Qualsiasi persona che entri o esca da Torino in direzione di Moncalieri, oppure passi per Via Ventimiglia o Corso Maroncelli, non può che essere sbalordita dalla presenza di un enorme cubo arrugginito circondato da una cancellata anch'essa arrugginita. Il rimasuglio più evidente di quello che allora era stata Italia61.
Immagino che qualsiasi amministratore del Comune di Torino, della Regione Piemonte nonchè i parlamentari eletti nei collegi elettorali dell'area torinese, interpretando il pensiero dei cittadini che rappresentano, si arrovellino le meningi su come utilizzare questo spazio urbano in modo utile e tenendo conto che la casse del denaro pubblico sono vuote.
Premesso che se si trovasse un gonzo (?) un visionario (?) comunque un privato disposto a tirar fuori un bel po' di quattrini da versare nelle casse del denaro pubblico per un progetto che non renderebbe la vita del cicondario invivibile (Es. che non richiedesse ulteriori posti auto, già abbastanza scarsi, oppurr rumori notturni per rave-party o simili) sarei d'accordo ad incassare e lasciar fare. Qui propongo un utilizzo quasi a costo zero!
Propongo - con una metafora che i linguisti sicuramente troverenno scorretta - di lasciare intatto il significante alterandone solo il significato. Vale a dire: lasciare stare tutto così com'è ma anzichè chiamarlo un edificio per Italia61, senza nessuna utilità pratica se non "esserci" che negli anni 80 si cercoò di utilizzarlo; talvolta ospitava qualche esposizione, era la sede di qualche ufficio, dell'Itituto Quazza... semplicemente diventi il monumento alla Hybris.
Spendendo qualche soldo si potrebbe tracciare un percorso di visita con una biglietteria, ovviamente adrrirebbe al circuito Abbonamento Musei del Piemonte. Si potrebbero mettere video e pannelli esplicativi che ricordano quanto fu sprecato per quell'evento da gente che come diceva John Lennon in Image "Living for today". Costruire senza badare a spese e soprattutto senza pensare nè alla manutenzione che avrebbero richiesto nè che farne dopo l'evento.
Ovviamente occorre ricordare la situazione di quegli anni in Torino, in cui iniziava una immigrazione che avrebbe fatto sentire una carenza di alloggi per i nuovi venuti e di servizi per tutti. Ricordare che i bambini che nascevano negli anni in cui si progettava Italia61, quando sarebbero andati alle elementari avrebbero avuto i doppi turni: sì nella stessa aula scolastica al mattino andava una classe ed al pomeriggio un'altra!
Farlo visitare da gite scolastiche per ammonirli sull'uso ponderato delle risorse. Magari un posto così potrebbe essere visitato da delegazioni, dalla Cina a Dubai!
Poi per controaltare, si potrebbero esporre temporanee su esempi della cosiddetta "Architettura senza archietti" o altre realtà che hanno saputo resistere all'incedere del tempo.
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