sabato 2 agosto 2025

Una Fiat che fu


Ho terminato di leggere un libro avuto in prestito. Oltre quattrocento pagine di lettura molto scorrevole ed interessante, almeno per me per diversi motivi: sono torinese e l'autore, Giancarlo Michellone, era stato l'amministratore delegato del Centro Ricerche Fiat anche nel periodo in cui ho lavorato, purtroppo come esterno e non come dipendente.

Si tratta di una specie di diario che va dal 1966 al 1970 con qualche nota sul prima per inquadrare il contesto, e sul dopo per farci sapere “come andrà a finire”. Le tematiche oltre alle vicende personali – matrimonio e nascita dei figli – che l'autore cita con molta riservatezza, sono il suo lavoro in FIAT e le vicende del suo paese, Cambiano, nella seconda cintura di Torino, di cui, sebbene con riluttanza è stato anche sindaco.

Negli anni sessanta nella cintura di Torino c'è stato un grande incremento della popolazione, dovuto alla crescita industriale. Una conseguenza è stata una grande speculazione edilizia che scaricava i costi dell'urbanizzazione (fognature, acquedotto, illuminazione stradale, scuole elementari...) sulle amministrazioni locali. Sparso un po' in tutto il testo si trovano le battaglie sostenute dalla giunta comunale per mantenere a Cambiano una “crescita sostenibile”, scontrandosi anche contro pressioni di certi portatori di interessi che superavano i limiti della legalità.

Il mondo FIAT che descrive è un isola felice, per certi versi simile al Centro Ricerche FIAT, ben lontana dalla produzione, dalla famigerata “catena di montaggio”. Si trattava del settore “Esperienze” (in cui lavorava anche mio suocero). In quel periodo l'autore si occupava dell'antiskid, un sistema che si prefiggeva di ottimizzare le frenate, soprattutto su terreni gelati, bagnati o comunque non bene aderenti e magari con aderenze diverse sulle ruote. Tematica interessante perché è probabilmente stata la prima applicazione dell'elettronica e della meccanica insieme. Inoltre ha implicato un'organizzazione del lavoro dove i portatori di competenze diverse collaboravano in team multidisiplinari e questo scardinava un po' la suddivisione burocratica dell'azienda.

Non sottolineo altro ma lascio al lettore il piacere di addentrarsi in questa storia.

Parallelamente alla gestazione dell'antiskid, troviamo il racconto delle turbolenze sociali di quegli anni. Anche qui non mi dilungo e passo a considerazioni più personali.

Era la prima applicazione dell'elettronica a bordo veicolo, evidentemente, perché non erano state previste interferenze dei campi magnetici sui dispositivi. Per fortuna degli sviluppatori, non potendo più provare il sistema sui prototipi al Sestriere come avevano fatto alcune volte, decisero di provare nella collina torinese, nella piazza vicino al Faro della Vittoria, non distante dai numerosi ripetitori, allora penso della RAI.  Lì il comportamento del sistema diventava misteriosamente “assurdo”. La spiegazione del fenomeno - i campi magnetici dei ripetitori "disturbano" le componenti elettroniche di bordo - viene in mente ed apre una nuova sfida da affrontare. Quante volte, in occasioni ovviamente diverse, è capitato anche a me di dire: “È andata bene che questo caso non previsto è venuto fuori nei test e non dopo il rilascio del sistema!”

Quello che non capisco è che verso la fine del libro si racconta di un antiskid della concorrenza, montato su un mezzo "di serie" in funzione, che ha un grave problema causato proprio da interferenze simili. Possibile che la protezione dalle interferenze non fosse diventata una caratteristica necessaria per l'omologazione?

Ho apprezzato molto anche la ricchezza linguistica. Sono molte le frasi in piemontese riportate, ma, seppur in misura minore, c'era anche il veneto di Zottarel, l'inglese, qualcosa in francese e nache una frase multilingue di un greco.

Giancarlo Michellone era l'amministratore delegato al CRF, ma non ho mai avuto contatti diretti con lui (a parte l'omaggio di un trolley fatto anche a me come componente di un team che aveva lavorato sulla funzione di “evasione ostacolo”)

Conosco il figlio Gianluca di cui il testo cita la nascita ed i pianti notturni.

Ho conosciuto invece l'ing. Mario Palazzetti, che progettava le prime schede elettroniche a bordo veicolo. Quando lo conobbi era un vecchio signore ormai “consulente” del Centro Ricerche. Non collaboravo direttamente con lui, ma mi è capitato di andare a pranzo insieme in mensa ed era un conversatore interessante.

Sono stato anche al brindisi di inizio pensione di Ezio Lendaro.

Ovviamente Zottarel, il collaudatore spericolato, non l'ho conosciuto, ma guarda caso, anche il driver con cui ho fatto molti test e acquisizione dati era un ex-paracadutista. Non nella Folgore, ma negli Alpini Paracadutisti. Evidentemente per fare quel lavoro occorre una certa forma mentis.

Ultimo ricordo. Nel libro si cita un certo ing. Ravizza che nel 1970 aveva quarant'anni. Mio padre, negli ultimi giorni della sua vita, ogni tanto si immaginava di essere in situazioni evidentemente accadute in passato e parlava anche dell'ing. Ravizza. Ora in Torino, di Ravizza, ingegneri nati intorno agli anni '30 non penso che ce ne fossero molti. Chissà se era lui ?

domenica 6 luglio 2025

Spese per la difesa 😱

Sul tema del 5% del PIL in difesa, ricordando l'inciso manzoniano nella descrizione del milanesato nei Promessi Sposi, 
“...e provvisioni per l'esercito, e lo sciupinìo che sempre le accompagna
 viene il sospetto che nella migliore delle ipotesi sia una forma surrettizia di aiuti di stato ai “capitani d'industria” che non hanno saputo prevedere l'evolvere del mercato.
 
Se invece difesa deve essere, per essere efficaci, occorre partire dalla situazione bellica attuale: Ucraina e Gaza insegnano che gli aggressori puntano direttamente alla popolazione civile e i principali obiettivi sono gli ospedali, poi scuole e case. Allora i nuovi ospedali che si progetta di costruire o ristrutturare, si edifichino col 5% del PIL “a prova di attacco di missili e droni”. Idem per l'edilizia scolastica, che pare abbia delle necessità impellenti, ma manchino i fondi: inquest'ottica ci sarebbero!
 
Questo approccio, oltre ad essere difesa efficace considerando il modo attuale di gestire la guerra, potrebbe affievolire il dilemma “o armi o welfare”, sarebbe compatibile con la nostra costituzione che giustamente prevede solo la difesa, ma non aggressioni e invasioni a stati terzi.

 

lunedì 30 giugno 2025

Toponomastica animalesca a Torino

Come in quasi tutte le città italiane esiste una via dedicata a Colombo, grande navigatore, e considerandoli come dei grossi manzi, al sommo Manzoni. Il capoluogo dell'Abruzzo ha la sua via che perde l'articolo diventando via Aquila. A Giacomo Leopardi è invece dedicato un parco vicino al Po. Al Tasso, che visse a Torino alcuni mesi, è dedicata una via centrale ma abbastanza angusta.

Con tutte le sue luci (?) e le ombre (molte) nella storia di Torino ha avuto molta importanza Giovanni Agnelli, ed un tratto di quella lunga arteria che da via Cernaia alla periferia sud cambiando quattro nomi, è dedicato a lui, ovviamente vicino a Mirafiori, senza incrociare corso Pascoli

Tipica di Torino e via Capriolo, (Luigi)  partigiano che i nazisti uccisero pensando di aver ucciso un altro capo partigiano.

In collina troviamo via Gatti. (dedicata al gestore della ristorazione sul Titanic ed affondato insieme alla nave?)

Via Mosca non è dedicata né alla città russa, né all'ingegnere che ha progettato il ponte sulla Dora Riparia che porta il suo nome, ma ad un giurista di nome Gaetano.

Vi è pure una via dedicata all'illustre sconosciuto Giacinto Gallina.

Molto più centrale è la via dedicata ai Cavalli (Giovanni Carlo, ahimè inventore di armi sempre più potenti!) 

C'è una via dedicata al Riccio (Camillo) che speriamo non l'attraversi per non essere investito come tanti suoi simili.

Strada della Manta
Esiste anche una via dedicata ad un improbabile incrocio tra due animali: via LeonCavallo 

Alla Manta è dedicata una strada.

A Giovanni Falcone è dedicata una breve via che fiancheggia il Tribunale.

Non ho trovato invece nessun luogo dedicato a Pietro Verri, nè ai fratelli Cervi (presente in molti comuni della cintura e provincia) né a Ratti (presente ad Alpignano, Asti ...) , Merlo (presente  a Rivarolo, Pinerolo ecc...). Tra le  innumerevoli vie dedicate ai pittori, nessuna dedicata a Paolo Uccello.


mercoledì 18 giugno 2025

Due considerazioni su una pagina

 


Ho ripreso in mano un testo che usai per un esame universitario sostenuto nel 1979 di cui penso averne parlato nei post precedenti. Foto di una pagina.

1) Quando ero ragazzino mi avevano regalato una tavoletta del gioco del 15. Dopo averla risolta varie volte mescolando un po' a caso le tessere della configurazione iniziale, mi venne voglia proprio di passare dalle configurazioni descritte nel testo. Ovviamente passai un pomeriggio di tentativi inutili. Nessun problema: solitamente le mie vacanze erano abbastanza noiose, nelle medie inferiori e al liceo preferivo l'anno scolastico. Ma il fatto di non riuscirci mi metteva quasi ansia.

2) Questa descrizione alla faccia di tutti i genitori, superiori ed educatori, pubblicitari e “motivatori” amerikani che dicono che impegnandosi si può ottenere qualsiasi risultato, se non riesci è colpa tua che non sai fare bene le cose. Alla faccia di tutti i manager che “Non voglio sentire problemi, voglio soluzioni”. Superstizioni! Esistono problemi senza soluzione.

domenica 15 giugno 2025

Hello Dolly!



Ammetto che Dolly Parton non è stata mai in vetta nella classifica delle mie cantanti preferite, anzi non sapevo nemmeno della sua esistenza fino all'agosto del 1984, al mio primo viaggio in America, nella provincia, quando imperversava in varie radio e tv non a pagamento o comunque comprese nel prezzo dell'albergo. Neanche come “bellezza femminile” rispecchiava i miei gusti. Ma grazie Mike Cohn ho scoperto una cosa molto interessante non so se grazie alla sua intelligenza (e mi scuso per averla considerata un'oca!) o all'intelligenza dei project manager della sua fondazione filantropica Dollywood. Comunque scegliere dei buoni collaboratori è già una gran cosa!

Per ovviare gli abbandoni scolastici in una certa contea, la fondazione ha promesso 500 dollari ai ragazzi se fossero verificate entrambe queste due condizioni:

  1. devi finire il ciclo di studi

  2. scegli un coetaneo, e scommetti che anche lui finirà il ciclo di studi.

Il tasso di abbandono è sceso drasticamente.

Questo è molto bello perché così non solo uno è stimolato individualmente, ma “traina” anche un'altra persona ed ha molte probabilità di essere trainato a sua volta. Un atteggiamento molto costruttivo che supera totalmente tutto il clima di competizione individuale che l'azienda tradizionale metteva tra i dipendenti. Siamo in una rete sulla stessa barca!

A questo punto sentiamo una versione di una canzone di Neil Young cantata delle tre signore del “country” tra cui la nostra Dolly Parton. Canzone bellissima, voci notevoli, ma come signore anziano se devo inchinarmi alla bellezza femminile di una signora anziana, lo faccio a Emmylou Harris!!!

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Fonte della notizia : dalla mail list di Mike Cohn di Mountain Goat Software

 


 

venerdì 13 giugno 2025

Sic Transit Gloria Computātōriōrum – 5 puntata

 

Questa citazione tratta da "Il crollo di Babele" di Paolo Benanti (testo che consiglio a chiunque!) mi ha fatto tornare alla mente la mia giovinezza. Come i miei più fervidi followers sanno, io non avevo nessuna intenzione di occuparmi di informatica ma sono stato costretto dalle pressioni indecenti della falsa invalida e del tangentista raccomandato da un massone che volevano anche i miei soldi per i loro culti idolatri. Eppure lo studio universitario non è stato spiacevole perchè ho incontrato docenti come Renato De Mori, Piero Torasso, Attilio Giordana ed altri che interpretavano l'approccio con l'informatica in modo "californiano" e rendevano la materia un'avventura affascinante. Il problema fu quando iniziai a lavorare, dove gli ambienti erano di persone "con una forma diversa di disadattamento e disagio" cioè dei "mamma dammi la pappa!" gente che, come pensavano anche i due che mi avevano chiuso ogni altra prospettiva, credeva che l'informatica fosse quello che agli inizi del XX secolo alcuni pensavano osse l'aviazione: un modo per diventare ufficiali senza aver fatto l'accademia. Gente che voleva "farsi valere" e soprattutto guadagnare. Poi verso la metà degli anni '90 con la chiusura dell'Olivetti, i torinesi dovettero ricredersi, ma quella è un'altra storia.
Ovviamente non tutti erano così - ho fatto anche incontri con persone validissime, ne racconto qui, ma per intanto il clima era quello

lunedì 9 giugno 2025

LLM : Claude meno claudicante

 Ho voluto provare le stesse domande cretine ad un altro LLM di cui avevo sentito parlare bene: Claude.

Già la prima videata mi chiedeva subito che tipo di abbonamento/pagamento volevo. Ovviamente le prove si fanno gratis, ma mi ha dato l'impressione di un qualcosa di più professionale. Ancor più serio mi è parso quando mi ha chiesto la tipologia di ambito in cui volevo essere aiutato, per poi scadere di brutto nell'antropomorfismo più becero quando mi ha chiesto come volevo essere chiamato.

Veniamo alle solite domande:

Analogia tra Mike Bongiorno Donald Trump: ottimo. Conduzione di gioco TV, linguaggio “basso”, rivolgersi all'uomo mediocre, per alcuni visto negativamente, per altri come capacità comunicativa. Differenza: Mike Bongiorno si è limitato alla TV senza impegno politico. Deepseek e ChatGPT avevano tentato di elencare in modo incompleto e impreciso i programmi TV di Mike, Claude non ha fornito questi dati non richiesti.

Analogia tra JD Vance e Cagliuso. Anche qui Claude ha riconosciuto il personaggio Cagliuso ed è andata molto sul pesante nel giudizio su JD Vance.

Quante erano le ragazze che venivano da Lyon attraverso la frontiera cogliendo i fiori della primavera. Magicamente ha detto il numero giusto, aggiungendo dati imprecisi.

Invece il Barone tedesco al servizio dei Savoia su cui c'è una canzone popolare


boh... resta sempre un mistero, anche a discolpa di Claude il barone che ipotizza fu, in un certo periodo della sua vita, agli ordini di Eugenio di Savoia, ma sempre al servizio degli Asburgo.

domenica 8 giugno 2025

Soddisfazioni!!

 Non mi ricordo ben in quale contesto motivazionale, avevo sentito dire che occorreva focalizzare bene e saperne fare un buon storytelling di un risultato positivo ottenuto nel passato. Mi sono scervellato per farmi venire in mente qualcosa di positivo e, dopo un grande sforzo di memoria, sono tornato alla mente ai tempi del liceo. In molte materie gli insegnanti prima di prendere in mano il registro e vedere “chi fosse ancora senza voto” chiedevano se ci fosse qualche volontario. Mentre la prof diceva

 “C'è qualcuno che vuole essere interrogato?”

 Io sussurrai al compagno che mi stava davanti

 “Guarda che hai un buco nel maglione proprio sotto l'ascella destra” (era vero!)

 Lui alzò il braccio... Siccome non era il tipo che si fa abitualmente interrogare la prof fu sbalordita

 “TU??? Bene!”

ma io ero piegato dal ridere, Mazzù e Mortara volevano essere interrogati veramente... alla fine l'equivoco fu chiarito e non finì in una rissa ma in una risata. Però mi colpirono alcuni elementi di coincidenza temporale: io di solito non ero in quel banco, veramente aveva il buco nel maglione, lui era “ancora senza voto”...

Una soddisfazione analoga mi è capitata poco tempo fa. Come molti miei follower sapranno, una volta alla settimana vado in un doposcuola parrocchiale, orientato ai ragazzi delle medie con qualche elemento delle superiori. Disposto ad aiutarli in tutto meno disegno e francese (che nonostante ZAZ non lo conosco!) spero sempre di poterli aiutare in matematica o storia. Ma siccome tra gli insegnanti c'è un'anziana signora che fu mia docente (allora giovane docente!) al mio primo anno di università (al suo esame presi 28), ovviamente le do la precedenza se qualcuno vuole essere aiutato in matematica e spesso li aiuto in materie per me meno divertenti.

Ebbene, chiacchierando con la mia ex docente a proposito del Teorema di Pitagora che solitamente si dice In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull'ipotenusa è equivalente all'unione dei quadrati costruiti sui cateti , dissi che questa equivalenza non vale solo per i quadrati, vale anche per qualsiasi poligono regolare o circonferenza o “frattale” regolare. Chiaramente per i “problemi scolastici” serve il quadrato, quindi non si va oltre.

Dimostrato Pitagora (in questo momento la dimostrazione non me la ricordo, ma mi ricordo che si usava un teorema di Euclide, ma si può anche usare la trigonometria a2 = b2 + c2 − 2bccosα  poiché nel triangolo rettangolo cosα = 0)

Vediamo quanto dicevo con un poligono regolare, la cui area è semiperimetro * apotema. Potremmo indicare l'apotema con lato * costante K che dipende dal numero dei lati. Allora, considerando sempre a l'ipotenusa e b e c i cateti

raccogliendo a fattor comune 


 

semplificando torniamo alla formula iniziale a2 = b2 + c2 .


Candidamente la prof ha detto “già, non avevo mai fatto caso!”

Che soddisfazione!!!

domenica 1 giugno 2025

Il Crollo di Babele – Antiqua et nova


 In un lasso piuttosto lungo, perché in questo periodo non ho avuto molto tempo, ho letto, quasi in contemporanea due testi: entrambi trattano di “tecnologie digitali”, sebbene con obiettivi diversi.

Antiqua et nova è un documento del magistero della Chiesa, che pone in evidenza le opportunità ed i rischi a cui l'umanità sta andando incontro.

Il Crollo di Babele è un saggio di padre Paolo Benanti, e il tema di fondo potrebbe essere “dalle grandi opportunità di comunicazione che internet sembrava promettere, si è passati alle fakenews che inquinano la comunicazione, al controllo sulla privacy ed altri potenziali guai che l'autore fa intravedere”. Per presentare risposte, ripercorre la storia dalle origini ai giorni nostri.

Anche se in calce a “Antiqua et nova” c'è la firma di Papa Francesco, preceduta da quella di quattro illustri prelati, qualcosa mi dice che lo zampino di padre Benanti ci sia anche in questo testo.

Io che sono molto vecchio ricordo che quand'ero giovane (anni 70 e 80) c'era un numero di morti per incidenti stradali incredibile. Nel 1972 si superò la quota diecimila, ma quasi sempre si superavano gli ottomila l'anno. Oggi, pur senza riduzioni del traffico e pur essendoci ancora troppi morti, da un po' di anni siamo sotto i quattromila. Obbligo di cinture, poggiatesta, specchietti retrovisori laterali e poi ABS, airbag, progettare le carrozzerie tenendo conto anche degli impatti, obbligo di fanali accesi in autostrada, limiti di velocità, test alcolemico, ... senza contare “line warning” ad altri ADAS. Non si è vietata l'auto, ma si è proceduto per un cammino diverso.

Penso che anche le tecnologie digitali debbano percorre un cammino simile.

Quei due testi li consiglio a chiunque, anche se privo di conoscenze tecnologiche, perchè scritti in modo molto piano. Per chi avesse una base informatica “Il Crollo di Babele” è una lettura ancor più interessante! Per chi avesse una visione più umanistico-filosofica, magari potrebbe ampliare il suo spettro (su nessun manuale di filosofia mi pare si citi Bogdanov, che invece nei fatti...)

Da mettere nello stesso scaffale della libreria in cui ci sono “Contro lo smartphone” e “ Nè intelligente né artificiale” ovviamente per capire, non per demonizzare nè cascare nel tranello di un progressismo acritico e irrazionale.

Una postilla. “Antiqua et nova” è un documento del Magistero della Chiesa, ma fino al punto 115 (in tutto sono 117 punti) potrebbe essere condiviso da qualsiasi credente o agnostico (non ateo perchè come diceva don Bonardello e mi pare anche Vattimo, per credere positivamente nella inesistenza di Dio ci vuole un gran fideismo, nè idolatra, perchè questi adorano le opere delle mani dell'uomo!). Al punto 113 afferma  

Oggi, la vasta estensione della conoscenza è accessibile in modi che avrebbero riempito di meraviglia le generazioni passate; per impedire, tuttavia, che i progressi della scienza rimangano umanamente e spiritualmente sterili, si deve andare oltre la mera accumulazione di dati e adoperarsi per raggiungere una vera sapienza

Ma la via per raggiungere una vera sapienza? Al 115 In un mondo segnato dall’IA, abbiamo bisogno della grazia dello Spirito Santo, il quale «permette di vedere le cose con gli occhi di Dio, di comprendere i nessi, le situazioni, gli avvenimenti e di scoprirne il senso 

mettendomi nei panni di tanti agnostici intelligenti e con una certa onestà intellettuale mi domando cosa possa essere per loro la graiza dello Spirito Santo. Mi è venuta in mente un verso di una canzone di Finardi 

E tu lo chiami Dio
Io non do mai nomi
A cose più grandi di me




 

mercoledì 14 maggio 2025

LLM come una scatola nera.

 Sicuramente gli esperti in intelligenza artificiale, nel leggere il prosieguo del post, mi diranno che sto sbagliando a fare i prompt.

No. Non me ne frega nulla di sapere la risposta alla domanda. La so già. Il mio problema è un altro.

 Ho avuto un'esperienza nello sviluppo degli ADAS (sistemi di ausilio alla guida) in cui acquisivano i dati “tipici” del veicolo (velocità. imbardata. RPM. freni luci marcia...) da rete CAN, dati da telecamere a volte anche a infrarossi, dati dalla cartografia digitalizzata ovviamente con il veicolo posizionato tramite GPS, eventuali radar e altri sensori specifici... e poi dal data fusion si eseguivano certe funzioni specifiche per i vari progetti. Sapevamo gli scenari che dovevano essere gestiti e come avrebbero dovuto essere gestiti. Quindi sapevamo quale avrebbe dovuto essere l'output in un contesto di numerosi ed instabili dati di input. Per la maggior parte delle altre applicazioni informatiche il testing è molto più standardizzato. Si parla di Test DrivenDevelopement. Qui invece era più probabile che di fronte a certe situazioni non bastava avere tanti pezzettini di codice ognuno dei quali funzionante. Ma in ogni caso sapevamo cosa volevamo. Invece nella cosiddetta Intelligenza Artificiale l'utente non sa cosa vuole.

Ecco, io sapevo benissimo cosa volevo ed ecco il risultato del test


 


 


 

 

 

Considerazioni. Come ho già scritto qui e ribadito da un personaggio più autorevoledi me LLM tende a dire sempre qualcosa, indipendentemente dalla verità. Nella sua ricerca, trova aree di argomenti e costruisce con quello che “trova”. Poi ha il brutto vizio di aggiungere ancora informazioni non richieste ma “bonus pack” che evocano l'erlebnis dell'imputato che mentre l'avvocato teneva l'arringa finale urla “Tagli corto avvocato, altrimenti perdiamo la causa!”

Con questo non distruggo l'utilità di applicazioni che "sfogliano" rapidamente grandi quantità di dati, ma ecco che il compito che lo scolaretto si fa fare dall'intelligenza artificiale ha alte probabilità di essere sbagliato

venerdì 2 maggio 2025

5 Maggio

 

Ringrazio #ChatGPT per avermi fornito “a gratis” queste due mie foto di Napoleone. Su questo tema (foto fake) ne parlerò in un prossimo post.

Invece ora parlo della mia identificazione con Napoleone. Ma come? Credersi Napoleone è un luogo comune, quasi una  frusta macchietta da sketch da avanspettacolo, per rappresentare uno che è impazzito.

Specifico meglio. Io mi riconosco in Napoleone in alcuni versi della poesia 5 maggio.

 Ei si nomò: due secoli,
l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s’assise in mezzo a lor

 In effetti ho visto due secoli l'un contro l'altro armato in almeno due circostanze. 

1) Innanzitutto nel rapporto di lavoro. Sebbene non fossi per nulla un nerd, siccome la falsa invalida e il tangentista raccomandato da un massone (per essere generosi nei loro confronti!) avevano sentito dire che gli informatici trovano facilmente lavoro, nella loro insaziabile avidità, per avere “il mio contributo in casa”, mi avevano bloccato le possibilità di altri percorsi più vicini alle mie attitudini e alle mie aspirazioni ed ero finito in una software-house, scoprendo così, negli anni '80, una precarietà di condizioni che nè la precedente generazione nè altri miei coetanei avevano conosciuto e che invece è la prassi per la maggior parte dei giovani attuali. Ovviamente ho capito che i sindacati non stavano cogliendo il cambiamento.


2) Nel modo di lavorare. Intorno al 2010 scoprii l'Agile, e mi accorsi dei limiti della “torinesità” lavorativa, cioè un mondo in cui il paradigma era la catena di montaggio. Dopo aver lavorato per anni in un settore R&D in cui di fatto tendevamo a muoverci secondo alcuni principi agili, mi trovai in un contetesto qualcuno voleva imporre la catena di montaggio e il "comando-controllo" anche allo sviluppo del software. Ovviamente nel piccolo mio contesto aziendale vinse il vecchio secolo, nel mondo dell'informatica per tutto il decennio successivo non si parlava altro che di Agile.

I secoli non si volsero a me sommessi, ma io dentro di me un giudizio su di loro lo avevo.

Come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
[...]
tal su quell’alma il cumulo
delle memorie scese! 

In effetti a volte i ricordi emergono non sollecitati, e mi fanno stare male.

[...]narrar sé stesso imprese,
e sull’eterne pagine
cadde la stanca man! 

Questo invece mi capitò verso il 60 anni quando dovetti scrivere dei CV. Sappiamo che il CV descrive per il 5% te stesso e per il 95% l'azienda in cui hai prestato la tua opera. Veramente spesso mi cadeva la stanca man a pensare quanto poco,e a volte anche male, la cattiva organizzazione aziendale aveva fatto fare ai dipendenti, sprecando tempo ed energie!

[…] ma valida
 venne una man dal cielo
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;

In questi versi manzoniani é spiegato un po' troppo superficialmente quanto è accaduto nella mia vita, ma spiegnano che, in ultima analisi la mia gratitudine superi il mio rancore!