domenica 22 maggio 2022

N.O.T.A.V - la caduta di Fetonte

 Come annunciato nei post precedenti, ho rinuciato alla stesura di un mio e-book. Ma il brano che descrive il mito di Fetonte, in modo non proprio ortodosso, voglio riportarlo

Fate luogo” 

Fate luogo voi, la diritta è mia”

Co’ vostri pari, è sempre mia !”

Uffa, qui intorno ci sono tante meravigliose valli dove puoi comprarti unamucca e lì decrescere felicemente. Ma lascia vivere noi !

Tu, dici mucca per alludere alle mie origini? Ebbene sì, caro Fetonte, mia madre fu tramutata in giovenca dall'irata gelosia della dea Hera, poiché della bellezza di mia madre si era invaghito Zeus, padre degli dei e mio padre! Io, Epafo, sono figlio di Zeus. Io, gentil per schiatta torno e tu sei un vile meccanico!

Fetonte rimase ferito dalle parole di Epafo. Pianse in grembo alla madre Climene “Madre, rivelami la mia ascendenza, non celarmi il nome di mio padre!” Grande fu la gioia quando la figlia dell'Oceano, sua madre, gli rese noto cha anch'egli aveva origine divina da parte di paterna. Climene gli narrò che era stato concepito da Helios dio del sole, non dal re Merope, suo padre solamente adottivo.

Allietato dalla notizia di non essere un semplice figlio di re, vile meccanico, ma di avere ben più nobile origine, Fetonte andò alla dimora paterna, ove Helios lo accolse festosamente. Oh improvvida divinità solare, Helios! 

 Helios, perché rovinasti la gioia di aver ritrovato un figlio, con la folle proposta di fargli un regalo? Avresti dovuto fargli un dono che tu, nella tua esperienza, potevi pensare adatto a lui, non certo lasciare al figliolo la possibilità di scegliere: Fetonte scelse male. 

Boia fauss! con tutto quello che avresti potuto chiedermi, proprio questo ti è saltato in mente di voler avere in dono? Puoi ancora cambiare idea! Ti consiglio di scegliere qualcos'altro?”

No, padre Helios. Non pensavi mica che io ti avrei chiesto di regalarmi una mucca o una pecora per andare in una vallata del Piemonte a decrescere felicemente?”

Ma non ti piacerebbe una 500 Abarth, sai di quelle con il cofano che non si chiude e rimane bloccato giù da due ganci di gomma e che fa un rumore inconfondibile. Oppure ti prendo una 124 Coupè. Con quella si carica... sai quante ninfe...

No, voglio proprio qualcosa che sia farina del mio sacco...

Ma quello che chiedi è assurdo. Pensa: anche Zeus, che insomma, per certe cose è proprio un barbìs, anche Zeus non riesce a guidarlo. Solo io sono l'unico che sa farlo e tutte le volte sono sette camicie, neh, sudo sette camicie tutte le volte che guido il carro del Sole. Come puoi tu, così inesperto pensare di guidare quei quattro cavalli focosi e anarchici in un percorso così difficile e pieno di insidie?”

Ma non ci fu verso di convincere Fetonte. Egli era dotato di leadership assertiva, focalizzato sul raggiungimento dei risultati, orientato al problem solving, con la sua capacità decisionale raggiunse l'obiettivo pianificato: condurre il carro solare in autonomia.

I cavalli si accorsero che la mano che reggeva le briglie aveva un tocco diverso.

E' cambiato lo staff manageriale” disse Flegone il più sindacalizzato dei quattro

... sarà cambiato anche l'asset proprietario?” insinuò Eoò, un altro cavallo.

Basta solo che non ci facciano cambiare percorso... abbiamo sempre fatto così, neh!”

A l'è sempre fasse parej!” nitrirono in coro tutti i cavalli.

No!” disse Fetonte “la vision attuale del management si concentra su un main focus: 'innovazione', che si configura come un 'how-to' per il conseguimento di un target ancor più ambizioso e sfidante. La nostra misssion è: la riduzione dei costi”

I cavalli sbuffando rassegnati presero a correre per le vie nuove che l'improvvido Fetonte imponeva loro. Oh Costellazione del Cigno che ti meravigliasti a vedere il carro solare compiere un giro insulso! E tu, Costellazione dello Scorpione, finalmente potesti realizzare il tuo gramo sogno di dare un colpo al carro con la tua malefica coda! Voi Gemelli che nel timore di quello che vedevate vi stringeste ancor di più nel fraterno abbraccio! E la Terra? La Terra, dove prima si udivano voci e splendevano i colori e in questa pianura, fin dove si perde, crescevano gli alberi e tutto era verde; dove cadeva la pioggia, segnavano i soli il ritmo dell' uomo e delle stagioni, al passare del carro la polvere rossa si alzava lontano e il sole brillava di luce non vera, e tutto d'intorno non c'era nessuno: solo il tetro contorno di torri di fumo. La Terra implorò aiuto: per l'orazione della Terra devota fu Giove arcanamente giusto.

Il padre degli dei, che non aveva mai osato condurre il carro, scagliò un fulmine e Fetonte cadde nel fiume Eridano presso la sua foce; i cavalli, ormai liberi, come un self-organized ScrumTeam, si rimisero nel percorso abituale che conclusero quasi normalmente. Quasi, perché il carro colpito dal fulmine prese oltre al suo guidatore anche una ruota. Helios rimediò il guasto già per il giro del giorno venturo, ma la ruota che fine aveva fatto?

La ruota aveva continuato a girare, ovviamente. Girando aveva percorso a ritroso l'Eridano dalla foce verso la sorgente. Verso la sorgente, non fino alla sorgente. Girando aveva lanciato i raggi della sua luce a mezzogiorno del fiume. La luce era fermata dei rilievi orografici che incontrava: non oltrepassò né il Monte di Gabicce, in realtà una piccola collinetta, né qualsiasi altro rilievo della catena appenninica. Quello che pioveva dalla ruota del carro solare non era semplice luce, ma “Gnosis Recepita Ab Antiqua Luce” (G.r.a.a.l.) Fecondò quelle terre tra gli Appennini e l'Eridano e rese i popoli emiliano-romagnoli superiori a qualsiasi altro popolo della terra: superiori nel genio musicale e poetico, nell'industriosità, nella cucina, nell'intelligenza e financo, ma soprattutto, superiori nel sesso.

 

venerdì 20 maggio 2022

N.O.T.A.V. La trama

 

In un precedente post avevo accennato di aver abbandonato l'idea di scrivere un e-book, ma ne avevo pubblicato la postfazione.

Ora ne descrivo brevemente la trama

Sarebbe stato strutturato, fino quasi verso la fine, in una serie di “strisce” che ogni tanto emergono come tormentoni

I due “addetti” che con furgone, attrezzi, tenuta antinfortunistica, non si capisce bene cosa facciano presso i tombini. Le ultime battute sono le loro. “il più anziano, il piemontese dice “Nicola, a l'è tut a post?” e il meridionale risponde “Si, Bart!”

Una ragazza russa, che parla consultando un vocabolario, dirotta un furgone della spazzatura per essere portata in un luogo chiamato Camporella. Notare che la raccolta differenziata era gestita da uno spin-off dell'AMIAT : Azienda Metropolitana Ecologia – Raccolta Differenziata Automatizzata - sigla sul furgone A.M.E.R.D.A. L'episodio della giovane donna russa aveva anche un lato autobiografico, che la recente triste situazione dal quelle parti mi ha fatto passare la voglia di pubblicare.

Un dialogo tra “occulti” sul tema della ricerca di quella pietra misteriosa dotata di poteri sublimi. Deve essere accaduto anticamente qualcosa lungo il Po, che il mito identifica nella caduta di Fetonte, per cui si trova sepolta “da quelle parti” una pietra, che sarà identificata come “Ruota del carro di Fetonte”. Cita esempi di persone che se ne sono avvantaggiate. Costantino che prima di affrontare gli avamposti di Massenzio e sconfiggerli presso Torino ebbe la visione “In Hoc Signo Vinces”: la croce sul Musinè fu eretta nel 1913 in occasione dei 1600 anni dall'Editto di Milano, promulgato appunto da Costantino. O Maometto, che devoto alla Kaaba di La Mecca, tra i suoi viaggi misteriosi - il più noto è quello narrato nel Kitab al Mirage - venne anche in Piemonte per cogliere la sapienza che lui riusciva ed trarre dalla “pietra sorella di quella di La Mecca”.


Testimonianze di Maometto in Piemonte, oltre al bosco a lui dedicato presso Borgone di Susa – ove si trovano anche ruote di pietra – c'è la testimonianza di Dante. Nella Divina Commedia  Maometto chiede a Dante, che quando sarà tornato in terra, avverta fra Dolcino di fare attenzione alla neve sulle Alpi piemontesi: non avrebbe avuto senso se Maometto non fosse stato in Piemonte! Scomodo anche  Gustavo Rol, il Musinè, Peter Kolosimo, San Michele, il mulini di Clarea – ruote di pietra pure essi – il TAU di Sant'Antonio di Ranverso (in latino non c'è differenza tra U e V!) ed altro....

Un racconto parodiato e goliardico della caduta di Fetonte che vorrei riportare in seguito per intero

Il Signor Pautasso. Pensionato che faceva volontariato presso un centro di ascolto, frequentato spesso da immigrati stranieri. Lui però, di sua iniziativa, organizzava per loro, gite turistiche alla ricerca delle “stranezze di Torino”. Credevo di essere originale ma poi ho visto questo sito...  Comunque Suor Minerva, la responsabile del centro se ne accorge e capisce il suo desiderio di raccontare e allora lo invita ad organizzare per tutti, una gita per vedere “qualcosa di bello”. La scelta cade sulla Sacra di San Michele.

 La Signora Pautasso, moglie del signor Pautasso. Una donna corpulenta, dotata di una voce potente, appassionata di musica, canta anche in un piccolo gruppo folk piemontese. Dopo la visita alla Sacra, il gruppo fa sentire ai nuovi piemontesi, alcune musiche e canti tradizionali. Purtroppo la Signora Pautasso, involontariamente da il segnale dello scontro finale. Intona una canzone che inizia con “L'ero tre fiette ven-o da Lion, ven-o da Lion, traversan la riviera....” ma la ripetizione dei due Lion, con quelle note lì, ai piedi della Sacra, fa scattare l'Armageddon sulla bassa valle. Sveglia i 400.000 ufficiali borbonici rinchiusi nel forte di Fenestrelle che escono dai cunicoli presso Avigliana, i droni che buttano scie chimiche si concentrano da tutta Europa sulla bassa valle... e via di questo passo....

 

 

 

venerdì 6 maggio 2022

N.O.T.A.V. (Novus Ordo Templariorum Antiquum Vindicabit)

 

Circa cinque anni fa, inorgoglito dal successo di Kamasutra per la Terza-Età e non spaventato dell'insuccesso di Il Santo Evangelo meditato da un Bottegaio , iniziai a scrivere un testo che avrei intitolato 

N.O.T.A.V (Novus Ordo Templariorum Antiquum Vindicabit) 

in cui si sarebbe narrato del vero motivo tra chi sostine la necessità di fare il TAV e i suoi oppositori: una lotta tra sette esoteriche! Tra chi vuole trovare la ruota del carro di Fetonte e chi, sapendo già usare la sua forza, vuole tenerla nascosta all'umanità. 

Il fatto stesso che la linea si chiamasse TAV come Tavo o Tavino, il nome familiare di Gustavo Adolfo Rol, celebre sensitivo (o ciarlatano) torinese, che unisse due città magiche, che tagliasse la retta di San Michele, proprio in prossimità del punto centrale, che passasse vicino al Musinè con tutto quello che comporta... e poi solo saltabeccando su internet ho trovato tanti di quei riferimenti... che ad un certo punto ho avuto paura di indovinare qualcosa. Comunque sia quello che sta succedendo in Ucraina mi ha fatto passare la voglia di scherzare ed ho desistito dall'impresa.

Però, per rispondere a tanti interventi sui social, penso sia cosa utile almeno copiare qui quello che ho scritto nella postfazione

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Postfazione

Perché ho scritto codeste corbellerie? Per adeguarmi. Perché quasi tutto quello che ormai da anni, sento dire sul tema TAV, mi sembra una gran fesseria.

Dico subito che mi reputo un NOTAV in giacca e cravatta anche se raramente indosso la cravatta perché d'estate preferisco le polo e d'inverno sulle camicie metto maglioni che nascondendole, rendono inutili le cravatte. Meglio ancora: mi definirei un SI TAV, ma ad una condizione descritta benissimo in un articolo di Ugo Arrigo sul sito dell'Istituto Bruno Leoni nel 2012. 

A quell'articolo, che non riporto ma ne rimando la lettura per chi fosse interessato, si potrebbero fare obiezioni di questo genere: accettando questa logica non si sarebbero fatti ospedali, scuole, fognature, asfaltato strade e via discorrendo nei quartieri poveri. Non sono d'accordo. Certi interventi dello Stato, cioè fatti con i soldi della tassazione progressiva, sono una forma di ridistribuzione per smussare le disuguaglianze sociali: sono interventi di cui ne possono beneficiare 

  • 1) con certezza
  • 2) una grande percentuale della popolazione.

 Invece gli interventi cui

  •  2) pochi ne beneficeranno direttamente 
  • 1) non è chiaro con che probabilità ci saranno ricadute positive per tutti,

OK! Si facciano pure, ma il rischio se lo accolli il privato, l'investitore visionario, l'Elon Musk in questione, non la collettività. 

Chi vuole il TAV si chiama fuori dalla logica della democrazia occidentale che vede l'alternanza dialettica tra socialdemocrazia - spendere soldi sì, ma per alzare il livello minimo del benessere dei ceti inferiori attraverso il welfare - e il liberalismo - lo stato deve spendere il meno possibile per lasciare all'investitore privato che sa fare generalmente meglio i calcolo costi/benefici e comunque se sbaglia sono affari suoi.

Anche il mondo NOTAV a volte mi lascia perplesso, perché invece di porsi come razionali ragionieri del denaro pubblico; invece di ostentare una visione proiettata verso un futuro digitale e biomolecolare non più lamiera e ciminiera, si presentano come un mix di barotti retrogradi, fricchettoni da centri sociali e vetero-marxisti. 

Tutto il rispetto per questa categoria di persone, ma non sono certo quelle che possono attirare intorno a loro un'aggregazione positiva di tutti quelli che preferirebbero, come me, che le loro tasse servano a fornire servizi certi a tutti (socialdemocratici) o a chi al limite preferirebbe meno tasse (liberali).

 Fui molto colpito quando Nicoletta Dosio fu arrestata. Rimasi ammirato dal coraggio di quella donna non più giovane e le scrissi anche una lettera in carcere per dirle questo. Ma certi suoi discorsi vetero-marxisti non riescono a scaldare i cuori se non ad una piccola percentuale della popolazione.

Il TAV sarà una iattura per le generazioni future, perché fatto a debito che loro dovranno pagare, dovranno fare manutenzione e dovranno fare correre i treni “sottocosto” se vorranno che qualcuno lo usi.

Ma che ci vuoi fare? Da quando Helmuth Karl Bernhard von Moltke usò le  ferrovie per spostare le truppe e sconfiggere i nemici, nessun politico osa mettere in dubbio la sacralità dei binari: oggi, che la guerra non va più di moda, si dice che il treno è più ecologico. Quindi le mie corbellerie sono in buona compagnia.