazzi che la toponomastica popolare chiama “case Fiat”. Se questo signore cercava dipendenti magari poteva, consorziandosi con altri imprenditori, cercare luoghi abitativi.


Comunque bene combattere il lavoro povero, ma occorre

  1. Capire e agire sulle cause del lavoro povero.

  2. È povero se il contesto lo rende povero.

     

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