mercoledì 17 novembre 2021

I migranti salveranno il nostro patrimonio immobiliare?

 

Premetto che la frase “I migranti ci pagheranno le pensioni” non mi piace per due motivi.

  • 1)      Per l’ideologia secondo cui l’utilitarismo supera le ragioni umanitarie.
  • 2)      Che se tutto quello che dagli anni 80 e prima ho versato all’INPS fosse stato investito in fondi, sapendo che non li avrei toccati fino per 40, 30 … anni, be’ penso che  nel 2018 ci sarebbe stato un bel gruzzolo. L’idea che quelli che lavorano “pagano le pensioni ai  vecchi” è un aforisma che nasconde il fatto che i contributi previdenziali non sono stati gestiti in modo corretto.

Veniamo ora al titolo del post.

Come al solito non ho i dati e lancio una sfida a coloro che li hanno per valutare il fenomeno che io posso osservare solo da un punto di vista qualitativo.

La popolazione in Italia diminuisce quindi logicamente dovrebbe diminuire anche la domanda di abitazioni. Di conseguenza, per la legge della domanda e dell'offerta, dovrebbe diminuire il prezzo/valore degli immobili

A questo si aggiungono altri elementi.

In alcuni luoghi, grandi centri, la domanda è più alta per la presenza di opportunità. Ma il recente lockdown che ha mostrato le potenzialità date dalle telecomunicazioni, dovrebbe aver abbassato il divario tra i “luoghi con opportunità” e quelli “abbandonati” (purché abbiano validi sistemi di telecomunicazioni).

Dagli anni 60 in poi andava di moda anche per la piccola borghesia e l’alto proletariato avere la seconda casa come i “signori” di un tempo che andavano “in villa”. Case al mare, case nelle stazioni sciistiche, ma anche quelle che chiamerei case del barbeque  o case con l’orto: case a pochi km dalla grande città, raggiungibili nel fine settimana, dove il piccolo impiegato si divertiva prima a (far) riadattare fienili o restaurare case abbandonate poi dedicarsi ad attività agresti e/o invitare amici al BBQ impossibile da fare nel condominio in città. In molti casi, queste case agresti erano anche vecchie case di abitazione di gente immigrata in città. In alcuni casi rimanevano allo stesso proprietario che le teneva gelosamente pensando alla pensione.

Mi sembra che questo fenomeno delle case del BBQ stia andando in declino per vari motivi.

  •  Alta tassazione sulle seconde case (soprattutto il fisso delle bollette)
  •  meno disponibilità di denaro nella “piccola borghesia – alto proletariato";
  •  pensionamento più avanzato nell’età. Il fenomeno delle case del BBQ era molto legato alla baby pensioni
  •  altri interessi nelle nuove generazioni.

Da cui consegue che ci sono molti “eredi” che vogliono vendere, ben pochi interessati a comprare. conosco purtroppo personalmente il caso due paesi che mi appresto a dettagliare


Di un paese so che alcune case del BBQ sono acquistate da immigrati dal Perù, gente senza grande disponibilità di denaro, ma che per intanto… ma questo paese permette opportunità di lavoro “manuale” e di cura.

 In un altro paese, con meno di 50 residenti, ci sono quattro case in vendita, altre tre vuote, una in comproprietà in cui un comproprietario (io) vorrebbe disfarsene, l’altro no, la considera un tempio confuciano con ritualità cristiana; molte sono  seconde case da BBQ usate “poco” e nonostante ciò, c'è una volpe sta ristrutturando un fienile per farne una casa pensando di viverci quando andrà in pensione.

Orbene, se i migranti venissero da noi legalmente, come i peruviani o slavi, portandosi dei soldi con se, invece di lasciarli ai delinquenti tagliagole, creerebbero una domanda di abitazioni che valorizzerebbe il nostro patrimonio immobiliare. 

I soldi dell’affitto integrerebbero le magre pensioni. Invece i nostri leader ci tolgono le pensioni pagare muri, droni e criminali e dittatori, per impedire che i migranti vengano a pagarci l’affitto o almeno far valere qualcosa le vecchie case.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido e potrei riportare analoghe situazioni nell'oltrepo pavese e nel Monferrato.....

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