lunedì 30 giugno 2025

Toponomastica animalesca a Torino

Come in quasi tutte le città italiane esiste una via dedicata a Colombo, grande navigatore, e considerandoli come dei grossi manzi, al sommo Manzoni. Il capoluogo dell'Abruzzo ha la sua via che perde l'articolo diventando via Aquila. A Giacomo Leopardi è invece dedicato un parco vicino al Po.

Con tutte le sue luci (?) e le ombre (molte) nella storia di Torino ha avuto molta importanza Giovanni Agnelli, ed un tratto di quella lunga arteria che da via Cernaia alla periferia sud cambiando quattro nomi, è dedicato a lui, ovviamente vicino a Mirafiori, senza incrociare corso Pascoli

Tipica di Torino e via Capriolo, (Luigi)  partigiano che i nazisti uccisero pensando di aver ucciso un altro capo partigiano.

In collina troviamo via Gatti. (dedicata al gestore della ristorazione sul Titanic ed affondato insieme alla nave?)

Via Mosca non è dedicata né alla città russa, né all'ingegnere che ha progettato il ponte sulla Dora Riparia che porta il suo nome, ma ad un giurista di nome Gaetano.

Vi è pure una via dedicata all'illustre sconosciuto Giacinto Gallina.

Molto più centrale è la via dedicata ai Cavalli (Giovanni Carlo, ahimè inventore di armi sempre più potenti!)

Non ho trovato invece nessun luogo dedicato a Pietro Verri, nè ai fratelli Cervi (presente in molti comuni della cintura e provincia) né a Ratti (presente ad Alpignano, Asti ...) , Merlo (presente  a Rivarolo, Pinerolo ecc...) e considerandolo un grosso falco, non ho trovato una toponomastica dedicata a Falcone


mercoledì 18 giugno 2025

Due considerazioni su una pagina

 


Ho ripreso in mano un testo che usai per un esame universitario sostenuto nel 1979 di cui penso averne parlato nei post precedenti. Foto di una pagina.

1) Quando ero ragazzino mi avevano regalato una tavoletta del gioco del 15. Dopo averla risolta varie volte mescolando un po' a caso le tessere della configurazione iniziale, mi venne voglia proprio di passare dalle configurazioni descritte nel testo. Ovviamente passai un pomeriggio di tentativi inutili. Nessun problema: solitamente le mie vacanze erano abbastanza noiose, nelle medie inferiori e al liceo preferivo l'anno scolastico. Ma il fatto di non riuscirci mi metteva quasi ansia.

2) Questa descrizione alla faccia di tutti i genitori, superiori ed educatori, pubblicitari e “motivatori” amerikani che dicono che impegnandosi si può ottenere qualsiasi risultato, se non riesci è colpa tua che non sai fare bene le cose. Alla faccia di tutti i manager che “Non voglio sentire problemi, voglio soluzioni”. Superstizioni! Esistono problemi senza soluzione.

domenica 15 giugno 2025

Hello Dolly!


Ammetto che Dolly Parton non è stata mai in vetta nella classifica delle mie cantanti preferite, anzi non sapevo nemmeno della sua esistenza fino all'agosto del 1984, al mio primo viaggio in America, nella provincia, quando imperversava in varie radio e tv non a pagamento o comunque comprese nel prezzo dell'albergo. Neanche come “bellezza femminile” rispecchiava i miei gusti. Ma grazie Mike Cohn ho scoperto una cosa molto interessante non so se grazie alla sua intelligenza (e mi scuso per averla considerata un'oca!) o almeno ai project manager della sua fondazione filantropica Dollywood. Comunque scegliere dei buoni collaboratori è già una gran cosa!

Per ovviare gli abbandoni scolastici in una certa contea, la fondazione ha promesso 500 dollari ai ragazzi se fossero vere queste due condizioni

  1. devi finire il ciclo di studi

  2. scegli un coetaneo, anche lui dovrà finire il ciclo di studi.

Il tasso di abbandono è sceso drasticamente.

Questo è molto bello perché così non solo uno è stimolato individualmente, ma “traina” anche un'altra persona e ha molte probabilità di essere trainato a sua volta. Un atteggiamento molto costruttivo che supera totalmente tutto il clima di competizione individuale che l'azienda tradizionale metteva tra i dipendenti. Siamo una rete sulla stessa barca!

A questo punto sentiamo una versione di una canzone di Neil Young cantata delle tre signore del “country” tra cui la nostra Dolly Parton. Canzone bellissima, voci notevoli, ma come signore anziano se devo inchinarmi alla bellezza femminile di una signora anziana, lo faccio a Emmylou Harris!!!

 


 

venerdì 13 giugno 2025

Sic Transit Gloria Computātōriōrum – 5 puntata

 

Questa citazione tratta da "Il crollo di Babele" di Paolo Benanti (testo che consiglio a chiunque!) mi ha fatto tornare alla mente la mia giovinezza. Come i miei più fervidi followers sanno, io non avevo nessuna intenzione di occuparmi di informatica ma sono stato costretto dalle pressioni indecenti della falsa invalida e del tangentista raccomandato da un massone che volevano anche i miei soldi per i loro culti idolatri. Eppure lo studio universitario non è stato spiacevole perchè ho incontrato docenti come Renato De Mori, Piero Torasso, Attilio Giordana ed altri che interpretavano l'approccio con l'informatica in modo "californiano" e rendevano la materia un'avventura affascinante. Il problema fu quando iniziai a lavorare, dove gli ambienti erano di persone "con una forma diversa di disadattamento e disagio" cioè dei "mamma dammi la pappa!" gente che, come pensavano anche i due che mi avevano chiuso ogni altra prospettiva, credeva che l'informatica fosse quello che agli inizi del XX secolo alcuni pensavano osse l'aviazione: un modo per diventare ufficiali senza aver fatto l'accademia. Gente che voleva "farsi valere" e soprattutto guadagnare. Poi verso la metà degli anni '90 con la chiusura dell'Olivetti, i torinesi dovettero ricredersi, ma quella è un'altra storia.
Ovviamente non tutti erano così - ho fatto anche incontri con persone validissime, ne racconto qui, ma per intanto il clima era quello

lunedì 9 giugno 2025

LLM : Claude meno claudicante

 Ho voluto provare le stesse domande cretine ad un altro LLM di cui avevo sentito parlare bene: Claude.

Già la prima videata mi chiedeva subito che tipo di abbonamento/pagamento volevo. Ovviamente le prove si fanno gratis, ma mi ha dato l'impressione di un qualcosa di più professionale. Ancor più serio mi è parso quando mi ha chiesto la tipologia di ambito in cui volevo essere aiutato, per poi scadere di brutto nell'antropomorfismo più becero quando mi ha chiesto come volevo essere chiamato.

Veniamo alle solite domande:

Analogia tra Mike Bongiorno Donald Trump: ottimo. Conduzione di gioco TV, linguaggio “basso”, rivolgersi all'uomo mediocre, per alcuni visto negativamente, per altri come capacità comunicativa. Differenza: Mike Bongiorno si è limitato alla TV senza impegno politico. Deepseek e ChatGPT avevano tentato di elencare in modo incompleto e impreciso i programmi TV di Mike, Claude non ha fornito questi dati non richiesti.

Analogia tra JD Vance e Cagliuso. Anche qui Claude ha riconosciuto il personaggio Cagliuso ed è andata molto sul pesante nel giudizio su JD Vance.

Quante erano le ragazze che venivano da Lyon attraverso la frontiera cogliendo i fiori della primavera. Magicamente ha detto il numero giusto, aggiungendo dati imprecisi.

Invece il Barone tedesco al servizio dei Savoia su cui c'è una canzone popolare


boh... resta sempre un mistero, anche a discolpa di Claude il barone che ipotizza fu, in un certo periodo della sua vita, agli ordini di Eugenio di Savoia, ma sempre al servizio degli Asburgo.

domenica 8 giugno 2025

Soddisfazioni!!

 Non mi ricordo ben in quale contesto motivazionale, avevo sentito dire che occorreva focalizzare bene e saperne fare un buon storytelling di un risultato positivo ottenuto nel passato. Mi sono scervellato per farmi venire in mente qualcosa di positivo e, dopo un grande sforzo di memoria, sono tornato alla mente ai tempi del liceo. In molte materie gli insegnanti prima di prendere in mano il registro e vedere “chi fosse ancora senza voto” chiedevano se ci fosse qualche volontario. Mentre la prof diceva

 “C'è qualcuno che vuole essere interrogato?”

 Io sussurrai al compagno che mi stava davanti

 “Guarda che hai un buco nel maglione proprio sotto l'ascella destra” (era vero!)

 Lui alzò il braccio... Siccome non era il tipo che si fa abitualmente interrogare la prof fu sbalordita

 “TU??? Bene!”

ma io ero piegato dal ridere, Mazzù e Mortara volevano essere interrogati veramente... alla fine l'equivoco fu chiarito e non finì in una rissa ma in una risata. Però mi colpirono alcuni elementi di coincidenza temporale: io di solito non ero in quel banco, veramente aveva il buco nel maglione, lui era “ancora senza voto”...

Una soddisfazione analoga mi è capitata poco tempo fa. Come molti miei follower sapranno, una volta alla settimana vado in un doposcuola parrocchiale, orientato ai ragazzi delle medie con qualche elemento delle superiori. Disposto ad aiutarli in tutto meno disegno e francese (che nonostante ZAZ non lo conosco!) spero sempre di poterli aiutare in matematica o storia. Ma siccome tra gli insegnanti c'è un'anziana signora che fu mia docente (allora giovane docente!) al mio primo anno di università (al suo esame presi 28), ovviamente le do la precedenza se qualcuno vuole essere aiutato in matematica e spesso li aiuto in materie per me meno divertenti.

Ebbene, chiacchierando con la mia ex docente a proposito del Teorema di Pitagora che solitamente si dice In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull'ipotenusa è equivalente all'unione dei quadrati costruiti sui cateti , dissi che questa equivalenza non vale solo per i quadrati, vale anche per qualsiasi poligono regolare o circonferenza o “frattale” regolare. Chiaramente per i “problemi scolastici” serve il quadrato, quindi non si va oltre.

Dimostrato Pitagora (in questo momento la dimostrazione non me la ricordo, ma mi ricordo che si usava un teorema di Euclide, ma si può anche usare la trigonometria a2 = b2 + c2 − 2bccosα  poiché nel triangolo rettangolo cosα = 0)

Vediamo quanto dicevo con un poligono regolare, la cui area è semiperimetro * apotema. Potremmo indicare l'apotema con lato * costante K che dipende dal numero dei lati. Allora, considerando sempre a l'ipotenusa e b e c i cateti

raccogliendo a fattor comune 


 

semplificando torniamo alla formula iniziale a2 = b2 + c2 .


Candidamente la prof ha detto “già, non avevo mai fatto caso!”

Che soddisfazione!!!

domenica 1 giugno 2025

Il Crollo di Babele – Antiqua et nova


 In un lasso piuttosto lungo, perché in questo periodo non ho avuto molto tempo, ho letto, quasi in contemporanea due testi: entrambi trattano di “tecnologie digitali”, sebbene con obiettivi diversi.

Antiqua et nova è un documento del magistero della Chiesa, che pone in evidenza le opportunità ed i rischi a cui l'umanità sta andando incontro.

Il Crollo di Babele è un saggio di padre Paolo Benanti, e il tema di fondo potrebbe essere “dalle grandi opportunità di comunicazione che internet sembrava promettere, si è passati alle fakenews che inquinano la comunicazione, al controllo sulla privacy ed altri potenziali guai che l'autore fa intravedere”. Per presentare risposte, ripercorre la storia dalle origini ai giorni nostri.

Anche se in calce a “Antiqua et nova” c'è la firma di Papa Francesco, preceduta da quella di quattro illustri prelati, qualcosa mi dice che lo zampino di padre Benanti ci sia anche in questo testo.

Io che sono molto vecchio ricordo che quand'ero giovane (anni 70 e 80) c'era un numero di morti per incidenti stradali incredibile. Nel 1972 si superò la quota diecimila, ma quasi sempre si superavano gli ottomila l'anno. Oggi, pur senza riduzioni del traffico e pur essendoci ancora troppi morti, da un po' di anni siamo sotto i quattromila. Obbligo di cinture, poggiatesta, specchietti retrovisori laterali e poi ABS, airbag, progettare le carrozzerie tenendo conto anche degli impatti, obbligo di fanali accesi in autostrada, limiti di velocità, test alcolemico, ... senza contare “line warning” ad altri ADAS. Non si è vietata l'auto, ma si è proceduto per un cammino diverso.

Penso che anche le tecnologie digitali debbano percorre un cammino simile.

Quei due testi li consiglio a chiunque, anche se privo di conoscenze tecnologiche, perchè scritti in modo molto piano. Per chi avesse una base informatica “Il Crollo di Babele” è una lettura ancor più interessante! Per chi avesse una visione più umanistico-filosofica, magari potrebbe ampliare il suo spettro (su nessun manuale di filosofia mi pare si citi Bogdanov, che invece nei fatti...)

Da mettere nello stesso scaffale della libreria in cui ci sono “Contro lo smartphone” e “ Nè intelligente né artificiale” ovviamente per capire, non per demonizzare nè cascare nel tranello di un progressismo acritico e irrazionale.

Una postilla. “Antiqua et nova” è un documento del Magistero della Chiesa, ma fino al punto 115 (in tutto sono 117 punti) potrebbe essere condiviso da qualsiasi credente o agnostico (non ateo perchè come diceva don Bonardello e mi pare anche Vattimo, per credere positivamente nella inesistenza di Dio ci vuole un gran fideismo, nè idolatra, perchè questi adorano le opere delle mani dell'uomo!). Al punto 113 afferma  

Oggi, la vasta estensione della conoscenza è accessibile in modi che avrebbero riempito di meraviglia le generazioni passate; per impedire, tuttavia, che i progressi della scienza rimangano umanamente e spiritualmente sterili, si deve andare oltre la mera accumulazione di dati e adoperarsi per raggiungere una vera sapienza

Ma la via per raggiungere una vera sapienza? Al 115 In un mondo segnato dall’IA, abbiamo bisogno della grazia dello Spirito Santo, il quale «permette di vedere le cose con gli occhi di Dio, di comprendere i nessi, le situazioni, gli avvenimenti e di scoprirne il senso 

mettendomi nei panni di tanti agnostici intelligenti e con una certa onestà intellettuale mi domando cosa possa essere per loro la graiza dello Spirito Santo. Mi è venuta in mente un verso di una canzone di Finardi 

E tu lo chiami Dio
Io non do mai nomi
A cose più grandi di me




 

mercoledì 14 maggio 2025

LLM come una scatola nera.

 Sicuramente gli esperti in intelligenza artificiale, nel leggere il prosieguo del post, mi diranno che sto sbagliando a fare i prompt.

No. Non me ne frega nulla di sapere la risposta alla domanda. La so già. Il mio problema è un altro.

 Ho avuto un'esperienza nello sviluppo degli ADAS (sistemi di ausilio alla guida) in cui acquisivano i dati “tipici” del veicolo (velocità. imbardata. RPM. freni luci marcia...) da rete CAN, dati da telecamere a volte anche a infrarossi, dati dalla cartografia digitalizzata ovviamente con il veicolo posizionato tramite GPS, eventuali radar e altri sensori specifici... e poi dal data fusion si eseguivano certe funzioni specifiche per i vari progetti. Sapevamo gli scenari che dovevano essere gestiti e come avrebbero dovuto essere gestiti. Quindi sapevamo quale avrebbe dovuto essere l'output in un contesto di numerosi ed instabili dati di input. Per la maggior parte delle altre applicazioni informatiche il testing è molto più standardizzato. Si parla di Test DrivenDevelopement. Qui invece era più probabile che di fronte a certe situazioni non bastava avere tanti pezzettini di codice ognuno dei quali funzionante. Ma in ogni caso sapevamo cosa volevamo. Invece nella cosiddetta Intelligenza Artificiale l'utente non sa cosa vuole.

Ecco, io sapevo benissimo cosa volevo ed ecco il risultato del test


 


 


 

 

 

Considerazioni. Come ho già scritto qui e ribadito da un personaggio più autorevoledi me LLM tende a dire sempre qualcosa, indipendentemente dalla verità. Nella sua ricerca, trova aree di argomenti e costruisce con quello che “trova”. Poi ha il brutto vizio di aggiungere ancora informazioni non richieste ma “bonus pack” che evocano l'erlebnis dell'imputato che mentre l'avvocato teneva l'arringa finale urla “Tagli corto avvocato, altrimenti perdiamo la causa!”

Con questo non distruggo l'utilità di applicazioni che "sfogliano" rapidamente grandi quantità di dati, ma ecco che il compito che lo scolaretto si fa fare dall'intelligenza artificiale ha alte probabilità di essere sbagliato

venerdì 2 maggio 2025

5 Maggio

 

Ringrazio #ChatGPT per avermi fornito “a gratis” queste due mie foto di Napoleone. Su questo tema (foto fake) ne parlerò in un prossimo post.

Invece ora parlo della mia identificazione con Napoleone. Ma come? Credersi Napoleone è un luogo comune, quasi una  frusta macchietta da sketch da avanspettacolo, per rappresentare uno che è impazzito.

Specifico meglio. Io mi riconosco in Napoleone in alcuni versi della poesia 5 maggio.

 Ei si nomò: due secoli,
l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s’assise in mezzo a lor

 In effetti ho visto due secoli l'un contro l'altro armato in almeno due circostanze. 

1) Innanzitutto nel rapporto di lavoro. Sebbene non fossi per nulla un nerd, siccome la falsa invalida e il tangentista raccomandato da un massone (per essere generosi nei loro confronti!) avevano sentito dire che gli informatici trovano facilmente lavoro, nella loro insaziabile avidità, per avere “il mio contributo in casa”, mi avevano bloccato le possibilità di altri percorsi più vicini alle mie attitudini e alle mie aspirazioni ed ero finito in una software-house, scoprendo così, negli anni '80, una precarietà di condizioni che nè la precedente generazione nè altri miei coetanei avevano conosciuto e che invece è la prassi per la maggior parte dei giovani attuali. Ovviamente ho capito che i sindacati non stavano cogliendo il cambiamento.


2) Nel modo di lavorare. Intorno al 2010 scoprii l'Agile, e mi accorsi dei limiti della “torinesità” lavorativa, cioè un mondo in cui il paradigma era la catena di montaggio. Dopo aver lavorato per anni in un settore R&D in cui di fatto tendevamo a muoverci secondo alcuni principi agili, mi trovai in un contetesto qualcuno voleva imporre la catena di montaggio e il "comando-controllo" anche allo sviluppo del software. Ovviamente nel piccolo mio contesto aziendale vinse il vecchio secolo, nel mondo dell'informatica per tutto il decennio successivo non si parlava altro che di Agile.

I secoli non si volsero a me sommessi, ma io dentro di me un giudizio su di loro lo avevo.

Come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
[...]
tal su quell’alma il cumulo
delle memorie scese! 

In effetti a volte i ricordi emergono non sollecitati, e mi fanno stare male.

[...]narrar sé stesso imprese,
e sull’eterne pagine
cadde la stanca man! 

Questo invece mi capitò verso il 60 anni quando dovetti scrivere dei CV. Sappiamo che il CV descrive per il 5% te stesso e per il 95% l'azienda in cui hai prestato la tua opera. Veramente spesso mi cadeva la stanca man a pensare quanto poco,e a volte anche male, la cattiva organizzazione aziendale aveva fatto fare ai dipendenti, sprecando tempo ed energie!

[…] ma valida
 venne una man dal cielo
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;

In questi versi manzoniani é spiegato un po' troppo superficialmente quanto è accaduto nella mia vita, ma spiegnano che, in ultima analisi la mia gratitudine superi il mio rancore!

 

 

 

 

 

 

 


 

martedì 22 aprile 2025

Pesci esotici, l'invasione silenziosa - mia penultima lettura


 

Prima di terminare il testo recensito in questo post, avevo letto "Pesci esotici, l'invasione silenziosa". Opuscolo “vinto” risolvendo un rebus. Non avrei mai comprato un libro simile, non essendo un appassionato della biologia ittica. Invece è stata una lettura piacevole.

Mi ha favorevolmente colpito il fatto che la varietà delle specie ittiche siano in numero praticamente uguale in acque marine e nelle acque interne, sebbene le aree occupate dalle acque dolci siano una percentuale irrisoria rispetto a quelle occupate dagli oceani e dai mari. La spiegazione è evoluzionista: le acque dolci sono separate da tante barriere per cui possono crearsi piccoli ambienti, magari simili per caratteristiche termiche e di fondali, ma separate tra loro, per cui le specie viventi possono evolvere in modo diverso.

Bello notare come il mondo reale è un sistema complesso, per cui una piccola modifica ha conseguenze enormi e di cui non tiene conto il superficiale che "ingegneristicamente" la attua magari pensando di fare una cosa sensata: quanti pesci estranei all'ambiente sono stati introdotti da appassionati della pesca per avere prede più prelibate!.

Le cause nefaste dell'introduzione di speci aliene sono varie e lascio al lettore il piacere di scoprile.

Di questa lettura ho apprezzato la precisione terminologica e la ricchezza lessicale che difficilmente si trova in opere “letterarie”. Per esempio non avevo mai sentito prima d'ora la locuzione “attività alieutiche”

giovedì 10 aprile 2025

Il Guazzabuglio del cuore. - Mia ultima lettura

 


Per la seconda volta mi accingo a fare una specie di recensione ad un libro scritto da una persona amica. L'altra recensione è qui.

Oltre la curiosità di leggere quanto Gian Mario Veneziano ha scritto, ero interessato anche per il fatto che qualche anno fa mi ero messo a rileggere “I Promessi Sposi” e a tirarne fuori un mio commento. La differenza sostanziale col mio commento è che rifacendomi a quanto dice Manzoni stesso nel capitolo 27, [...]ma siccome, per un giusto sentimento di noi medesimi, dobbiam supporre che quest’opera non possa esser letta se non da ignoranti, [...] io ho fatto una lettura sostanzialmente da “ignorante” - da un punto di vista letterario - per finire, tra una battuta cretina e aneddoti vari, in una lettura sostanzialmente in linea a quello che Luigi Einaudi diceva del romanzo. Peccato non aver letto Einaudi prima, o forse meglio così, sono stato più “dësgenà”

Per tornare al libro di Veneziano, invece l'autore è tutt'altro che ignorante, perché Manzoni deve averlo spiegato alle scolaresche non so quante volte in tanti anni di insegnamento.

Il libro è composto di tre capitoli, ma il primo, quello dedicato ai Promessi Sposi, occupa all'incirca il 70% del testo. Inoltre torna al romanzo nel terzo capitolo, quanto parla della madre di Cecilia e di padre Felice Casati. Molto interessante l'analisi della storia, molto interessanti ed istruttivi i collegamenti filosofici e quelli relativi alla biografia del Manzoni, che a me mancavano o almeno non mi erano così noti.

Convengo con l'autore a proposito della figura paterna, positiva nel padre simbolico interpretato da padre Cristoforo nei confronti dei due giovani, ma io ci metterei anche Federico Borromeo nei confronti dell'Innominato, anche se per certi versi coetanei; per lo più negativa nei padri carnali, padre di Ludovico, padre di Gertrude e io ho notato un altro personaggio positivo, ma goffo nel ruolo di padre.

Belle le spiegazioni della notte dell'Innominato e di Renzo che perdona don Rodrigo dopo l'incontro con padre Cristoforo. Chissà quante volte le avrà spiegate in classe! Spero che gli allievi fossero attenti. Io, ai tempi dei Promessi Sposi avevo una professoressa che non valeva una cicca.

Nella mia disamina, quelle due scene topiche le ho saltate, ci sono già troppi commenti e spiegazioni a cui non avrei saputo cosa aggiungere, soffermandomi sulle scene successive, cioè l'Innominato ormai buono, diventa manager del progetto “minimizzare i danni della calata dei lanzichenecchi” e per la seconda ho focalizzato l'attenzione su cui purtroppo spesso si sorvola -Veneziano l'ha solo posticipata - perché incuneata tra due scene chiave, cioè quella del discorso di Felice Casati, personaggio storicamente vissuto, come Federico Borromeo.

Condivido abbastanza con l'autore che Manzoni non ha una lettura ideologica con i buoni di qua ed i cattivi di là ed happy end finale, ma le persone hanno la loro complessità e dinamica. (Nel mio sottotitolo parlo anche di Complex Systems tra le pagine del romanzo)

Non condivido però il titolo scelto da Veneziano, a meno del fatto che possa essere esteso a tutti i personaggi manzoniani, in primo luogo Renzo e Lucia, e anche a Manzoni stesso. Perché insieme a donna Prassede e al conte Attilio (personaggio che Veneziano non cita) il padre di Gertrude è uno dei pochi staticamente cattivi. Il suo attimo di affetto nei confronti della figlia mi sembra quello del padrone del cagnolino quando capisce che il cagnolino ha imparato a non pisciare più in casa o gli riporta il bastoncino lanciato, non certo perché ne riconosca il mistero del suo destino di essere umano.

Gli altri capitoli sono dedicati ad altre opere, di cui alcune ho una conoscenza scarsa o nulla, quindi per me novità. Qualcosa da imparare.

L'altra opera che conoscevo di cui Veneziano parla è “Cinque maggio”. Un'opera in cui mi riconosco. Grave dirlo perché pensare di essere Napoleone è un topos abbastanza frusto del pazzo. Ma io mi riconosco solo in due punti. Ne riparlerò in seguito. Su uno però Veneziano offre un'interpretazione mai sentita a scuola.

“Cadde la stanca man” viene interpretato

“Il non saper scrivere le proprie memorie è simbolo dell'incapacità di Napoleone di cogliere il significato ultimo della sua esperienza di uomo e di condottiero...”

Per me invece, quando mi sono trovato quasi sessantenne in cerca di altre occupazioni, nello scrivere il CV a volte mi cadeva la stanca man. Ma di questo ne riparlerò spero entro il 5 maggio.