Per l'Epifania di quest'anno vorrei parlare del cosiddetto effetto Dunning-Kruger.
Ho riportato il grafico che solitamente illustra questo tema, facendo alcune personalizzazioni, ma senza toccare la linea rossa che traccia l'andamento della funzione. Vediamo sull'asse delle ascisse l'effettiva conoscenza di un certo argomento, su quello delle ordinate quanto una certa persona pensa di averne competenza.
Davanti ad un qualsiasi argomento totalmente ignoto, siamo nell'origine degli assi cartesiani. Se uno lo sente appena nominare, è consapevole non conoscerlo. Quando ne approfondisce appena la conoscenza si illude di saperne molto, ma inoltrandosi sempre di più nell'argomento scopre quanto questo sia vasto: diventa consapevole delle proprie lacune e sa che occorre tempo e lavoro per colmarle. Quindi, paradossalmente, chi ne sa solo un pochettino è convinto di padroneggiare l'argomento meglio di chi ne sa molto di più. È una situazione che dovrebbe essere ben nota a quell* che oggi si chiamano “recruiter”, ma non apro polemiche sotto le feste, anche perchè mi interessa parlare d'altro.
Già Socrate pare dicesse “so, perchè
so di non sapere”, ma David Dunning e Justin Kruger fecero degli
studi puntuali, con test sperimentali per avere valutazioni
qualitative e quantitative su questo fenomeno. Per tali studi e la pubblicazione del saggio Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One's Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments nel 2000 furono insigniti del premio satirico Ig Nobel, ma a me pare che questo sia un argomento molto serio.
Torniamo Betlemme. La linea nera che ho aggiunto nel grafico, incrocia la rossa nei punti che rappresentano chi è presente davanti a Gesù Bambino: si trova in basso abbastanza nell'asse delle ordinate.
I Pastori, solitamente considerati una classe modesta e ignorante, hanno un'unica
informazione, l'annuncio degli angeli e vanno dove viene loro indicato. Nel presepe non ci
sono scribi, farisei, sadducei e altri rappresentati della
upper-middle-class di allora, che per aver sentito qualcosa della
Torà e fatto qualche abluzione si credono a posto. Ci sono i magi,
dei saggi che spingendosi nella ricerca del significato dell'esistenza,
diventano consapevoli della finitezza del loro sapere di fronte
all'immensità del Mistero dell'Essere e sono disposti alla fatica di un lungo viaggio
Nessun commento:
Posta un commento