lunedì 30 giugno 2025

Toponomastica animalesca a Torino

Come in quasi tutte le città italiane esiste una via dedicata a Colombo, grande navigatore, e considerandoli come dei grossi manzi, al sommo Manzoni. Il capoluogo dell'Abruzzo ha la sua via che perde l'articolo diventando via Aquila. A Giacomo Leopardi è invece dedicato un parco vicino al Po.

Con tutte le sue luci (?) e le ombre (molte) nella storia di Torino ha avuto molta importanza Giovanni Agnelli, ed un tratto di quella lunga arteria che da via Cernaia alla periferia sud cambiando quattro nomi, è dedicato a lui, ovviamente vicino a Mirafiori, senza incrociare corso Pascoli

Tipica di Torino e via Capriolo, (Luigi)  partigiano che i nazisti uccisero pensando di aver ucciso un altro capo partigiano.

In collina troviamo via Gatti. (dedicata al gestore della ristorazione sul Titanic ed affondato insieme alla nave?)

Via Mosca non è dedicata né alla città russa, né all'ingegnere che ha progettato il ponte sulla Dora Riparia che porta il suo nome, ma ad un giurista di nome Gaetano.

Vi è pure una via dedicata all'illustre sconosciuto Giacinto Gallina.

Molto più centrale è la via dedicata ai Cavalli (Giovanni Carlo, ahimè inventore di armi sempre più potenti!)

Non ho trovato invece nessun luogo dedicato a Pietro Verri, nè ai fratelli Cervi (presente in molti comuni della cintura e provincia) né a Ratti (presente ad Alpignano, Asti ...) , Merlo (presente  a Rivarolo, Pinerolo ecc...) e considerandolo un grosso falco, non ho trovato una toponomastica dedicata a Falcone


mercoledì 18 giugno 2025

Due considerazioni su una pagina

 


Ho ripreso in mano un testo che usai per un esame universitario sostenuto nel 1979 di cui penso averne parlato nei post precedenti. Foto di una pagina.

1) Quando ero ragazzino mi avevano regalato una tavoletta del gioco del 15. Dopo averla risolta varie volte mescolando un po' a caso le tessere della configurazione iniziale, mi venne voglia proprio di passare dalle configurazioni descritte nel testo. Ovviamente passai un pomeriggio di tentativi inutili. Nessun problema: solitamente le mie vacanze erano abbastanza noiose, nelle medie inferiori e al liceo preferivo l'anno scolastico. Ma il fatto di non riuscirci mi metteva quasi ansia.

2) Questa descrizione alla faccia di tutti i genitori, superiori ed educatori, pubblicitari e “motivatori” amerikani che dicono che impegnandosi si può ottenere qualsiasi risultato, se non riesci è colpa tua che non sai fare bene le cose. Alla faccia di tutti i manager che “Non voglio sentire problemi, voglio soluzioni”. Superstizioni! Esistono problemi senza soluzione.

domenica 15 giugno 2025

Hello Dolly!


Ammetto che Dolly Parton non è stata mai in vetta nella classifica delle mie cantanti preferite, anzi non sapevo nemmeno della sua esistenza fino all'agosto del 1984, al mio primo viaggio in America, nella provincia, quando imperversava in varie radio e tv non a pagamento o comunque comprese nel prezzo dell'albergo. Neanche come “bellezza femminile” rispecchiava i miei gusti. Ma grazie Mike Cohn ho scoperto una cosa molto interessante non so se grazie alla sua intelligenza (e mi scuso per averla considerata un'oca!) o almeno ai project manager della sua fondazione filantropica Dollywood. Comunque scegliere dei buoni collaboratori è già una gran cosa!

Per ovviare gli abbandoni scolastici in una certa contea, la fondazione ha promesso 500 dollari ai ragazzi se fossero vere queste due condizioni

  1. devi finire il ciclo di studi

  2. scegli un coetaneo, anche lui dovrà finire il ciclo di studi.

Il tasso di abbandono è sceso drasticamente.

Questo è molto bello perché così non solo uno è stimolato individualmente, ma “traina” anche un'altra persona e ha molte probabilità di essere trainato a sua volta. Un atteggiamento molto costruttivo che supera totalmente tutto il clima di competizione individuale che l'azienda tradizionale metteva tra i dipendenti. Siamo una rete sulla stessa barca!

A questo punto sentiamo una versione di una canzone di Neil Young cantata delle tre signore del “country” tra cui la nostra Dolly Parton. Canzone bellissima, voci notevoli, ma come signore anziano se devo inchinarmi alla bellezza femminile di una signora anziana, lo faccio a Emmylou Harris!!!

 


 

venerdì 13 giugno 2025

Sic Transit Gloria Computātōriōrum – 5 puntata

 

Questa citazione tratta da "Il crollo di Babele" di Paolo Benanti (testo che consiglio a chiunque!) mi ha fatto tornare alla mente la mia giovinezza. Come i miei più fervidi followers sanno, io non avevo nessuna intenzione di occuparmi di informatica ma sono stato costretto dalle pressioni indecenti della falsa invalida e del tangentista raccomandato da un massone che volevano anche i miei soldi per i loro culti idolatri. Eppure lo studio universitario non è stato spiacevole perchè ho incontrato docenti come Renato De Mori, Piero Torasso, Attilio Giordana ed altri che interpretavano l'approccio con l'informatica in modo "californiano" e rendevano la materia un'avventura affascinante. Il problema fu quando iniziai a lavorare, dove gli ambienti erano di persone "con una forma diversa di disadattamento e disagio" cioè dei "mamma dammi la pappa!" gente che, come pensavano anche i due che mi avevano chiuso ogni altra prospettiva, credeva che l'informatica fosse quello che agli inizi del XX secolo alcuni pensavano osse l'aviazione: un modo per diventare ufficiali senza aver fatto l'accademia. Gente che voleva "farsi valere" e soprattutto guadagnare. Poi verso la metà degli anni '90 con la chiusura dell'Olivetti, i torinesi dovettero ricredersi, ma quella è un'altra storia.
Ovviamente non tutti erano così - ho fatto anche incontri con persone validissime, ne racconto qui, ma per intanto il clima era quello

lunedì 9 giugno 2025

LLM : Claude meno claudicante

 Ho voluto provare le stesse domande cretine ad un altro LLM di cui avevo sentito parlare bene: Claude.

Già la prima videata mi chiedeva subito che tipo di abbonamento/pagamento volevo. Ovviamente le prove si fanno gratis, ma mi ha dato l'impressione di un qualcosa di più professionale. Ancor più serio mi è parso quando mi ha chiesto la tipologia di ambito in cui volevo essere aiutato, per poi scadere di brutto nell'antropomorfismo più becero quando mi ha chiesto come volevo essere chiamato.

Veniamo alle solite domande:

Analogia tra Mike Bongiorno Donald Trump: ottimo. Conduzione di gioco TV, linguaggio “basso”, rivolgersi all'uomo mediocre, per alcuni visto negativamente, per altri come capacità comunicativa. Differenza: Mike Bongiorno si è limitato alla TV senza impegno politico. Deepseek e ChatGPT avevano tentato di elencare in modo incompleto e impreciso i programmi TV di Mike, Claude non ha fornito questi dati non richiesti.

Analogia tra JD Vance e Cagliuso. Anche qui Claude ha riconosciuto il personaggio Cagliuso ed è andata molto sul pesante nel giudizio su JD Vance.

Quante erano le ragazze che venivano da Lyon attraverso la frontiera cogliendo i fiori della primavera. Magicamente ha detto il numero giusto, aggiungendo dati imprecisi.

Invece il Barone tedesco al servizio dei Savoia su cui c'è una canzone popolare


boh... resta sempre un mistero, anche a discolpa di Claude il barone che ipotizza fu, in un certo periodo della sua vita, agli ordini di Eugenio di Savoia, ma sempre al servizio degli Asburgo.

domenica 8 giugno 2025

Soddisfazioni!!

 Non mi ricordo ben in quale contesto motivazionale, avevo sentito dire che occorreva focalizzare bene e saperne fare un buon storytelling di un risultato positivo ottenuto nel passato. Mi sono scervellato per farmi venire in mente qualcosa di positivo e, dopo un grande sforzo di memoria, sono tornato alla mente ai tempi del liceo. In molte materie gli insegnanti prima di prendere in mano il registro e vedere “chi fosse ancora senza voto” chiedevano se ci fosse qualche volontario. Mentre la prof diceva

 “C'è qualcuno che vuole essere interrogato?”

 Io sussurrai al compagno che mi stava davanti

 “Guarda che hai un buco nel maglione proprio sotto l'ascella destra” (era vero!)

 Lui alzò il braccio... Siccome non era il tipo che si fa abitualmente interrogare la prof fu sbalordita

 “TU??? Bene!”

ma io ero piegato dal ridere, Mazzù e Mortara volevano essere interrogati veramente... alla fine l'equivoco fu chiarito e non finì in una rissa ma in una risata. Però mi colpirono alcuni elementi di coincidenza temporale: io di solito non ero in quel banco, veramente aveva il buco nel maglione, lui era “ancora senza voto”...

Una soddisfazione analoga mi è capitata poco tempo fa. Come molti miei follower sapranno, una volta alla settimana vado in un doposcuola parrocchiale, orientato ai ragazzi delle medie con qualche elemento delle superiori. Disposto ad aiutarli in tutto meno disegno e francese (che nonostante ZAZ non lo conosco!) spero sempre di poterli aiutare in matematica o storia. Ma siccome tra gli insegnanti c'è un'anziana signora che fu mia docente (allora giovane docente!) al mio primo anno di università (al suo esame presi 28), ovviamente le do la precedenza se qualcuno vuole essere aiutato in matematica e spesso li aiuto in materie per me meno divertenti.

Ebbene, chiacchierando con la mia ex docente a proposito del Teorema di Pitagora che solitamente si dice In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull'ipotenusa è equivalente all'unione dei quadrati costruiti sui cateti , dissi che questa equivalenza non vale solo per i quadrati, vale anche per qualsiasi poligono regolare o circonferenza o “frattale” regolare. Chiaramente per i “problemi scolastici” serve il quadrato, quindi non si va oltre.

Dimostrato Pitagora (in questo momento la dimostrazione non me la ricordo, ma mi ricordo che si usava un teorema di Euclide, ma si può anche usare la trigonometria a2 = b2 + c2 − 2bccosα  poiché nel triangolo rettangolo cosα = 0)

Vediamo quanto dicevo con un poligono regolare, la cui area è semiperimetro * apotema. Potremmo indicare l'apotema con lato * costante K che dipende dal numero dei lati. Allora, considerando sempre a l'ipotenusa e b e c i cateti

raccogliendo a fattor comune 


 

semplificando torniamo alla formula iniziale a2 = b2 + c2 .


Candidamente la prof ha detto “già, non avevo mai fatto caso!”

Che soddisfazione!!!

domenica 1 giugno 2025

Il Crollo di Babele – Antiqua et nova


 In un lasso piuttosto lungo, perché in questo periodo non ho avuto molto tempo, ho letto, quasi in contemporanea due testi: entrambi trattano di “tecnologie digitali”, sebbene con obiettivi diversi.

Antiqua et nova è un documento del magistero della Chiesa, che pone in evidenza le opportunità ed i rischi a cui l'umanità sta andando incontro.

Il Crollo di Babele è un saggio di padre Paolo Benanti, e il tema di fondo potrebbe essere “dalle grandi opportunità di comunicazione che internet sembrava promettere, si è passati alle fakenews che inquinano la comunicazione, al controllo sulla privacy ed altri potenziali guai che l'autore fa intravedere”. Per presentare risposte, ripercorre la storia dalle origini ai giorni nostri.

Anche se in calce a “Antiqua et nova” c'è la firma di Papa Francesco, preceduta da quella di quattro illustri prelati, qualcosa mi dice che lo zampino di padre Benanti ci sia anche in questo testo.

Io che sono molto vecchio ricordo che quand'ero giovane (anni 70 e 80) c'era un numero di morti per incidenti stradali incredibile. Nel 1972 si superò la quota diecimila, ma quasi sempre si superavano gli ottomila l'anno. Oggi, pur senza riduzioni del traffico e pur essendoci ancora troppi morti, da un po' di anni siamo sotto i quattromila. Obbligo di cinture, poggiatesta, specchietti retrovisori laterali e poi ABS, airbag, progettare le carrozzerie tenendo conto anche degli impatti, obbligo di fanali accesi in autostrada, limiti di velocità, test alcolemico, ... senza contare “line warning” ad altri ADAS. Non si è vietata l'auto, ma si è proceduto per un cammino diverso.

Penso che anche le tecnologie digitali debbano percorre un cammino simile.

Quei due testi li consiglio a chiunque, anche se privo di conoscenze tecnologiche, perchè scritti in modo molto piano. Per chi avesse una base informatica “Il Crollo di Babele” è una lettura ancor più interessante! Per chi avesse una visione più umanistico-filosofica, magari potrebbe ampliare il suo spettro (su nessun manuale di filosofia mi pare si citi Bogdanov, che invece nei fatti...)

Da mettere nello stesso scaffale della libreria in cui ci sono “Contro lo smartphone” e “ Nè intelligente né artificiale” ovviamente per capire, non per demonizzare nè cascare nel tranello di un progressismo acritico e irrazionale.

Una postilla. “Antiqua et nova” è un documento del Magistero della Chiesa, ma fino al punto 115 (in tutto sono 117 punti) potrebbe essere condiviso da qualsiasi credente o agnostico (non ateo perchè come diceva don Bonardello e mi pare anche Vattimo, per credere positivamente nella inesistenza di Dio ci vuole un gran fideismo, nè idolatra, perchè questi adorano le opere delle mani dell'uomo!). Al punto 113 afferma  

Oggi, la vasta estensione della conoscenza è accessibile in modi che avrebbero riempito di meraviglia le generazioni passate; per impedire, tuttavia, che i progressi della scienza rimangano umanamente e spiritualmente sterili, si deve andare oltre la mera accumulazione di dati e adoperarsi per raggiungere una vera sapienza

Ma la via per raggiungere una vera sapienza? Al 115 In un mondo segnato dall’IA, abbiamo bisogno della grazia dello Spirito Santo, il quale «permette di vedere le cose con gli occhi di Dio, di comprendere i nessi, le situazioni, gli avvenimenti e di scoprirne il senso 

mettendomi nei panni di tanti agnostici intelligenti e con una certa onestà intellettuale mi domando cosa possa essere per loro la graiza dello Spirito Santo. Mi è venuta in mente un verso di una canzone di Finardi 

E tu lo chiami Dio
Io non do mai nomi
A cose più grandi di me




 

mercoledì 14 maggio 2025

LLM come una scatola nera.

 Sicuramente gli esperti in intelligenza artificiale, nel leggere il prosieguo del post, mi diranno che sto sbagliando a fare i prompt.

No. Non me ne frega nulla di sapere la risposta alla domanda. La so già. Il mio problema è un altro.

 Ho avuto un'esperienza nello sviluppo degli ADAS (sistemi di ausilio alla guida) in cui acquisivano i dati “tipici” del veicolo (velocità. imbardata. RPM. freni luci marcia...) da rete CAN, dati da telecamere a volte anche a infrarossi, dati dalla cartografia digitalizzata ovviamente con il veicolo posizionato tramite GPS, eventuali radar e altri sensori specifici... e poi dal data fusion si eseguivano certe funzioni specifiche per i vari progetti. Sapevamo gli scenari che dovevano essere gestiti e come avrebbero dovuto essere gestiti. Quindi sapevamo quale avrebbe dovuto essere l'output in un contesto di numerosi ed instabili dati di input. Per la maggior parte delle altre applicazioni informatiche il testing è molto più standardizzato. Si parla di Test DrivenDevelopement. Qui invece era più probabile che di fronte a certe situazioni non bastava avere tanti pezzettini di codice ognuno dei quali funzionante. Ma in ogni caso sapevamo cosa volevamo. Invece nella cosiddetta Intelligenza Artificiale l'utente non sa cosa vuole.

Ecco, io sapevo benissimo cosa volevo ed ecco il risultato del test


 


 


 

 

 

Considerazioni. Come ho già scritto qui e ribadito da un personaggio più autorevoledi me LLM tende a dire sempre qualcosa, indipendentemente dalla verità. Nella sua ricerca, trova aree di argomenti e costruisce con quello che “trova”. Poi ha il brutto vizio di aggiungere ancora informazioni non richieste ma “bonus pack” che evocano l'erlebnis dell'imputato che mentre l'avvocato teneva l'arringa finale urla “Tagli corto avvocato, altrimenti perdiamo la causa!”

Con questo non distruggo l'utilità di applicazioni che "sfogliano" rapidamente grandi quantità di dati, ma ecco che il compito che lo scolaretto si fa fare dall'intelligenza artificiale ha alte probabilità di essere sbagliato

venerdì 2 maggio 2025

5 Maggio

 

Ringrazio #ChatGPT per avermi fornito “a gratis” queste due mie foto di Napoleone. Su questo tema (foto fake) ne parlerò in un prossimo post.

Invece ora parlo della mia identificazione con Napoleone. Ma come? Credersi Napoleone è un luogo comune, quasi una  frusta macchietta da sketch da avanspettacolo, per rappresentare uno che è impazzito.

Specifico meglio. Io mi riconosco in Napoleone in alcuni versi della poesia 5 maggio.

 Ei si nomò: due secoli,
l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s’assise in mezzo a lor

 In effetti ho visto due secoli l'un contro l'altro armato in almeno due circostanze. 

1) Innanzitutto nel rapporto di lavoro. Sebbene non fossi per nulla un nerd, siccome la falsa invalida e il tangentista raccomandato da un massone (per essere generosi nei loro confronti!) avevano sentito dire che gli informatici trovano facilmente lavoro, nella loro insaziabile avidità, per avere “il mio contributo in casa”, mi avevano bloccato le possibilità di altri percorsi più vicini alle mie attitudini e alle mie aspirazioni ed ero finito in una software-house, scoprendo così, negli anni '80, una precarietà di condizioni che nè la precedente generazione nè altri miei coetanei avevano conosciuto e che invece è la prassi per la maggior parte dei giovani attuali. Ovviamente ho capito che i sindacati non stavano cogliendo il cambiamento.


2) Nel modo di lavorare. Intorno al 2010 scoprii l'Agile, e mi accorsi dei limiti della “torinesità” lavorativa, cioè un mondo in cui il paradigma era la catena di montaggio. Dopo aver lavorato per anni in un settore R&D in cui di fatto tendevamo a muoverci secondo alcuni principi agili, mi trovai in un contetesto qualcuno voleva imporre la catena di montaggio e il "comando-controllo" anche allo sviluppo del software. Ovviamente nel piccolo mio contesto aziendale vinse il vecchio secolo, nel mondo dell'informatica per tutto il decennio successivo non si parlava altro che di Agile.

I secoli non si volsero a me sommessi, ma io dentro di me un giudizio su di loro lo avevo.

Come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
[...]
tal su quell’alma il cumulo
delle memorie scese! 

In effetti a volte i ricordi emergono non sollecitati, e mi fanno stare male.

[...]narrar sé stesso imprese,
e sull’eterne pagine
cadde la stanca man! 

Questo invece mi capitò verso il 60 anni quando dovetti scrivere dei CV. Sappiamo che il CV descrive per il 5% te stesso e per il 95% l'azienda in cui hai prestato la tua opera. Veramente spesso mi cadeva la stanca man a pensare quanto poco,e a volte anche male, la cattiva organizzazione aziendale aveva fatto fare ai dipendenti, sprecando tempo ed energie!

[…] ma valida
 venne una man dal cielo
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;

In questi versi manzoniani é spiegato un po' troppo superficialmente quanto è accaduto nella mia vita, ma spiegnano che, in ultima analisi la mia gratitudine superi il mio rancore!

 

 

 

 

 

 

 


 

martedì 22 aprile 2025

Pesci esotici, l'invasione silenziosa - mia penultima lettura


 

Prima di terminare il testo recensito in questo post, avevo letto "Pesci esotici, l'invasione silenziosa". Opuscolo “vinto” risolvendo un rebus. Non avrei mai comprato un libro simile, non essendo un appassionato della biologia ittica. Invece è stata una lettura piacevole.

Mi ha favorevolmente colpito il fatto che la varietà delle specie ittiche siano in numero praticamente uguale in acque marine e nelle acque interne, sebbene le aree occupate dalle acque dolci siano una percentuale irrisoria rispetto a quelle occupate dagli oceani e dai mari. La spiegazione è evoluzionista: le acque dolci sono separate da tante barriere per cui possono crearsi piccoli ambienti, magari simili per caratteristiche termiche e di fondali, ma separate tra loro, per cui le specie viventi possono evolvere in modo diverso.

Bello notare come il mondo reale è un sistema complesso, per cui una piccola modifica ha conseguenze enormi e di cui non tiene conto il superficiale che "ingegneristicamente" la attua magari pensando di fare una cosa sensata: quanti pesci estranei all'ambiente sono stati introdotti da appassionati della pesca per avere prede più prelibate!.

Le cause nefaste dell'introduzione di speci aliene sono varie e lascio al lettore il piacere di scoprile.

Di questa lettura ho apprezzato la precisione terminologica e la ricchezza lessicale che difficilmente si trova in opere “letterarie”. Per esempio non avevo mai sentito prima d'ora la locuzione “attività alieutiche”

giovedì 10 aprile 2025

Il Guazzabuglio del cuore. - Mia ultima lettura

 


Per la seconda volta mi accingo a fare una specie di recensione ad un libro scritto da una persona amica. L'altra recensione è qui.

Oltre la curiosità di leggere quanto Gian Mario Veneziano ha scritto, ero interessato anche per il fatto che qualche anno fa mi ero messo a rileggere “I Promessi Sposi” e a tirarne fuori un mio commento. La differenza sostanziale col mio commento è che rifacendomi a quanto dice Manzoni stesso nel capitolo 27, [...]ma siccome, per un giusto sentimento di noi medesimi, dobbiam supporre che quest’opera non possa esser letta se non da ignoranti, [...] io ho fatto una lettura sostanzialmente da “ignorante” - da un punto di vista letterario - per finire, tra una battuta cretina e aneddoti vari, in una lettura sostanzialmente in linea a quello che Luigi Einaudi diceva del romanzo. Peccato non aver letto Einaudi prima, o forse meglio così, sono stato più “dësgenà”

Per tornare al libro di Veneziano, invece l'autore è tutt'altro che ignorante, perché Manzoni deve averlo spiegato alle scolaresche non so quante volte in tanti anni di insegnamento.

Il libro è composto di tre capitoli, ma il primo, quello dedicato ai Promessi Sposi, occupa all'incirca il 70% del testo. Inoltre torna al romanzo nel terzo capitolo, quanto parla della madre di Cecilia e di padre Felice Casati. Molto interessante l'analisi della storia, molto interessanti ed istruttivi i collegamenti filosofici e quelli relativi alla biografia del Manzoni, che a me mancavano o almeno non mi erano così noti.

Convengo con l'autore a proposito della figura paterna, positiva nel padre simbolico interpretato da padre Cristoforo nei confronti dei due giovani, ma io ci metterei anche Federico Borromeo nei confronti dell'Innominato, anche se per certi versi coetanei; per lo più negativa nei padri carnali, padre di Ludovico, padre di Gertrude e io ho notato un altro personaggio positivo, ma goffo nel ruolo di padre.

Belle le spiegazioni della notte dell'Innominato e di Renzo che perdona don Rodrigo dopo l'incontro con padre Cristoforo. Chissà quante volte le avrà spiegate in classe! Spero che gli allievi fossero attenti. Io, ai tempi dei Promessi Sposi avevo una professoressa che non valeva una cicca.

Nella mia disamina, quelle due scene topiche le ho saltate, ci sono già troppi commenti e spiegazioni a cui non avrei saputo cosa aggiungere, soffermandomi sulle scene successive, cioè l'Innominato ormai buono, diventa manager del progetto “minimizzare i danni della calata dei lanzichenecchi” e per la seconda ho focalizzato l'attenzione su cui purtroppo spesso si sorvola -Veneziano l'ha solo posticipata - perché incuneata tra due scene chiave, cioè quella del discorso di Felice Casati, personaggio storicamente vissuto, come Federico Borromeo.

Condivido abbastanza con l'autore che Manzoni non ha una lettura ideologica con i buoni di qua ed i cattivi di là ed happy end finale, ma le persone hanno la loro complessità e dinamica. (Nel mio sottotitolo parlo anche di Complex Systems tra le pagine del romanzo)

Non condivido però il titolo scelto da Veneziano, a meno del fatto che possa essere esteso a tutti i personaggi manzoniani, in primo luogo Renzo e Lucia, e anche a Manzoni stesso. Perché insieme a donna Prassede e al conte Attilio (personaggio che Veneziano non cita) il padre di Gertrude è uno dei pochi staticamente cattivi. Il suo attimo di affetto nei confronti della figlia mi sembra quello del padrone del cagnolino quando capisce che il cagnolino ha imparato a non pisciare più in casa o gli riporta il bastoncino lanciato, non certo perché ne riconosca il mistero del suo destino di essere umano.

Gli altri capitoli sono dedicati ad altre opere, di cui alcune ho una conoscenza scarsa o nulla, quindi per me novità. Qualcosa da imparare.

L'altra opera che conoscevo di cui Veneziano parla è “Cinque maggio”. Un'opera in cui mi riconosco. Grave dirlo perché pensare di essere Napoleone è un topos abbastanza frusto del pazzo. Ma io mi riconosco solo in due punti. Ne riparlerò in seguito. Su uno però Veneziano offre un'interpretazione mai sentita a scuola.

“Cadde la stanca man” viene interpretato

“Il non saper scrivere le proprie memorie è simbolo dell'incapacità di Napoleone di cogliere il significato ultimo della sua esperienza di uomo e di condottiero...”

Per me invece, quando mi sono trovato quasi sessantenne in cerca di altre occupazioni, nello scrivere il CV a volte mi cadeva la stanca man. Ma di questo ne riparlerò spero entro il 5 maggio.

mercoledì 2 aprile 2025

Altri giochi con LLM

 

In alcuni post precedenti avevo scritto di come mi ero divertito a porre domande bizzarre agli LLM in particolare ChatGPT e poi anche Gemini. (Non riesco a chiamarla intelligenza artificiale, mi ricorda troppo i tempi in cui ero studente di informatica e sentivo la gente parlare di cervello elettronico!)

Qualche giorno fa ho ripetuto il giochetto aggiungendo anche DeepSeek

Due domande un po' strane.

1 Domanda – Trovare l'analogia/affinità tra Donald Trump e Mike Bongiorno.

ChatGPT e DeepSeek hanno subito centrato il punto ricordando che Mike Bongiorno era un conduttore televisivo di giochi tra concorrenti e, seppur non avesse fatto solo questo in vita sua, anche Trump si era cimentato in questa veste. Inoltre hanno aggiunto che entrambi hanno uno stile comunicativo diretto, ma un po' grezzo per cui sono apprezzati da alcuni e mal considerati da altri. Con qualche piccola differenza, prolissità e imprecisione nell'elenco delle trasmissioni di Mike, sostanzialmente promossi entrambi gli LLM. Invece Gemini si è rifiutata di rispondere (Allora non solo la Cina ha degli argomenti tabù!) . Comunque invito i  miei lettori a ripetere questa domanda.

2 Domanda, più difficile: Trovare l'analogia/affinità tra JD Vance e Cagliuso

Incredibilmente sia ChatGPT sia DeepSeek hanno capito che Cagliuso era un personaggio di una novella di Basile, una delle tante versioni di quella fiaba nota come “Il Gatto con gli Stivali”. Interessante la versione di ChatGPT 

DeepSeek dice sostanzialmente le stesse cose, ma in modo più prolisso.
Gemini non capisce che sia Cagliuso, probabilmente pensa sia un sindaco o un assessore di qualche paese dell'Italia medidionale, visto che risponde:

Entrambi sono stati oggetto di critiche da parte di ‰figure politiche e dell'opinione pubblica per le loro dichiarazioni e azioni.
JD Vance ha ricevuto forti critiche per i suoi commenti verso l'Europa.
Cagliuso ha generato controversie politiche a livello locale

 

 

lunedì 24 marzo 2025

Gödel, Escher, Bach - 2 parte

 

Ritorno sul tema iniziato in questo post.

Avevo tirato giù il libro non tanto per incavolarmi di quanta “sapienza” ci fosse in quello che le “teste coronate” alias i C-suite pensavano fosse un lavoretto da ragazzi, purtroppo troppo ben pagati - ops “onerosi per l'azienda” - addirittura ben solo 5mila lire in meno di un supplente di matematica.... Ho già abbastanza rabbia se penso al mio passato.

Il problema era più serio. Ricordavo vagamente la critica che Douglas Hofstadter faceva a Bertrand Russell nel suo tentativo di risolvere il paradosso del barbiere, imponendo dei livelli gerarchici: il linguaggio non può parlare di se stesso, occorre un meta-linguaggio per parlare del linguaggio.

La memoria era offuscata e volevo affrontare l'argomento. Già qui avevoparlato di come il Dio aristotelico “causa prima” mi convincesse poco. Se Dio fosse solo questo, Möbius avrebbe dimostrato l'inesistenza di Dio.

Volevo affrontare certi temi che possono mandare in crisi certezze esistenziali, in un momento, non proprio di tranquillità, ma almeno non in situazioni che già loro mettono in crisi, per esempio dopo la diagnosi di un male inguaribile o la certezza di avere poco da vivere davanti a me.

Ho riletto il libro e l'ho trovato mediamente noioso. Ho già scritto di alcune cose positive nel mio post precedente, quando spiegava agli ignoranti le basi dell'informatica o sul tema dell'intelligenza artificiale. Mi sono imbattuto sul tema della ricorsività: le mani che si disegnano del quadro Escher possono esistere in quanto disegnate da Escher , ma Escher chi lo disegna? E così via.

Premetto di essere stato allievo di don Bonardello, prete e per noi professore di religione, ma prima e dopo questa sua esperienza, professore di scienze naturali. Bastavano quattro parole con lui per superare la visione scientista neo-positivista per cui c'era la progressione magia, religione, scienza. L'ignoranza porta ad una visione magica, la religione formalizza in modo colto questa ignoranza e la scienza spiega tutto cancellando le basi stesse di magia e religione.

Per don Bonardello invece, all'aumento conoscenza non corrisponde una riduzione dello spazio di Dio, ma anzi corrisponde un ulteriore opportunità per noi di cogliere la grandezza, la complessità e la bellezza dell' ”Essere”. Invece dal “rimpicciolire il suo spazio” ci impedisce di fare di Dio un idolo a misura della nostra immaginazione.

Dopo la rilettura di GEB ho notato che questa posizione, vera per le scienze fisiche, chimiche e biologiche... è vera anche per la logica e ciò che ad essa è connesso.


Ricordo quando avevo dodici anni mi avevano regalato un gioco del 15. Dopo averlo risolto, poi rimescolato e risolto un altro po' di volte, non so per quale motivo mi venne in mente di ordinare le tessere come indicato in figura. Non ci riuscivo. Passai alcuni pomeriggi a fare tentativi. Ok, le mie vacanze erano piuttosto noiose: quando facevo le medie, alla Foscolo, preferivo il periodo scolastico alle vacanze, quindi tutto sommato era stato un modo per impegnare il tempo. Ma il fatto di non riuscirci mi mise addosso una specie di angoscia. Lasciai perdere. Una decina d'anni dopo, in un corso all'università, come esempio di problemi risolvibili in modo automatico, ci fu il gioco del 15 e si partì dicendo che “non tutte le configurazioni sono possibili!”

Dio, è anche Dio delle scale di Escher, delle configurazioni irraggiungibili, delle sequenze di fonemi possibili ma prive di significato in qualsiasi lingua...

(forse un po' difficile da capire o per me da spiegare, ma è così)

domenica 16 marzo 2025

Gödel, Escher, Bach - 1 parte


Dopo circa quarant'anni, la scorsa estate mi sono preso la briga di prendere la scala per accedere allo scaffale più in alto, quello dei libri che non si consultano mai, per prendere la copia di Gödel, Escher, Bach” di Douglas Hofstadter e rileggermelo. 

Ricordo che a fine luglio ne parlai con un amico che reputo particolarmente colto ed erudito, se per caso l'avesse letto. Se lo ricordava e lo riteneva un testo molto pesante. Io invece, quando lo lessi quarant'anni fa circa, me lo ricordavo molto interessante. Ora l'ho trovato pesante anch'io, se iniziato nel luglio del 2024 l'ho terminato ai primi di marzo del 2025. Nel frattempo ho fatto anche altro! Il tempo che dedico alla lettura (poco!) l'ho condiviso con altri testi, ma la lettura in certi punti è stata molto impegnativa.

Le considerazioni finali sono su due ordini di argomenti.

Comincio da quello più facile, quello se vogliamo, moderatamente recriminatorio. Ne avevo già accennato qualcosa qui.

Mi ha fatto una certa impressione quanto si legge sul tema dell'Intelligenza Artificiale, tema tanto di moda oggi.

Nel 1979 avevo seguito il corso del prof. Torasso e poi tesi che apparteneva a quel vasto insieme di lavori sulla comprensione del parlato da parte del “sistema artificiale”. In particolare il mio lavoro partiva dall'idea che l'appartenenza allo stesso campo semantico del discorso in essere, “corregge” la comprensione della parola non ben riconosciuta. Esempio cretino che non c'era nella mia tesi: la parola mal capita che termina in "izione", se sono in un autofficina sarà più probabilmente “frizione”, dall'urologo sarà “minzione” ed in una scuola di recitazione “dizione”.

Purtroppo niente da fare come prospettive di lavoro. Non se ne vedevano applicazioni nel breve, mentre di “ragazzi che fanno il software” ce n'era bisogno.Come diceva Gualtiero Bertelli "tutto quello che hai studiato, qui da noi non serve a niente..."

Le “start-up” non andavano ancora di moda e se anche fossero andate non credo che la concorrenza degli evasori fiscali della Carnia e del Cuneese (per non parlare degli scassinatori) me l'avrebbe consentito (?? So quello che ho scritto!)

Tra le cose positive del testo è che si elencano diverse attività in cui il “sistema artificiale” esegue compiti che lasciano trasparire intelligenza. Quindi meglio “Intelligenze artificiali”, al plurale.

Oggi l' intelligenza che fa tanto scalpore è la possibilità di comunicazione usando le strutture del linguaggio umano (LLM). I risultati a molte domande sono analisi di quantità immense di dai, che allora non erano disponibili e se lo fossero stati non accessibili in tempi “real time” . Poi l'intelligenza da una risposta su basi statistiche, magari interessante se si tratta di condividere una radiografia ed aiutare il medico ad affinare la sua valutazione, ma idiota in molti altri casi.

Il problema più complesso che affronta il testo invece è la possibilità di una eventuale consapevolezza di se e autonomia di scelta da parte del sistema artificiale intelligente. Ma di questo ne parlerò in seguito. 

Sempre per stare nel tema recriminatorio che la lettura ha fatto emergere: quanta logica, filosofia, epistimologia c'è dietro (o dentro?) il lavoro dello sviluppo software! Non che Hofstadter la esaurisse, certo, ci sono altri temi che il testo non tocca. Ma diventa un momento recriminatorio perchè la vulgata vedeva "i ragazzi del software" come dei "tecnici" mentre era veramente tecnico chi produceva dei testi secondo certi schemi preconfezionati, come oggi fanno gli LLM, e diceva che quella era cultura umanistica!

La prossima puntata affronterò i temi più ardui. Ma proprio perchè sono ardui non so quando avrò il tempo per farlo e quanto li sviscererò

 

venerdì 14 marzo 2025

Guerra di condominio

 Stravolgo un po' la pianificazione di quello che avevo preventivato di pubblicare sul mio blog, per ragionare su di un episodio che mi è capitato giovedì sera in cui, ahimè , sono dovuto andare alla riunione del condominio del box del garage. 

Si è perso all'incirca un'ora di tempo per discutere sulla ripartizione dei consumi personali dell'energia elettrica per singolo box. Oggi ogni box ha il suo contatore e si dovrebbe inviare all'amministratore i dati della sua lettura. Ma se uno non li invia? O li invia erroneamente? Considerando il numero dei box ed il fatto che negli anni precedenti i valori dei consumi individuali erano risibili rispetto a quelli dell'ascensore, sbarre e cancelli automatici... (Ok non c'erano ancora le plug-in, ma adesso ci sono già? Quante? Boh?) insomma il tutto verteva su un valore di meno di 10 Euro pro capite l'anno.

Più onerosi erano altri lavori di messa in sicurezza imposti dai Vigili del Fuoco. Si trattava di decidere se richiedere la detrazione fiscale o no. La richiesta aveva un costo di segreteria che avrebbe annullato il ricavato di due anni su dieci, all'incirca. Ma per gli altri otto anni, a leggi vigenti ci sarebbe stato un recupero di una quindicina di euro. La maggioranza decide che per solo 15 Euro non valeva la pena richiederla.

I casi sono due:

O per l'italiano medio la matematica è proprio una materia ostica e può essere vero,  visto il dilagare del gioco d'azzardo o la creduloneria verso tanti politicanti.

Oppure quello che peggio è che l'astio supera l'interesse economico. Per la suddivisione dei contatori c'era chi sentiva la possibilità paranoica che qualcuno ci guadagnasse ingiustamente qualche euro a tue spese e allora la cosa era grave. Euro che la maggioranza era disposta a non avere se non li avessero avuti anche gli altri.

Si dice che le guerre sono fatte per interesse economico. Non sono d'accordo. Ok, nell'economia di guerra c'è chi ci guadagna, ma una società può guadagnare bene anche con commerci pacifici e la storia lo dimostra. A spingere per la guerra è qualcosa di peggio.

domenica 9 marzo 2025

Commento a due articoli - 3 parte

Continuo i miei commenti sul secondo articolo dei due molto interessanti pubblicati su "La Civiltà Cattolica" .

L'articolo spiega come questa eresia si sia diffusa anche oltre oceano, in Nigeria, in America Latina ed addirittura nella Cina Comunista.

Quello che vorrei sottolineare è come purtroppo questa eresia si fosse diffusa negli anni 50 e primi anni 60 anche in Italia e non attraverso sette bibliche finanziate da telepredicatori, ma si sia infiltrata dentro la Chiesa Cattolica stessa.

Il milieu culturale in cui sono cresciuto è purtroppo quello.

Contesto: ceti urbani, quindi lontani dalla religiosità tradizionale contadina, con i riti delle rogazioni, culto dei santi protettori dalle calamità naturali, santuari, ecc. ma era un ceto che doveva reinventarsi una nuova identità. Ceti piccolo-borghesi, generazione che era stata bambina o molto giovane durante la guerra e si era affacciata alla vita nel dopoguerra. Il dopoguerra portava con sé due elementi: grandi opportunità economiche per la “ricostruzione” e le elezioni del 1948 con una grande divisione tra “il fronte” e la DC. Premesso che con il senno di poi è meglio che il fronte non abbia vinto, questa vittoria ha portato in quella generazione un'associazione d'idee perversa:

Cattolici = DC = anticomunismo = Scelta Atlantica = USA = vittoria, perché siamo dalla parte giusta sia contro i fascisti, poveracci, che contro i cattivi comunisti.

E poi ancora USA = Ame­rican way of life = consumismo = film americani = possibilità di progredire cioè possedere la casa, la macchina, elettrodomestici, TV che ribadiva i messaggi consumisti, ferie, bei vestiti, ecc...

Essendo piccolo-borghesi erano spesso impiegati che avevano una valutazione individuale data dall'azienda, quindi erano individualmente in competizione ed assolutamente lontani dalla solidarietà di classe che era una cosa da “comunisti”.

In questo ragionamento si calava bene quanto dice l'articolo:

In alcune società in cui la meritocrazia è stata fatta coincidere con il livello socio-economico senza che si tenga conto delle enormi differenze di opportunità, questo «vangelo», che mette l’accento sulla fede come «merito» per ascendere nella scala sociale, risulta ingiusto e radicalmente anti-evangelico.

In generale, il fatto che vi siano ricchezza o benefici materiali ricade ancora una volta sull’esclusiva responsabilità del credente, e di conseguenza vi ricade anche la sua povertà o carenza di beni. La vittoria materiale colloca il credente in una posizione di superbia a causa della potenza della sua «fede». Al contrario, la povertà lo carica di una colpa doppiamente insopportabile: da una parte, egli considera che la sua fede non riesce a muovere le mani provvidenti di Dio; e, dall’altra, che la sua situazione miserabile è un’imposizione divina, una punizione inesorabile accettata con sottomissione.

Ma per ovviare a questa situazione, anche se non di povertà, ma almeno di impossibilità di correre su queste scale in salita, allora ecco le scorciatoie: raccomandazioni e piccole disonestà tollerate dalla società di allora.

Molte realtà di chiesa torinese, si erano trovate a “benedire” questa eresia, magari spaventate dai baffi di Stalin o comunque prive della sensibilità tale da coglierne l'errore.

Poi tutto questoatteggiamento è stato travolto, grazie a Dio, a partire dal Concilio.

Ci sono stati in campo cattolico molti critici, i “cattolici del dissenso” ma hanno criticato gli effetti, cioè posizioni poco etiche, come giustamente poteva fare qualsiasi agnostico,  senza scavare a fondo su cosa invece fosse alla base del cristianesimo. 

Ora mi sembra che la Chiesa abbia preso in mano saldamente il timone per lasciare marginali queste situazioni e d'altra parte le corsa sulle scale del consumismo ha dentro di sé delle forze di auto-distruttività che non la possono fare durare.

Penso di aver già toccato questi argomenti ed infatti ci sono anche molti link a post precedenti. Ma essermi trovato in un contesto simile è un tema che ha avuto un grande peso per la mia esistenza

giovedì 27 febbraio 2025

Commento a due articoli - 2 parte

 

Continuo l'analisi di quei due articoli su La civiltà cattolica che mi hanno colpito molto. Del primo ne ho già parlato qui. Ora tocca al secondo, la cui analisi la divido in due puntate: in questa segnalo alcune aporie generali, nella prossima descriverò come questa eresia mi ha toccato personalmente.

Premesso che un piccolissimo fondo di verità può starci: una vita morigerata può evitare alcune conseguenze negative, per esempio se ti ubriachi aumentano le probabilità di avere incidenti. Ma nulla esclude che anche se sei sobrio puoi venir coinvolto lo stesso in un incidente causato da un ubriaco. Superato ciò, la follia di questa posizione ideologica è veramente notevole.


Leggendo l'articolo mi è venuto in mente una delle prime attività di “volontariato” da pensionato, cioè andare a fare da “bidello – accoglienza visitatori” ad una mostra itinerante sul libro di Giobbe a cura di Padre Ignacio Carbajosa, che per un paio di settimane era allestita a Torino. Questo mi diede l'occasione per avvicinarmi ad un pezzo della Bibbia che non avevo mai approfondito. Già solo la meditazione di questo libro biblico, magari facendosi aiutare dal piccolo testo di Padre Nacho o altri, basta a rendere ridicola la posizione del “vangelo della prosperità”. Ridicola perché è quella dei cosiddetti “amici” di Giobbe che di fatto sono ridicoli nella loro drammaticità.

Anni fa lessi un libro molto interessante “The rise of Christianity” di Rodeny Stark. Non ricordo bene certi dettagli, ma descriveva da sociologo il diffondersi del cristianesimo dalla Pentecoste all'Editto di Milano.

Mi aveva colpito che secondo lui un grande aumento della diffusione del cristianesimo era causato dalla peste antonina. I motivi erano due. 

Il primo - non è quello che ci riguarda, ma è interessante - è che sebbene non fossero chiare le cause del male era evidente che fosse contagioso, per cui spesso i malati venivano lasciati soli. Alla mortalità propria del morbo, si aggiungeva la mortalità causata dell'abbandono del malato. I cristiani invece tendevano a non abbandonare amici e parenti: al malato appartenente ad una rete di relazioni cristiana, un piatto di zuppa arrivava, per dire. Questo faceva si che chi apparteneva ad una rete di cristiani, aveva più possibilità di beccarsi il morbo, ma minori di morirne per gli effetti secondari. 

L'altro motivo era ideologico. Nel paganesimo il “sacrificio”,  se il rituale era fatto bene, imprigionava il nume costringendolo ad usare la sua potenza per realizzare quanto richiesto dall'officiante. Per il cristiano invece la volontà di Dio non si può imprigionare: chiedere, affidarsi a Lui ok, ma senza un automatismo rituale -> ottenimento di quanto chiesto. Il morbo fece perdere fiducia nell'efficacia del rito quindi del sistema religioso pagano. Qui si ritorna al paganesimo. Dice il testo dell'articolo

Lo Spirito Santo viene limitato a un potere posto al servizio del benessere individuale. Gesù Cristo ha abbandonato il suo ruolo di Signore per trasformarsi in un debitore di ciascuna delle sue parole. Il Padre è ridotto «a una specie di fattorino cosmico (cosmic bellhop) che si occupa dei bisogni e dei desideri delle sue creature»

Ma se così anche questa religione si approssima alla fine, cioè a qualche "morbo" che dimostrerà l'inconsistenza del rito. (forse per questo tanti negazionisti?)

La terza considerazione riguarda le metastasi di tale pensiero oltre gli USA. L'articolo le descrive bene. Nel mio prossimo post, ne esaminerò una particolarmente cancerogena, ma qui vorrei soffermarmi su un dettaglio ridicolo.L'articolo cita libri dai titoli

Il potere del pensiero positivo,

Cambia i tuoi pensieri e tutto cambierà,

Guida per una vita in positivo.

Le leggi della prosperità.

Come essere un vincitore.

In Italia tempo fa andava di moda  “Le sette regole per avere successo” di tal Stephen Covey. In realtà il libro non è per niente stupido ed il titolo se tradotto meglio suonerebbe “Le sette regole per essere efficaci”: Si nota che l'autore ha un background religioso, ma più simile a Rousseau che al mondo di quell'articolo. Però tra il testo di Covey e quelli degli imbonitori di cui parla l'articolo, quante gradazioni ci sono state ad avere influenzato l' “ideologia” del management in Italia?

Ricordo benissimo certi “manager” ed uno in particolare, molto sensibili a certi aforismi e vanitosi della loro saggezza ritenuta superiore, ebbene erano utenti di qualche biblical snake oil salesman

martedì 25 febbraio 2025

Commento a due articoli - 1 parte

 

Ho letto due articoli su La civiltà cattolica che meritano molta attenzione e qualche considerazione 

eccone uno e qui l'altro 

 

Partiamo dal primo perchè il secondo merita un'analisi ulteriormente approfondita.

Ricordo nei primi anni '80 quando nei vari ambienti cattolici si parlava di società secolarizzata e simili, alcuni citavano tal André MalrauxIl XXI secolo o sarà religioso o non sarà”.

 Ad un quarto del XXI secolo pare che la religione sia un fenomeno molto presente, ma che faccia di tutto perché il secolo “non sia”.

 All'inizio del secolo l'attentato alle torri gemelle e il diffondersi del salafismo in tutte le sue varie sette e sotto-sette;

 Oggi abbiamo Kirill che parla di guerra santa ed espelle i preti del patriarcato di mosca che, giustamente, pregano e fanno pregare per la pace.

Folli seguaci di commentatori del talmud - ma indifferenti allo spirito della Torà – che sono al potere in Israele;

 L'India che era un crogiolo di religiosità generica, non solo per la presenza di musulmani, cristiani di vari riti, sikh, giainisti, mazdeisti... ma anche per la varietà e non sistematicità di quello che noi chiamiamo l'induismo, ed ora invece un potere che, non so con che fortuna, vorrebbe una normalizzazione anche dalla religione;

 il Partito Comunista Cinese che riabilita Confucio, il massimo del tradizionalismo...

 Quello che negli Stati Uniti era un fenomeno carsico arginato da una élite che pur riconoscendo la religiosità individuale e tenendo conto del suo peso elettorale, aveva le certe remore nell'esternare certe cose, invece oggi detta l'agenda politica. Quelli che Sir Arthur Conan Doyle  descriveva nel suo "Studio in Rosso" come pazzi violenti, oggi comandano in USA.

 


Tutte forme di atteggiamenti che se da un lato usano il campo semantico della religione, assolutamente non hanno nulla a che fare con il senso della trascendenza che alberga nel cuore umano. Invece sono strumenti per “inventare” identità di separazione dagli “altri” ovviamente cattivi. La religione “alla Durkheim”. E questi “religiosi” hanno le atomiche. Bei tempi quelli del secolarismo... invece

Il XXI secolo è religioso e non durerà (a meno di un miracolo!)

giovedì 20 febbraio 2025

Sic Transit Gloria Computātōriōrum – 4 puntata

 Personaggi ed interpreti.

Nei corso degli studi universitari ho sostenuto esami di matematica (e ne o aggiunto uno in più sperando … lasciamo perdere....) di fisica e alcuni tipicamente informatici.

 Negli esami matematici emergevano spesso nomi propri: i vari Cauchy, Lagrange, Fermat, Fourier... si aggiungevano ai Pitagora e Euclide già incontrati ai tempi delle scuole medie. Idem nei due esami di fisica incrociavamo i nomi di Faraday Maxwell ecc... mentre tutto il sapere informatico pareva costruito da invisibili formichine. Si applicava l'algebra di Bool e le leggi di De Morgan ma George Boole fu un logico che visse un secolo prima dei calcolatori e Augustus De Morgan fu pure lui un logico e quasi contemporaneo di Boole.

Nel più interessante tra tutti i corsi che ho seguito, cioè “Elaborazione dell'Informazione Non Numerica” tenuto dal compianto prof. Torasso e che trattava temi legati a quelli che oggi va di moda chiamare Intelligenza artificiale, compariva il nome di Noam Chomsky, filosofo e linguista, proprio sul tema delle augmented transition network, cioè sulla modellazione di strutture comunicative del linguaggio umano, insomma quelle che più di quarant'anni dopo vediamo in ChatGPT Deepseek e altri LLM che fanno gridare “Intelligenza artificiale!!” Ma appunto Chomsky era un linguista e il corso sebbene peculiare di informatica, trattava di dove l'informatica debordava un po' dai sui tradizionali (tradizionali per il 1979!) utilizzi e si apriva all'interdisciplinarità.

Il primo informatico vero di cui ho visto nome e cognome fu Per Brinch Hansen, citato nella tesi di laurea a proposito dei sistemi multiprocessori.

Ora, sul tema delle nuove tecnologie tutti citano il vari Mark Zuckerberg, Elon Musk, Jeff Bezos Peter Thiel e a Dio piacendo anche Bill Gates e Steve Jobs.

Premesso che i primi quattro e il decuius non penso abbiano mai scritto una riga di codice in vita loro, né fatto schemi di circuiti, ma solo usato conoscenze “laterali” e “pugni sui tavoli” per ottenere quello che hanno ottenuto. Bill Gates qualcosa di computer penso ne sapesse, siamo noi che non sappiamo come il suo MS/DOS che non era certo il massimo dei sistemi operativi che circolavano a quei tempi (inizio anni 80), possa essere diventato quasi uno standard “de facto”!

Il nome del nume è Linus Torvalds.

Volendo poi uno potrebbe aggiungere Richard Stallman, nonostante la stranezza del personaggio.


Per il resto l'informatica è fatta da anonimi, come le cattedrali del medioevo.

domenica 16 febbraio 2025

L'Identità Europea - Mia ultima lettura

 Ho letto questo libro perché conosco l'autore che pur con grandi differenze di età e di situazione sociologica, considero un amico.

Sono seicento pagine che spaziano dall'antica Grecia al 1914. Ma non è un testo di storia, anzi un po' di storia bisogna conoscerla per non perdersi. Nemmeno un testo di filosofia, seppur tocchi il pensiero nella sua evoluzione storica, né di letteratura seppur di letterati ne compaiano molti, e nemmeno di arte seppur ne parli in più circostanze e, questo a suo favore, un'arte giustamente considerata è la musica.

Non mi piace molto il titolo, perché ritengo l'identità europea come qualcosa di poco unitario: in questo testo compaiono molti 'mattoncini del lego' ma ne mancano altri. Salta Verdi, salta il fenomeno dei carnevali, e qualcosa in più sulla riforma e controriforma non mi sarebbe spiaciuto. Eppure anche aggiungendo paragrafi non sarebbero mai abbastanza ed un disegno univoco non sarebbe mai leggibile con chiarezza.

Con tutto ciò il libro è stata una lettura interessante. Ho saputo qualcosa in più del teatro greco, di Calderon de la Barca e di Goethe che conoscevo solo come flatus vocis, di Wagner, che comunque non mi ha fatto venire voglia di ascoltarne la musica.

Non si tratta mai solo di narrazioni, ma narrazioni con giudizi. A volte molto interessanti come a pag. 572 sulla musica, alcuni che condividevo già prima, come il fatto che la rivoluzione francese abbia portato a termine un processo di accentramento statuale iniziato con Luigi XIV, altri che presentano dei punti di vista su argomenti a me già noti, ma che non avevo mai esaminato in tal modo. Altri, su argomenti di cui ero ignorante.

Siccome l'autore ha trascorso molti anni della sua vita in attività didattiche, penso che il libro avrebbe potuto intitolarsi “Tutto quello che avrei voluto spiegare in classe ma non ho mai osato farlo” (probabilmente gli allievi non l'avrebbero capito!)

lunedì 10 febbraio 2025

Sic Transit Gloria Computātōriōrum – 3 puntata

 Il ritorno del terminale

Tanti anni fa c'erano computer molto grossi. Quelli che venivano chiamati “mini” quali il PDP11 e HP1000 avevano le dimensioni di un frigorifero. Gli altri, detti anche Mainframe (tipo gli IBM 370) erano molto più ingombranti ...


A questi computer erano solitamente collegati una o più stampanti, delle unità disco (ricordo che per portare 10 mega nel 1984 ho usato la borsa che adoperavo abitualmente per andare in piscina) a volte una unità a nastro, una telescrivente che fungeva il più delle volte da consolle del sistema e dei cosiddetti “terminali” cioè video a raggi catodici con 24 righe e 80 colonne (ma si poteva anche settare a 132, però la lettura non era un granché) ed una tastiera alfanumerica. Tipico il VT100. L'interazione con il computer avveniva attraverso questi terminali.

Dalla la metà degli anni 80 ho incontrato i terminal server vale a dire dei computer a cui erano collegati molti terminali sparsi per l'azienda e a loro volta collegati in “local area network” con diversi mini elaboratori, per lo più VAX11 della Digital. Andavi al terminale e ti collegavi, tramite il terminal server con il computer a cui dovevi connetterti.

Ricordo il piacere dei primi personal computer: avere tutto qui! Sviluppare, installare, configurare… Poi pian pianino i PC si sono connessi sempre più in rete, ma questa è un'altra puntata.

Ora vanno di moda gli smartphone su cui gli utenti si “attaccano” a computer sparsi per ogni dove nel mondo. Quando scarichi l'app nella maggior parte dei casi scarichi il layout delle parti fisse, e quando l'attivi avviene lo scambio dei dati variabili... ma davvero?? Oppure gira qualcosa a tua insaputa?

Boh? Comunque questo allontanarsi dalla “vera” CPU mi ha fatto ritornare indietro di anni. Lo smartphone è un device, come la stampante o appunto il terminale. A volte mi viene proprio da chiamarlo “il terminale