lunedì 29 ottobre 2012

Decrescita felice o crescita delle motivazioni intrinseche?

Cerco di fare una sintesi di due miei post precedenti.
Parto con la citazione di un personaggio che non ho messo nel mio pantheon, perchè è ancora vivo e non lo conosco bene, ma per molte cose mi sento in sintonia, soprattutto estetica, con lui: Josè Alberto Mujica, presidente dell'Uruguay. Costui oltre essere bruttino di natura, ha uno stile di vita molto dimesso, non certo da capo di stato. E' considerato il presidente più povero del mondo, ma lui dice:

Yo no soy pobre, pobres son los que creen que yo soy pobre.Tengo pocas cosas, es cierto, las mínimas, pero sólo para poder ser rico. Quiero tener tiempo para dedicarlo a las cosas que me motivan.

Quindi un esempio di “baratto” ben riuscito, nell'ottica di quanto sostenevo in quest'altro intervento.

Un piccolo problema teologico. Nel Vangelo (Matteo 19, 24) Gesù dice “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli”. La cosa sconvolgente è che i discepoli, che notoriamente non erano dei nababbi, ma gente che viveva del proprio lavoro, rimangono “costernati e dicono «Chi si potrà dunque salvare?». E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». -
Siccome non credo al “vangelo” come un testo sacro o escatologico, ma Cristo è capace di provocare la realta quotidiana, mi colpisce questo “spaventarsi” dei discepoli: avevano forse in mente la “ricchezza motivazionale”? Quindi  anche la ricchezza motivazionale potrebbe essere di ostacolo ad una piena realizzazione di sé (metafora un po' più laica ma coincidente con “regno dei cieli”). ? 

Per intanto ritengo un buon passo avanti se si passasse dalla crescita consumista dovuta ad un lavoro alienato che trova solo motivazioni estrinseche (consumo) ad un lavoro che da motivazioni intrinseche e non necessita il consumismo come motivazione.
Questo episodio del Vangelo ricorda che neppure questo passaggio basta... ci vuole ancora un salto in più. Allora “adelante, Don Pepe!”


sabato 13 ottobre 2012

Il mio pantheon laico (e virtuale)

Non ho molto tempo in questo periodo e quindi non riesco a fare un post molto "ragionato" e documentato.
Quindi faccio un post un po' estemporaneo: il mio pantheon, cioè un elenco di personaggi che in qualche modo mi affascinano.
Ovviamente, data la mia cultura cattolica e piemontese doc, al primo posto ci sarebbe don Bosco, che fin da piccolo, e anche nei momenti in cui mi sono sentito più lontano dalla tradizione cattolica, l'ho sempre considerato un "tipo tosto". Poi don Giussani e Giovanni Paolo II, ma lascierei perdere le persone che in qualche modo hanno contribuito a farmi conoscere il cristianesimo, per evitare un discorso complicato e ... per scherzare con i fanti lasciando stare i santi....
Pantheon laico:
Al primo posto ci metto, come si è gia potuto intuire in questo blog Vaclav Havel, un uomo colto, mitteleuropeo, affascinante ma nello stesso tempo semplice e alla mano. Un uomo che ha saputo rischiare personalmente per la verità e la libertà.
Un altro personaggio che mi ha sempre affascinato era Alexander Langer. Anche lui una persona sensibile, intelligente capace di buttarsi di pesona, con una visione della politica di cui oggi sentiamo la mancanza. A volte penso i suoi ultimi momenti... credo nella misericordia di Dio.
Al terzo posto metto Bulat Okudzhava, un cantautore russo un De Andrè e che però ricorda in certe canzoni il nostro Sergio Endrigo. Uno che ebbe una vita molto difficile: figlio di dirigenti del partito comunista caduti in disgrazia ai tempi di Stalin. Faceva canzoni molto "intime" ed aveva un discreto successo, anche se sempre "border-line" rispetto al regime. Non era un dissidente, ma "evocava" le componenti "ufficialmente rimosse" della psiche umana: la nostalgia, il rimpianto per le occasioni mancate, la paura... evocava "l'umano" ed questo fa sempre insospettire il potere. Col regime andava con i piedi di piombo. Diceva che la sua musa era Ironia.
Vi sono due personaggi nei cui panni mi piacerebbe essere stato. Anche se "lucidamente" considero la loro azione se non eticamente riprovevole,  almento lontana dalla mia scala di valori, ma mi sarebbe piaciuto essere al posto loro:
Lorenzo il Magnifico e l'assessore Giorgio Balmas.
Mi piacerebbe tantissimo "comandare de facto" senza mai "comandare de iure": sono altri quelli che decidono, ma decidono sempre quello che voglio io, come di fatto fu per Lorenzo il Magnifico.
Invece per l'assessore Balmas, ritengo che sarebbe fantastico, come riuscì a fare lui, poter fare il mecenate con il denaro altrui! Lucidamente ritengo la politica della giunta Novelli una schifezza, uno spreco di denaro pubblico, una miopia destinata alla carriera di Novelli all'interno del PCI (carriera che di fatto non fece). Ma soldi buttati per soldi buttati, la competenza musicale di Balmas era notevole ed i sui gusti musicali ottimi.

Pantheon virtuale
Tra tutti i romanzi letti, quale personaggio ho amato di più?  Il Capitan Grekov, difensore del 6/1 nell'assedio di Stalingrado, nel romanzo Vita e Destino.
Tra tutti i film visti che personaggio avrei voluto essere ? Victor, il simpatico zingaro falsario ricettatore e virtuoso del violino nel film Il concerto di Radu Mihăileanu