mercoledì 20 agosto 2025

Intelligenza artificiale ed agricoltura biodinamica

 


Ho terminato la lettura, più o meno in parallelo di due testi su un argomento simile, ma molto diversi tra loro nel contenuto. Uno, quello di Nilsson, era un mio vecchio testo utilizzato nel 1979 per prepararmi ad un esame universitario: era la traduzione di un testo del 1971. Sì, a quei tempi si parlava già di intelligenza artificiale, anzi il termine è stato coniato nel 1955. L'altro testo, di Mellano, era un testo divulgativo, imprestatomi da mio cognato, scritto di recente. 

Il Nilsson non comprendeva esattamente il programma d'esame. Occorreva portarne solo una parte, e poi c'era un'altra parte su dispense. Dopo anni ho tirato giù quel testo dello scaffale più alto e l'ho ripreso in mano. Alcune considerazioni le avevo gia fatte in altri post precedenti. (qui uno)

La cosa interessante è che le "tecniche" dietro all'intelligenza artificiale descritte nei due libri non coincidono. Mentre nel testo del 1971 sono presentati sofisticati algortmi per giochi, dimostrazioni formali di teoremi ecc... nell'altro si parla molto delle reti neurali e i sistemi di AI "addestrati".

Testo, quello di Mellano, molto interessante. Comincio dal fondo: mi è piaciuto che abbia citato il compianto prof. Piero Torasso (il prof per cui dovevo portare all'esame parte del testo di Nilsson) presona che reputavo un genio e che sapeva fare appassionare alla materia che spiegava.

Per il resto, la prima parte e la parte finale per me erano cose risapute e condivido pienamente quanto dice. La parte centrale invece scende in dettaglio su argomenti che per me erano scatole nere di cui io vedevo solo l'ouput: nel 1990 avevo impattato la prima volta con un sistema di visione che riconosceva le fette biscottate buone/non-buone e segnalava dove era il loro baricentro. Pigliavo quei dati e con algoritmi classici, dovevo guidare il posizionamento della "zampa" che le doveva prendere. Poi nei primi anni 2000 al Centro Ricerche Fiat i risultati dei sistemi di visione da tenere conto come input per altri algoritmi andavano dalle palpebre del guidadore che si chiudevano per la stanchezza, alla linea di demarcazione delle carreggiate... Ma "cosa ci fosse dietro" non me n'ero mai occupato. 

Ovviamente anche l'autore -Mellano - come il sottoscritto ha fatto esperimenti di domande "strane" all'AI per vedere certi comportamenti. Al momento della stesura del testo non c'erano ancora Deepseek e Claude:  questo è un argomento in cui si fa presto a non essere aggiornati! 

Sul tema del chatbot avrei fatto una piccola aggiunta. Nei primi anni 80 si cercava di rendere più facile l'interazione tra l'utente e la macchina. Non so se qualcuno ricorda le linee di comando di UNIX e quelle dell'RSX del PDP11 o del VMS del VAX non erano tento meglio. Ebbene sapevo di gente che si occupava della cosa, ma questi progetti sono morti con l'introduzione delle interfacce grafiche a icone. Con l'uscita di ChatGPT, l'intellgenza artificiale che giaceva nascosta nei motori di ricerca, nelle profilazioni degli utenti, nel riconoscimento delle immagini, nella ricerca del titolo brano che sentivi suonare e non ricordavi quale fosse... ecco che ritorna di moda in maniera esplicita

Perchè prima ho parlato di agricoltura biodinamica? Perchè mi ricordo di aver sentito una presentazione di tale tecnica agricola in cui si bypassava ogni perchè sulla causa-effetto, ma solo sul fatto che a certe pratiche corrispondano molto frequentemente certi effetti. In fondo il comportamento simile dell'AI

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