giovedì 8 agosto 2024

Il NonEssere Non È (Parmenide)

 

In certi momenti di tristezza mi viene da pensare “come vorrei finisse tutto...” e quando penso alla mia inevitabile morte, a volte immagino semplicemente di sparire. Eppure con un po' di ragionamento, intuisco che questo non è possibile.

Un'idea mi è venuta dal bigottismo di mia madre, bigottismo così parodistico da essere blasfemo.

I miei genitori non sono delle persone per bene.

Mia madre, dopo la nascita della sorella più piccola ha deciso di stare a casa dal lavoro. Ok, ha avuto un parto molto difficile, ma si è ripresa bene e il rischio avuto durante il parto non le avrebbe impedito il suo lavoro impiegatizio. Conosceva un certo signor Fiorito, impiegato all'INPS. Da costui presentata, dando a chi di dovere le prime pensioni ottenute, per una quindicina d'anni ha goduto di una rendita che secondo le norme vigenti non avrebbe potuto godere.

Mio padre si è fatto raccomandare da un noto personaggio della Torino che conta, allora non contava moltissimo ma già abbastanza, per finire nell'ufficio acquisti di una grande azienda dove riceveva, quelle che dopo una certa data si chiamano tangenti.

E questo non per il bene dei figli, anzi! Sul tema per ora lascio perdere. Basta già questo!

Allora erano reati sostanzialmente tollerati. Alla grande azienda andava pur bene un “ufficio dei raccomandati” e mettevano tutto nel conto; sulle false invalidità c'erano paesi che vivevano di quello! Ma, come dice Fra Adrien Candiard, è un modo di “vivere nel peccato”.

Tra i vari modi per sperperare i soldi c'è stata l'acquisto e ristrutturazione di una casa a Barge. Nella sua blasfemia mia madre ha affisso nell'entrata la citazione biblica.

Se il Signore non costruisce la casa, 

invano si affaticano i costruttori.


Invano ->Vano = vuoto, privo di sostanza. Ciò che si dilegua con un soffio

Uno potrebbe dire. É vero, è stato così.

Tutti i soldi ottenuti contro la legge di Dio sono andati in polvere che si dilegua con un soffio: la casa a Barge svenduta per meno di quello che è stato investito; la casa in Carnia per cui hanno anche sperperato molto danaro, non so che fine farà, ma penso che regalarla per uno SPRAR sia l'unico utilizzo che vedrei fattibile se i villici fossero meno razzisti; i gioielli, argenteria e una pelliccia, rubati da altri ladri. Anche le foto dei loro pellegrinaggi a Capo Nord e alla Sfinge, sono ingiallite ed irriconoscibili.

Tutto dileguato con un soffio? No. Perché anche solo per quei due modi di accaparrarsi il denaro, nei figli che capivano già, è venuta la vergogna di avere genitori ladri. (E non vado oltre!)

Tanti anni fa scrissi un lungo racconto, mai pubblicato, in cui un tale che cercava materiale di recupero per un uso un po' strambo, gironzolava vicino ai cassonetti della spazzatura. Ad un certo punto esclama, in velata polemica con Adso da Melk, che aveva letto nel romanzo di Eco

Chi pensa che la fine sia un deserto amplissimo, perfettamente piano e incommensurabile, dove non c’è opera né immagine, evidentemente non ha mai fatto un giro dei cassonetti nel mese di luglio!”

O c'è una bellezza, o una schifezza. Il Non-essere non c'è.

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