domenica 29 gennaio 2023

Prova ChatGPT

 Ieri sera, per puro passatempo ho provato a chiacchierare con ChatGPT

Sapendo che non dovevo chiedere su eventi relativi al 2022 non ancora caricati nel database, ho fatto una domanda relativa al 1967, che sebbene mi avesse colpito molto quand'ero ragazzino e fosse accaduta a pochi km da casa mia, ne avevano parlato per giorni la TV e tutti i giornali d'Italia:

Se avesse detto "Non lo so" e basta avrebbe fatto più bella figura, perchè avendo specificato 1967, che cosa doveva dire "negli anni passati..." e "cercare maggiori informazioni" ?

Provato a cercare con Google "1967 calciatore morto auto " ed ho ottenuto


Ho provato a chiedere una domanda abbastanza specialistica di etnomusicologia 


Se non avesse detto nulla avrebbe fatto più bella figura. Se non lo sai OK, ma perchè dire una fesseria?

Ho provato, sapendo di non avere risposte a chiedere le recensioni dei miei e-book

Poteva fermarsi alla prima frase. Mi ha fatto l'impressione dello scolaretto secchione interrogato che non sa, ma "deve dire qualcosa" e si rende antipatico ai compagni.


E qui siamo nel "non so cosa dire, ma dico qualcosa di politically correct, non si sa mai".

Mi è venuta in mente la commedia "La cantatrice calva" di E. Ionesco 

Mi sono consolato con 


 A questo e-book ci tengo tantissimo e non ha venduto praticamente nulla, ed ho avuto solo un giudizio positivo su un punto, da padre Bruno Castricini. Almeno ChatGPT ha apprezzato l'idea!

domenica 15 gennaio 2023

Spiriti sulla neve - mia ultima lettura

 

Non riuscendo a metterlo su Goodread.com recensisco qui la mia ultima lettura


Ho sentito la presentazione del libro e istintivamente ho pensato “Questo libro sarebbe piaciuto a Zia Luciana!”

La zia era stata per circa trent'anni impiegata presso il comune di Torino e per molto tempo segretaria di Guido Secreto, quando questi ricoprì le funzioni di vice-sindaco e di sindaco. La zia amava leggere romanzi, la storia, il Piemonte, gli “archivi” e conosceva bene come il fattore umano interveniva nei rapporti politici.

Il libro è un romanzo storico. Una storia romanzata, con molti personaggi veramente esistiti e richiami ad episodi reali. Vi sono brani – lettere - prese da documenti dell'Archivio Storico Torinese e riferiti in nota, ove copiati, ove riassunti.

La prima parte ci presenta il Forte diFenestrelle, usato allora sia come carcere sia come postazione di artiglieria: descrive il modo di vivere dei soldati e dei vari tipi di prigionieri.

Ci ricorda anche un dettaglio che la narrazione risorgimentale non tiene conto, ignorando la complessità di quei cinquant'anni di storia: cioè che la “vecchia” generazione dei risorgimentali qui in Piemonte era composta da molti ufficiali del Regno di Sardegna che erano di “scuola” napoleonica. La classe politica della restaurazione non poteva fare a meno di loro, un ufficiale di artiglieria non si forma in due giorni, ma neppure si fidava ciecamente. Gli ufficiali da un lato vivevano faticosamente il cambio del “regime”, tra loro erano sospettosi del “passato” dei colleghi e di esser loro stessi sospettati. Uno di questi è il colonnello Gaspare De Andreis, il protagonista, comandante del Forte.


Nella seconda parte incalza il racconto del “giallo” che ovviamente non dico, ma il lettore può facilmente immaginare.

Personalmente sono rimasto dispiaciuto per un'ombra molto negativa su Brofferio, personaggio che mi stava simpatico avendo sentito le sue canzoni “Me ritorn” “Metestament”. Ognuno ha i suoi lati oscuri.

Di striscio, cita positivamente Giulia di Barolo, guarda caso anche lei di scuola napoleonica, ma fa fare una brutta figura ai “preti”. Abituato ai “santi sociali” sono rimasto un po' di stucco, ma guardando le date, nel 1832 don Cottolengo era agli inizi della sua opera, don Cafasso non era ancora prete,don Bosco un ragazzo, Faa di Bruno e Murialdo bambini... e questi stessi “santi sociali” non ebbero vita facile nella chiesa torinese.

Più di una volta De Andreis dice di non aver tradito gli ideali di gioventù, ma che gli ideali non vanno perseguiti con gesti rivoluzioni eclatanti e inconcludenti o peggio, causa solo di morti inutili; piuttosto vanno realizzati in azioni concrete che lui intraprende ed io non sto a raccontare.

Penso che molti si siano dedicati alla politica ispirati da idee di grandi cambiamenti e poi si trovano a doversi occupare di temi apparentemente banali – soprattutto nella politica locale – ma sono proprio questi temi che toccano la quotidianità e la qualità della vita di tanti cittadini.

Ne posso dedurre che uno dei due autori si sia rispecchiato in De Andreis!

 

giovedì 12 gennaio 2023

Gatij Ëd Gòj


  Mazurka di Piergiorgio Graglia. Mio tentativo di vedere come funzionano i video nel blog

martedì 3 gennaio 2023

Effetto Dunning-Kruger a Betlemme

 


Per l'Epifania di quest'anno vorrei parlare del cosiddetto effetto Dunning-Kruger.

Ho riportato il grafico che solitamente illustra questo tema, facendo alcune personalizzazioni, ma senza toccare la linea rossa che traccia l'andamento della funzione. Vediamo sull'asse delle ascisse l'effettiva conoscenza di un certo argomento, su quello delle ordinate quanto una certa persona pensa di averne competenza.

Davanti ad un qualsiasi argomento totalmente ignoto, siamo nell'origine degli assi cartesiani. Se uno lo sente appena nominare, è consapevole non conoscerlo. Quando ne approfondisce appena la conoscenza si illude di saperne molto, ma inoltrandosi sempre di più nell'argomento scopre quanto questo sia vasto: diventa consapevole delle proprie lacune e sa che occorre tempo e lavoro per colmarle. Quindi, paradossalmente, chi ne sa solo un pochettino è convinto di padroneggiare l'argomento meglio di chi ne sa molto di più. È una situazione che dovrebbe essere ben nota a quell* che oggi si chiamano “recruiter”, ma non apro polemiche sotto le feste, anche perchè mi interessa parlare d'altro.

Già Socrate pare dicesse “so, perchè so di non sapere”, ma David Dunning e Justin Kruger fecero degli studi puntuali, con test sperimentali per avere valutazioni qualitative e quantitative su questo fenomeno. Per tali studi e la pubblicazione del saggio Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One's Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments nel 2000 furono insigniti del premio satirico Ig Nobel, ma a me pare che questo sia un argomento molto serio.

Torniamo Betlemme. La linea nera che ho aggiunto nel grafico, incrocia la rossa nei punti che rappresentano chi è presente davanti a Gesù Bambino: si trova in basso abbastanza nell'asse delle ordinate. 

I Pastori, solitamente considerati una classe modesta e ignorante, hanno un'unica informazione, l'annuncio degli angeli e vanno dove viene loro indicato. Nel presepe non ci sono scribi, farisei, sadducei e altri rappresentati della upper-middle-class di allora, che per aver sentito qualcosa della Torà e fatto qualche abluzione si credono a posto. Ci sono i magi, dei saggi che spingendosi nella ricerca del significato dell'esistenza, diventano consapevoli della finitezza del loro sapere di fronte all'immensità del Mistero dell'Essere e sono disposti alla fatica di un lungo viaggio

mercoledì 14 dicembre 2022

The Myth Of Meritocracy– mia ultima lettura

 

Ho terminato la lettura di THE MYTH OF MERITOCRACY. 


L'ho letto in un lasso di tempo molto lungo, sullo smartphone nei tempi di attesa (tram, dentista ecc...) e il testo è in inglese. Ammetto di essermi perso qualcosa. Alcune considerazioni.

  1. Non sapevo l'origine del termine “meritocrazia” che alcuni usano come avesse un senso ovviamente positivo, mentre qualcuno più saggio ha qualche riserva (cliccare qui dal minuto 2e 50 secondi): Ebbene questo termine deriva da un racconto distopico

  2. La situazione descritta è orientata al mondo inglese. In particolare i valori statistici sono legati a quella nazione. Con le dovute differenze – sistema scolastico, governi che si sono succeduti, ecc... - la situazione italiana non è molto diversa.

  3. Verso la fine ci sono due critiche alla sinistra, che non spostano ovviamente a destra le simpatie dell'autore e del lettore. Critica la divisione: sinistra ci prendiamo le battaglie culturali (anti-razzismo, LGBT+, femminismo, ecc...) e la destra si prende l'economia

  4. L'altra critica è all'idea dei New Labour di puntare sull'uguaglianza di opportunità. Questa è molto utopica, perché sorge da una visione astratta della vita. Non è come una roulette che non ha memoria dei risultati passati (nonostante i cretini che giocano i “ritardi”) ma tiene conto di tutta una storia personale accumulata. Lo stesso “treno che passa” uguale davanti a tutti, ci sarà chi riuscirà a salire facilmente e chi no.

  5. L'altra cosa che mi ha colpito molto, è spiegata nelle ultime pagine. L'ideologia dell'american dream - ma che ha coplito anche oltre oceano - secondo la quale ci sono opportunità per tutti, basta impegnarsi e saperle sfruttare, fa sì anche il povero si senta “temporaneamente” povero, il disoccupato “temporaneamente” disoccupato, e così via. Questo fa sì che non si cerchi un'uguaglianza nel soddisfacimento dei bisogni basilari, ma addirittura il poveraccio guardi con sospetto la progressività fiscale (che lo aiuterebbe) temendo che “se un giorno diventassi ricco...”


giovedì 1 dicembre 2022

Manifesto per un altro PD

 Riporto qui quanto ho scritto a chi chiedeva adesioni a quel manifesto.

Premessa: una mia “posizione politica” risale a quando avevo 12 anni, 1968, affascinato delle immagini televisive di chi protestava contro la guerra in VietNam, per i diritti civili e nello stesso tempo sconvolto dai carri armati che entravano a Praga. Vedevo nei giovani praghesi la stessa bellezza che trovavo in quelli americani o i "contestatori" francesi. Quindi di sinistra, ma pesantemente antisovietico. Con varie “sfumature” e diverse valutazioni causate dalle esperienze personali e i diversi contesti susseguitisi in questi 54 anni, la mia visione politica è sostanzialmente quella. Quante volte mi sarebbe piaciuto essere tedesco, svedese, inglese, francese per avere una sinistra non egemonizzata da un partito filo-sovietico! Come non potevo essere interessato al Manifesto per un altro PD letto (in copia non mia, lo ammetto) su “IL FOGLIO” ?


Alcuni punti mi trovano d'accordo, altri meno

Essere il partito dei lavoratori significa esserlo di tutti, anche delle partite Iva e dei lavoratori autonomi. Finalmente! Io iniziai a lavorare nel 1980 presso una software house, pur con un regolare contratto prima commercio, poi industria, ma mi accorsi come il terziario avanzato riusciva ad eludere tanti dettàmi che avevano migliorato le condizioni dei lavoratori, e nel contempo di come i sindacati e la sinistra se ne fregassero, pensando ad un “operaio” che stava, in percentuale, scomparendo rispetto ai lavori che stavano sorgendo. Quindi aggiungerei anche i lavoratori dipendenti delle piccole aziende.

Populismo penale? Una forza di centrosinistra non può permettersi derive forcaiole e giustizialiste. OK

Il PD è l'unico partito che ha una comunità politica sul territorio e merita un gruppo dirigente adulto e coraggioso. Boh?

Serve attenzione per contrastare l'approccio polacco all'Unione, per impedirne le conseguenze peggiori. Non sono uno stratega. Mi sembra solo che l'approccio “salviniano” non sia dei più furbi.

Sbaglia chi si mobilita per la pace senza qualificarne in alcun modo le condizioni in capo all'aggressore. Certo, ma occorre anche non essere ingenui e tenere conto che la guerra conviene a molti

L'esperienza di Draghi ci ha insegnato che l'aumento della produttività aiuta la lotta alle disuguaglianze. Cosa si intende per produttività? Se è il rapporto tra beneficio e “sforzo” per ottenerlo sono d'accordo. Se si pensa che sia meglio favorire i settori biomedico, informatica e telecomunicazioni, etc... piuttosto che proteggere bagnini e pizzaioli sono assolutamente d'accordo. Se ce lo ha insegnato l'esperienza di Draghi, non saprei. Comunque usando astrattamente la parola produttività si possono fare cose “molto” di destra!

Non c'è produzione di ricchezza senza imprese, valorizzazione dell'iniziativa, del talento e del sacrificio. Mi ricorda un fatto meglio raccontato in piemontese. Un avvocato stava facendo la sua arringa e l'imputato lo interrompe urlando, “Avvocato, la faccia più breve, altrimenti perdiamo la causa!” Mi sarei fermato alla parola iniziativa, magari aggiungendo “e del rischio” ma trovo ambigua la parola “del talento” e orribile “del sacrificio”. Tutto l'antico testamento è un'invettiva contro coloro che “sacrificano agli dei” (lo ribadisce anche Massimo Recalcati!) Molti martiri cristiani furono uccisi perché rifiutavano di sacrificare. Quando i barbari saccheggiarono Roma, alcuni patrizi videro come causa di questo scempio, l'aver smesso di “sacrificare” alla divinità. Agostino, nel “De civitate Dei” contesta quest'affermazione dicendo che Roma era diventata grande, non per i sacrifici ma per la “virtù” dei romani antichi. Detta in termini terra-terra quando io scelgo un prodotto/servizio i parametri che mi muovono sono la mia necessità e la qualità offertami, cioè la virtù di chi capisce la mia necessità/ interpreta il mio gusto. Non mi interessa quanto il fornitore abbia “sofferto” anzi, se so che ci sono condizioni di lavoro di sfruttamento o pericolosità, tendo ad evitare quel prodotto/servizio. Non mi faccio mai portare i pasti dai “delivery” per dire. Su questo punto mi trovate fermamente contrario.

Un partito vince se ha un'identità forte e viene percepito come autentico il suo “per”, non solo il suo “contro”. Infatti la DC nel primo dopoguerra aveva al suo interno gente di sinistra di area sindacale, monarchici, liberali, conservatori, tecnocrati progressisti... e vinceva perché era l'argine al PCI. 😂  Con tutto ciò, sapere cosa si vuole, è meglio. Il controesempio fatto sulla DC funzionava anche per la legge elettorale proporzionale con preferenze.
 
Cordiali saluti e buon lavoro!

mercoledì 19 ottobre 2022

Proposta di riforma costituzionale

 

Avevo notato che la nostra Costituzione, a differenza delle “Leggi della robotica” dei romanzi di Asimov, non dà una priorità referente ai suoi articoli, del tipo, “vale il principio/la norma xxx a meno che non contravvenga con quanto espresso nell'articolo N” Non essendo un giurista non so né se i Padri Costituenti si sono posti questo problema né se la Corte si sia mai trovata davanti ad un dilemma simile. Da semplice cittadino, mi sono accorto che l'articolo 75 sul “quorum” dei referendum può intaccare il diritto alla segretezza del voto previsto dall'articolo 48.

Se avessi avuto tempo mi sarebbe piaciuto scrivere un e-book dal titolo “La Costituzione vista da un hacker” per continuare la collana “Kamasutra per la terza età” e “Il Santo Evangelo Meditato da un Bottegaio” ma mi sono arenato con questo e ora ne ho iniziato altro molto impegnativo

Ho solo riletto la Costituzione e l'ho trovata veramente bella. Con tutto ciò proporrei una piccola modifica semantica, e non mi riferisco all'uso del termine “etnia” al posto del termine “razza” nell'articolo 3.

Vengo al punto: le leggi che regolano i permessi parentali sono ovviamente conformi con l'articolo 37 comma 1, ma recentemente vanno oltre, cioè anche i padri hanno diritto al riconoscimento del loro impegno nella cura dei fanciulli. Quindi la mia riforma sarebbe, da un lato per ribadire l'articolo 3 sull'uguaglianza dei cittadini e dall'altro per evitare che si “torni indietro” nel coinvolgimento dei padri.

La mia proposta sarebbe di spezzare il comma 1 in due commi. La prima frase lasciarla così com'è, ribadisce solo l'articolo 3 nel dettaglio del rapporto lavorativo.

La seconda proposizione la metterei all'incirca così:

Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento delle essenziali funzioni familiari e assicurare ai genitori e al bambino una speciale adeguata protezione.


sabato 8 ottobre 2022

Clavais potrebbe diventare una fisarmonica? (parte 3)

 Da quel che ho scritto qui e qui e poi anche qui non amo molto Clavais, non tanto per il paese che è uno delle centinaia di bei borghi italiani, nè per i villici, per lo più brava gente, anche se ormai poca, ma per quello che si evince dai link citati ed anche altro che non sto a raccontare.

Come non ho amato la fiscarmonica, ma visto che la tecnica ce l'ho, tento di valorizzarla (non riuscito al 100% ma insomma...) così mi domado: per il 50% di casa di Clavais, potrei tentare un discorso analogo? Ci sono però alcune differenze.

Gli anni sabbatici

Con la fisarmonica sono stato praticamente una quarantina d'anni senza toccarla. Sedimantazione possibile anche per Clavais?
Una prima serie di anni sabbatici l'avevo già fatta. La mia prima estate a Clavais fu nel 1957 Da allora mi mandavano ogni anno da fine giugno fino verso il 25 agosto. Nel 1975 esame di maturià e vacanze a Montegrosso d'Asti - Refrancore a trovare dei compagni: beve distanza, ma vacanze da solo, cioè senza famiglia, nè organizzazione istituzionale. 1976: terremoto, volontario a Gemona, ma mi sono fermato lì, non ho superato il Tagliamento. Tornato a Clavais, per le vacanze estive (ma solo di due settimane) nel 1990. In effetti i primi anni dal 90 in poi, sono stati simili al ritorno alla fisarmonica. Ma pian piano tutta una serie di 🤮da rana bollita di Chomsky me l'hanno fatta nuovamente disamorare. Ultimamente sono stato con degli amici, che non conoscevano il Friuli. Piacere di stare con loro, ma avremmo potuto stare benissimo insieme anche in altri luoghi. Avrei bisogno di qualche anno sabbatico. Ma ho 66 anni. Fatti gli anni sabbatici, almeno un paio, tra qualche anno, sarò ancora vivo? E comunque nelle condizioni di andarci?

Il tempo che mi rimane

A 66 anni non imparo a suonare la tromba, valorizzo quello che so. Mi accorgo che il tempo che mi rimane è poco e ci sono molte cose che mi interessano. Clavais è uno spreco di tempo. Se devo fare turismo, ci sono molti altri luoghi in cui vorrei andare e molti a meno di 600km di distanza  (Clavais dista 600km da dove vivo)

I costi economici

Oltre ai costi fissi, i costi per la manutenzione ordinaria ed i costi per raggiungere il luogo, si dovrebbero fare opere di manutenzione straordinaria. Anni fa pensavo che sarebbe stato bello rendere la casa "riscaldabile", cioè accessibile non dico da passarci l'inverno, ma almeno da non gelare a ottobre o giugno. Occorrebbe una stufa più decente di quella che c'è, utile appena per togliere l'umido quando fa qualche temporale ad agosto, o mettere degli infissi migliori.Ma c'è stata la mazzata del superbonus 110%. Nessuna impresa disponibile ed altre difficoltà ad usufruirne. Ora, se vuoi fare qualche cosa anche senza suberbonus, i costi sono inaccessibili. . Tra l'altro, con l'andazzo che c'è in altre regioni, quella stufa lì non la potrai neanche più utilizzare e con i soldi di una eventuale nuova, ti paghi altre vacanze! A 66 anni e con tanti luoghi in cui vorrei ancora andare, ammesso di avere dei soldi da spendere in "ferie", di mete che vorrei raggiungere ce ne sono molte!

Che farne?

Vendere, ovviamente!  Ma, anche se il consiglio di famiglia fosse miracolosamente d'accordo, ci sarà qualcuno che la vuole comprare? Come ho già scritto, le case da barbecue non vanno più molto, ma quella, con 4 camere da letto e tutto il resto, non va bene come casa da barbecue: sarebbe una casa da viverci una famiglia numerosa. Peccato che quale famiglia numerosa vivrebbe oggi lì? Poi chi se la prendesse, anche se la regalassi, avrebbe molti lavori da fare, non credo che qualcuno la voglia.

Quando lo scorso anno c'è stato il caso delle lanterne verdi, stavo proprio male al pensiero di pagare per tenere una casa vuota mentre altri morivano di freddo. La casa a Clavais, come ho detto non sarà stata ben riscaldata, ma meglio che all'adiaccio tra Bielorussia e Polonia! Poi quando ci sono stati i primi profughi dall'Ucraina, ho subito segnalato che la casa era a disposizione (se altri del consiglio di famiglia non fossero stati d'accordo, sarebbero stati loro a negarla) Non è stata necessaria, purtroppo! Ma c'è molta gente al mondo (Libano, Siria) che piuttosto che languire nei campi profughi potrebbero accettare quella casa. In più un'associazione umanitaria penso che avrebbe più mezzi anche per rendere "vivibile" quella casa! Sì, mi piacerebbe darla a qualche associazione simile, ma c'è un problema: che se ciò accadesse, allora a Clavais vorrei esserci anch'io.

martedì 20 settembre 2022

Due parole chiave per i politici ed un consiglio-

 Voterò. So per certo per chi non voterò, non so bene per chi votare. Vi sono schieramenti a cui sono contrario al 100% altri di cui condivido le posizioni al massimo al 49%  Non mi sento molto rappresentato: per questo, a maggior ragione, non credo nella soluzione che casca dall'alto, nel politico capace, ma le soluzioni devono venire dal basso e la classe politica deve sapere valorizzare l'impegno dei cittadini. Premesso questo "elogio della sussidiarietà" aggiungerei due parole chiavi 

ThatcherTest 

Ho incontrato questa "locuzione" nel già citato articolo di Ugo Arrigo del 2012 sul'argomento TAV. Non mi dilungo oltre. Proporrei di usare lo stesso metodo per tutti grandi progetti con un ritorno degli investimenti molto rischioso e lontano nel tempo. Si propone il ritorno al nucleare. OK, ci sono dei privati che vogliono rischiare? Se sì, si proceda: lo Stato si limiterà a controllare l'impatto ambientale, il rispetto delle norme di sicurezza, ecc...: se sei liberale lo stato non deve spendere soldi ma lasciarli ai ceti produttivi; se sei socialdemocratico, lo stato spende soldi per i servizi di base (scuola sanità welfare) come forma di redistribuzione. Altrimenti sarai un faraone (piramidi), un imperatore Ming e precedenti (grande muraglia)  un re ancient regime.... ma sei fuori dal gioco democratico.
 

 Ius Scholae

 La reputo una scelta di civiltà e molto sensata. La tua nazione non è dove sei fisicamente nato, ma dove hai fatto la cosiddetta "socializzazione primaria" (e anche secondaria) Se la scuola funziona bene, è la scuola il luogo privilegiato per imparare la lingua, le norme, la storia di una nazione. Ogni altra posizione ci porta verso una società troppo conflittuale. Questo però apre un problema: la scuola, così come è strutturata è in grado di sostenere questo compito? Ci sono esempi positivi, ma anche situazioni in cui ciò non avviene. Conosco una prof. in pensione che ora come  volontariato insegna italiano a bambini stranieri; anche mio figlio ha fatto il tirocinio universitario in quel contesto. Queste realtà che operano nel sociale intervengo per tappare, come possono, lacune dell'istituzione scuola. Quindi il "come possono" deve essere in grado di coprire il fabbisogno: o perchè la scuola lascia meno lacune, o perche queste realtà sono più sostenute. E qui arriviamo al consiglio:

Leggere "BullShit Jobs" di David Graeber

I Politici prima di parlare di lavoro dovrebbero leggerlo. Il problema di fondo è perchè la nostra società nel suo complesso, pubblico ma anche privato,  è disposta a pagare per tanti lavori improduttivi e poi lascia attività importanti ed in molti casi critiche, al volontariato
Di Redditi di cittadinanza fittizi ne parlo qui e qui


giovedì 1 settembre 2022

Clavais poterbbe diventare una fisarmonica? (2 parte)

 Continuo quanto iniziato qui

La fisarmonica non mi piaceva e non mi piace. 

Non sopporto il repertorio da balera.

 Non mi piace il modo di suonare di molti fisarmonicisti che per sembrare bravi si dilettano in "virtuosimi" come passaggi rapidissimi e saturano i brani di acciacature e glissati. 

Non mi piace, o almeno non mi esalta, nemmeno la fisarmonica nel Jazz, con buona pace di Richard Galliano e Gianni Coscia.

Internet mi ha aiutato molto a rifare un repertorio. Non un repertorio "da fisarmonica." ma.... ad un prossimo eventuale post.

Il fatto di suonare "senza pubblico" l'ho parzialmente risolto andando a suonare nei giardini pubblici, ovviamente senza fare "cappello" ! Mi sono esibito due volte a, proprio a Clavais nelle rassegne di fisarmonicisti fatte in anni successivi a quello che mi ha dato l'idea di riprovarci. Vorrei però trovare altre occasioni.

Del tutto assente, per ora, il suonare con altri: mi piacerebbe molto perchè: mi permetterebbe di imparare e perchè alcuni brani sarebbero meglio se suonati con più strumenti. Altri brani che mi piacerebbe suonare sono impossibili con uno strumento solo.

Tentativo fallito di "cantare suonando" sebbene abbia composto 3 canzoni (La tradizionale sagra del chewing gum - Oltre i dehor - Piciu) , recuperato con la mente 2 di quando ero giovane (Frammenti di panna montata - I maiali mi osservano)  e "contaminato" altre 3 (I temp a cambio torna - Cor nen, va pian - Dop ël bom)

Con tutto ciò il cammino per non "buttare" la tecnica imparata da piccolo e lo strumento, svincolandomi dalla "sfiga" pianificata dai genitori, sta procedendo. 

E' possibile qualcosa di analogo anche per la casa a Clavais, involontariamente ereditata al 50% ?

Quest'estate, pur controvoglia come accade da un po' di anni, ci sono andato, e come già era per mia nonna, l'unico motivo che mi faceva tollerare quel posto, era l'opportunità di invitare amici e parenti (Di parenti lei ne aveva tanti, io molto meno, di amici siamo in pareggio) Ebbene, un amico ospite, apprezzando la bellezza dei luoghi nonostante il mio scarso affetto per gli stessi, mi ha consigliato di "riappropriarmi" di questo luogo/casa, nonostante le vicende per cui me ne sbarazzerei appena possibile (infatti le mie sorelle non ci vanno mai, sarà un caso?) 

Ho pensato, be' un po' come per la fisarmonica. 

Ma ci sono alcune differenza

continua

 

 

 

sabato 27 agosto 2022

Clavais poterbbe diventare una fisarmonica? (1 parte)

 Questo post. molto lungo per cui sarà divisto di più parti, a prima vista tocca temi solo personali, mentre questo blog vorrebbe essere di temi più generali. Non è così, potrebbe essere un'applicazione personale di quello che sociologi psicologi e antropologi chiamano "riappropriazione"


Anno 1962. I miei genitori mi pongono una domanda: "Ti piacerebbe suonare uno strumento musicale?" Siccome ero un bambino abbastanza traquillo, non ho risposto "Si, il tamburo".

Ripeto data e luogo. TORINO 1962: la mia infanzia è stata accompagnata dalle celebrazioni di Italia61. Ricordo ancora l'ovovia per Cavoretto, la monorotaia ma soprattutto la retorica patriottica di quei giorni: addirittura con le marmellatine (se ricordo bene) erano in omaggio figurine con uniformi risorgimentali. Per cui; musica = banda e nella banda i piatti e la grancassa erano quasi ridicoli, la musica la fanno i fiati e tra i fiati quelli che colpiscono la mente di un bambino sono gli ottoni (é oro quel che luce!) "Sì, la tromba!!"    

Delusione!

Mio padre spiegò che con la tromba avrei dovuto per forza suonare con qualcuno, mentre con la fisarmonica potevo eseguire brani anche singolarmente. Ma era proprio in una banda che avrei voluto suonare!

Mia mandre rincarò la dose dicendo che da adulto, quando sarei arrivato a casa stanco e arrabbiato dal lavoro, mi sarei messo a suonare e ogni "stecca" l'avrei dedicata al "capo" che mi aveva fatto arrabbiare.

Io, che sognavo di sfilare con altri, tra ali di folla che applaudiva festante, avrei dovuto suonare da solo, in casa, triste e pure sbagliando! 😢 La delusione fu tale che non feci caso al futuro da impiegato sfigato che i miei genitori si auguravano e progettavano per me. 

Sarebbe stato più onesto dire che nella scuola che frequentavo, come corso extracurricolare facoltativo, c'era una signora che dava lezioni di musica su pianoforte e fisarmonica, e siccome il piano non avevano intenzione di metterlo in casa, se mi andava l'idea di suonare la fisarmonica.

Con tutto ciò mi incuriosiva "decifrare" cosa c'era scritto sul pentagramma, maneggiare l'oggetto, accorgermi che per esempio certe note della mano destra accompagnate da certi bassi della sinistra si "armonizzavano" mentre altre "stridevano" in modo a volte sgradevole a volte divertente. 

Era una fisarmonica Settimio Soprani a 32 bassi. Tre anni dopo, siccome ho una sorella con tra anni in meno,  i miei genitori decisero di fare imparare la fisarmonica pure a lei, cosa che lei detestava totalmente, ma nella loro logica, non volevano fare torti, perchè privarla di quello che avevno offerto a me? Allora lei cominciò con la 32 bassi e mi fecero passare ad una Paolo Soprani a 80 bassi.

Verso i 13/14 anni, nell'epoca dei cantautori, del progressive rock, lasciai perdere. Verso i 20 anni mi iscrissi ad un corso di musica elettronica presso il conservatorio. Altro che fisarmonica!

Le fisarmoniche rimasero chiuse per anni in casa dei genitori. Verso i sessant'anni, stimolato da una rassegna di fisarmoniche che avevo visto a Clavais, la ripresi in mano e, magia! le basi della tecnica non le avevo dimenticate.

Occorreva però un lavoro di "riappropriazione".

(continua)