Ringrazio #ChatGPT per avermi fornito “a gratis” queste due mie foto di Napoleone. Su questo tema (foto fake) ne parlerò in un prossimo post.
Invece ora parlo della mia identificazione con Napoleone. Ma come? Credersi Napoleone è un luogo comune, quasi una frusta macchietta da sketch da avanspettacolo, per rappresentare uno che è impazzito.
Specifico meglio. Io mi riconosco in Napoleone in alcuni versi della poesia 5 maggio.
Ei si nomò: due secoli,
l’un
contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come
aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s’assise in
mezzo a lor
In effetti ho visto due secoli l'un contro l'altro armato in almeno due circostanze.
1) Innanzitutto nel rapporto di lavoro. Sebbene non fossi per nulla un nerd, siccome la falsa invalida e il tangentista raccomandato da un massone (per essere generosi nei loro confronti!) avevano sentito dire che gli informatici trovano facilmente lavoro, nella loro insaziabile avidità, per avere “il mio contributo in casa”, mi avevano bloccato le possibilità di altri percorsi più vicini alle mie attitudini e alle mie aspirazioni ed ero finito in una software-house, scoprendo così, negli anni '80, una precarietà di condizioni che nè la precedente generazione nè altri miei coetanei avevano conosciuto e che invece è la prassi per la maggior parte dei giovani attuali. Ovviamente ho capito che i sindacati non stavano cogliendo il cambiamento.
2) Nel modo di lavorare. Intorno al 2010 scoprii l'Agile, e mi accorsi dei limiti della “torinesità” lavorativa, cioè un mondo in cui il paradigma era la catena di montaggio. Dopo aver lavorato per anni in un settore R&D in cui di fatto tendevamo a muoverci secondo alcuni principi agili, mi trovai in un contetesto qualcuno voleva imporre la catena di montaggio e il "comando-controllo" anche allo sviluppo del software. Ovviamente nel piccolo mio contesto aziendale vinse il vecchio secolo, nel mondo dell'informatica per tutto il decennio successivo non si parlava altro che di Agile.
I secoli non si volsero a me sommessi, ma io dentro di me un giudizio su di loro lo avevo.
Come sul capo al
naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
[...]
tal su
quell’alma il cumulo
delle memorie scese!
In effetti a volte i ricordi emergono non sollecitati, e mi fanno stare male.
[...]narrar sé
stesso imprese,
e sull’eterne pagine
cadde la stanca man!
Questo invece mi capitò verso il 60 anni quando dovetti scrivere dei CV. Sappiamo che il CV descrive per il 5% te stesso e per il 95% l'azienda in cui hai prestato la tua opera. Veramente spesso mi cadeva la stanca man a pensare quanto poco,e a volte anche male, la cattiva organizzazione aziendale aveva fatto fare ai dipendenti, sprecando tempo ed energie!
[…] ma
valida
venne una man dal cielo
e in più spirabil
aere
pietosa il trasportò;
In questi versi manzoniani é spiegato un po' troppo superficialmente quanto è accaduto nella mia vita, ma spiegnano che, in ultima analisi la mia gratitudine superi il mio rancore!
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