Non ho trovato su goodreads.com il modo per recensire una delle mie letture estive. Sono costretto a farlo sul mio blog. Devo dividerlo in due parti.
Quando c'era la cortina di ferro
Il libro è una raccolta di testimonianze relative agli incontri che a partire dalla seconda metà degli anni 60, alcuni giovani - poco più che ventenni che avevano scoperto il fascino del cristianesimo seguendo don Giussani - avevano fatto con delle altre realtà cattoliche nell'Europa centrale e orientale, allora sotto la “cortina di ferro”
Le testimonianze sono di diversi
autori; si svolgono in un arco temporale molto lungo, poco più di vent'anni;
trattano di diversi paesi, tutti accomunati dal fatto di essere sotto il“regime
comunista”.
Alcune cose mi hanno colpito:
- L'atteggiamento dei partecipanti. Andavano per “incontrare e fare compagnia” a questi altri cristiani. Pur conoscendo personalità veramente eccezionali, nessuna idealizzazione e nemmeno, negli anni successivi in cui molti dei narratori sono appartenenti al movimento Comunione e Liberazione, nessun “proselitismo” o “colonizzazione religiosa”.
I racconti di certi viaggi un po' assurdi ed avventurosi, risolti grazie alla gentilezza ospitale di qualcuno incontrato a vlte per caso. Situazioni simili sono capitate anche a me, sebbene andassi per lavoro in URSS.
La Jugoslavia, che fu meta soprattutto dei primi periodi, sebbene non appartenesse al “Patto di Varsavia” e si tenesse a debita distanza dall'URSS, era comunque un regime parecchio autoritario.
La Polonia. Ai polacchi ultimamente non fregava nulla del discorso ideologico “comunismo o anti-comunismo”: si sentivano “colonizzati” dai russi. Molti di coloro che raccontano, sapevano un po' di russo e sapevano che nel curriculum scolastico dei polacchi rientrava il russo. Pensavano di usare quesa conoscenza. Invece guai a loro tentare di comunicare in russo con i polacchi: spesso si offendevano o comunque preferivano usare altre lingue.
La Cecoslovacchia. Taglio i brani sull'invasione. Mi hanno fatto un'impressione incredibile, soprattutto le descrizioni Praga: un posto bellissimo, abitato da gente colta, in un clima di vita incredibilmente difficile.
La Polonia, ancora: la figura di padre Franciszek Blachnicki . Pur essendo sotto un regime ufficialmente ateo, nella società polacca il cattolicesimo aveva un gran seguito ma per lo più formale, senza che il messaggio cristiano dicesse nulla alla vita concreta. Egli si accorse di questo. La sua opera, tra mille difficoltà fu per aiutare la gente, soprattutto i giovani, a vedere nella fede cristiana una via per rispondere alle domande fondamentali. Le sua figura era così popolare e capace di aggregare, che ebbe molte difficoltà causate dal regime. Morì quasi certamente per avvelenamento.
(contina con osservazioni più personali)
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