Da un po' di tempo a questa parte va di moda dire ai giovani "Seguite i vostri sogni".
Il clima culturale in cui questa metafora di diffonde ha un alone di positivo. Steve Jobs, Matteo Renzi, Mario Calabresi... insomma sembra una perla di saggezza.
Non dovrebbe spettare a me criticarla, poichè quelli che erano i miei sogni non li ho potuti seguire, anzi a volte ho attimi di depressione in cui penso che la mia vita sia sprecata a realizzare i sogni degli altri.
Eppure secondo me quest'invito ha dentro di se alcuni pericoli molto gravi.
Un primo rischio è che il sogno idealizza. La realtà delude. Questo non è solo vero in casi particolari, ma potrebbe essere un assioma. Innanzitutto pechè il desiderio umano è incolmabile, quindi qualsiasi obiettivo raggiunto non può bastare. Ma soprattutto la realtà è molto più complessa di quello che immaginiamo, quindi il "sogno" sarà comunque irrealizzabile.
Un secondo rischio è quello, sempre dovuto all'impatto con la realtà: è ben diverso quello che mi piace fare da quello che so fare in modo proficuo. E' interessante la storia del regista Pupi Avati. Era appassionato di musica, ma quando conobbe Lucio Dalla capì che lui non sarebbe stato in grado di ottenere i risultati dell'amico. Mi pare che Pupi Avati abbia realizzato ottime cose facendo altro, invece se avesse seguito il "sogno" avrebbe fatto il musicante per sagre e matrimoni.
Allora cosa seguire? Direi i "proprii principi" o "valori" ma queste parole potrebbero essere ambigue. Mi piace usare il termine che usa don Giussani in vari contesti "le esigenze elementari" (esigenza di felicità, di verità, di giustizia, ...) e poi buttare la fedeltà a questi punti salienti, nel confronto con tutte le mutevoli situazioni della realtà.
Esempio cretino ma spero significativo. Per la mia esigenza di giustizia posso aderire ad un organizzazione sindacale. (progetto) Dopo le necessarie itarazioni verifico se quanto faccio nell'organizzazione risponde ancora alla mia esigenza di giustizia (progetto agile). Con l'attenzione che la realtà muta : gli item del project backlog mutano sempre di priorità ed altri item possono essere inserito: per esempio certe categori di lavoratori che erano considerate deboli 20 anni fa, oggi potrebbero essere viste come categorie privilegiate.
"Giovane di lungo corso" si riferisce ad una battuta che pare abbia fatto l'on. Bersani. A chi gli diceva di fare spazio ai giovani nel partito lui rispose "Ci vogliono sì giovani, ma giovani di lungo corso!" Non è un blog di politica in senso stretto. Seguendolo si capirà perchè io mi sento un giovane di lungo corso.
domenica 25 maggio 2014
Sogni o progetti agili?
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mercoledì 30 aprile 2014
The Leadership Wisdom of Jesus
Fregato sul tempo da Charles Manz !!!
Un po' di tempo fa, ricordando un sonetto del poeta romanesco Gioacchino Belli in cui diceva
Un po' di tempo fa, ricordando un sonetto del poeta romanesco Gioacchino Belli in cui diceva
E ttrattanto er Vangelo,.... è un libbro da dà a ppeso ar salumaro.
Mi proponevo di scrivere un trattato su come questo commerciante avrebbe potuto trarre profitto dagli insegnamenti del vangelo per gestire al meglio il suo commercio. Ma non ho mai avuto il tempo di farlo. Invece ho scoperto che un certo Charles C. Manz ha scritto un libro, The Leadership Wisdom of Jesus
che se se molto diverso nei contenuti, ha un struttura simile a quella della mia mancata (per ora, ma non si sa mai) opera.
Hanno fatto di Gesù "il primo socialista", un utopista, un ecologista.... meglio non trasformarlo anche in un coach di manager o in un esperto di marketing! E' impossibile da ridurre ai nostri schemi.
E' comunque un'americanata protestante, ma nonostante ciò il libro vale la pena di essere letto, per almeno tre motivi.
1) Tutta una cultura che chiamaerei "democristiana" o catto-perbenista, dice presenta la religione come una serie di valori utili per la vita privata, la morale sessuale, l'utilizzo del tempo libero etc. ma nella vita lavorativa eh, no, Businnes is businness, le regole sono altre, oggettive... le aziende sono fuori dal "mondo creato da Dio" .... Invece no, questo libro dice che Gesù è più furbo proprio sulle cose concrete!
2) Alla base del discorso dell'autore sta l'idea che il comando-controllo sia un approcci superato e l'obiettivo sia l'"empowerment". Chi ragiona diversamente va in rosso. Questo concetto è dato per scontato, ed è vero, ma qui è dura a farlo capire a certi fondi di bicchiere della Milano da bere!
3) E' bellissimo come "gestisce" il racconto della parabola dell'undicesima ora. Solo quel paragrafo vale la lettura del libro (soprattutto se uno riesce a leggero in prestito!)
mercoledì 16 aprile 2014
Ancora sulla nascita della tecnologia
In questo post avevo, molto tempo fa, inventato una storiella in cui immaginavo la nascita della tecnologia. La tecnologia nasceva da un incidente di caccia in una tribù di uomini primitivi. Il cacciatore rimasto azzoppato non poteva partecipare più alle battute di caccia, ma costruiva armi per tutti gli altri membri del gruppo, in tal modo si specializzava e migliorava sempre il prodotto etc...
Sono rimasto molto colpito leggendo The Professional Scrummaster's Handbook di Stacia Viscardi una favoletta simile sulla nascita di Scrum.
Immagina uomini primitivi tornati dalla battuta di caccia ,che, magari mentre la preda viene arrostita, raccontano le loro avventure, commentando quello che è successo e chidendosi come migliorare la prossima volta. Cito :
"Vediamo le prove di queste 'retrospettive' primitive nei disegni rupestri di tutto il mondo.
Scrum è un modo più naturale di lavorare che si avvale della collaborazione e dell'opera delle persone a raggiungere un risultato. E' stato questo il metodo per almeno 11 mila anni. Esploreremo nei capitoli successivi perché, anche se si riflette un approccio naturale verso il lavoro, Scrum è così impegnativo."
Il libro l'ho appena iniziato, non so ancora perchè è così impegnativo. So solo che questo approccio "naturale" nelle culture aziendali e politiche è assolutamente contro corrente. In fondo il l'approccio adattativo è prossimo al metodo scientifico. Eppure vige l'idea "scientifica" per cui si deve pensare in astratto ad un qualcosa di "giusto" e perseguire questo modello "contro" la realtà emergente.
Sono rimasto molto colpito leggendo The Professional Scrummaster's Handbook di Stacia Viscardi una favoletta simile sulla nascita di Scrum.
Immagina uomini primitivi tornati dalla battuta di caccia ,che, magari mentre la preda viene arrostita, raccontano le loro avventure, commentando quello che è successo e chidendosi come migliorare la prossima volta. Cito :
"Vediamo le prove di queste 'retrospettive' primitive nei disegni rupestri di tutto il mondo.
Scrum è un modo più naturale di lavorare che si avvale della collaborazione e dell'opera delle persone a raggiungere un risultato. E' stato questo il metodo per almeno 11 mila anni. Esploreremo nei capitoli successivi perché, anche se si riflette un approccio naturale verso il lavoro, Scrum è così impegnativo."
Il libro l'ho appena iniziato, non so ancora perchè è così impegnativo. So solo che questo approccio "naturale" nelle culture aziendali e politiche è assolutamente contro corrente. In fondo il l'approccio adattativo è prossimo al metodo scientifico. Eppure vige l'idea "scientifica" per cui si deve pensare in astratto ad un qualcosa di "giusto" e perseguire questo modello "contro" la realtà emergente.
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mercoledì 9 aprile 2014
La spigolatrice di Sapri.
Don Giussani amava citare un verso di Carducci, "Tu sol - pensando - ideal sei vero", preso e decontestualizzato da una poesia abbastanza bruttina, in cui Carducci sosteneva che Mazzini non avesse mai riso.
Ora senza voler fare il verso a don Giussani, anch'io sono rimasto colpito da un verso di una poesia risorgimentale, e tra l'altro ancor più brutta. La spigolatrice di Sapri
Il verso (anzi la coppia di versi), fuori dal contesto, potrebbe essere quasi la mia biografia.
Me ne andava al mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare
Innanzi tutto mi piace l'idea che si vada a spigolare, cioè a cercare il buono, l'utile il valido, tra i particolari trascurati della realtà. Un atteggiamento creativo, agile e "povero": uno non insegue i "sogni", ma ricerca nella realtà le cose che possono avere un valore.
E proprio affrontando la vita con questa attenzione, questa tensione a guardare bene tutto per cercare ciò che vale e nello stesso tempo una grande creatività perchè quello che si trova valga, ecco incontrare cose enormi e totalmente imprevedibili.
Poi la poesia va avanti per conto suo, descrivendo la spedizione tragica e fallimentare di Carlo Pisacane. Tra l'altro, questi patrioti invece inseguivano i loro "sogni", cercavano di attuare i loro progetti, totalmente avulsi dalla realtà.
Ora senza voler fare il verso a don Giussani, anch'io sono rimasto colpito da un verso di una poesia risorgimentale, e tra l'altro ancor più brutta. La spigolatrice di Sapri
Il verso (anzi la coppia di versi), fuori dal contesto, potrebbe essere quasi la mia biografia.
Me ne andava al mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare
Innanzi tutto mi piace l'idea che si vada a spigolare, cioè a cercare il buono, l'utile il valido, tra i particolari trascurati della realtà. Un atteggiamento creativo, agile e "povero": uno non insegue i "sogni", ma ricerca nella realtà le cose che possono avere un valore.
E proprio affrontando la vita con questa attenzione, questa tensione a guardare bene tutto per cercare ciò che vale e nello stesso tempo una grande creatività perchè quello che si trova valga, ecco incontrare cose enormi e totalmente imprevedibili.
Poi la poesia va avanti per conto suo, descrivendo la spedizione tragica e fallimentare di Carlo Pisacane. Tra l'altro, questi patrioti invece inseguivano i loro "sogni", cercavano di attuare i loro progetti, totalmente avulsi dalla realtà.
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martedì 1 aprile 2014
Post brevissimo.
Modo di dire comune: La coperta è troppo corta....
Soluzione: E' troppo corta se uno pretende di coprirsi tutto il corpo, magari può essere sufficiente come paraspifferi e quindi il corpo non aver bisogno della coperta
Soluzione: E' troppo corta se uno pretende di coprirsi tutto il corpo, magari può essere sufficiente come paraspifferi e quindi il corpo non aver bisogno della coperta
sabato 22 marzo 2014
Superstizione: La colpa del comunismo.
Premetto che sono sempre stato avverso al comunismo. Di sinistra ma anti-comunista. Ero ragazzino, affascinato dalle immagini provenienti dagli USA di coloro che lottavano per la pace in VietNam e contro le differenze razziali, ed atterrito dalle immagini provenienti da Praga, con i carri armati per le strade. Quando mi è toccato votare avrei voluto essere inglese, tedesco, svedese, francese per avere una sinistra non egemonizzata dai comunisti.
Ma anche con gli anti-comunisti "di destra" non mi trovo in sintonia.
In questo mio post, se riesco vorrei sfatare un luogo comune contro il comunismo.
La situazione economica dei paesi comunisti è più debole perché "siccome sono tutti uguali, nessuno è incentivato ad emergere e quindi non c'è quella competitività che fa sì che tutti si diano di più da fare".
Quest'affermazione è falsa per tutta una serie di motivi.
1) Non è vero che la società sovietica fosse una società di uguali. Esistevano gerarchie, esisteva una meritocrazia: ho ancora visto le fotografie dei migliori lavoratori dell'anno esposti davanti ad una fabbrica (1989).
2) Non è vero che la competitività interna porta ad un miglioramento della produttività/qualità del prodotto
3) Visto che è obiettivo che il comunismo non ha portato il benessere, occorre vedere quali sono le cause per cui il comunismo non porta il benessere.
Da questi tre punti fermi tentiamo un'analisi più approfondita. Sul perché il comunismo non porti benessere le cause sono molte, ma sostanzialmente alla base di tutto c'è la pianificazione: dall'alto e per tempi lunghi. E' come un mega-progetto waterfall confrontato con un progetto agile.
In un contesto simile la competitività è finalizzata a rispondere non a delle esigenze di un fruitore del servizio, ma bensì alle esigenze del "pianificatore" o del gradino superiore della gerarchia. In questo contesto quindi la possibilità di innovazione, è praticamente nulla. La meritocrazia tende a premiare il conformismo, quando non addirittura l'appartenenza a sotto-conventicole e cordate.
Temo di non essermi spiegato bene in questo breve post, che meriterebbe almeno un saggio,
Ma tanto che importa: l'unione sovietica è ufficialmente caduta ed i suoi difetti ed errori si stanno spargendo nell'unione europea e negli stati uniti.
Ma anche con gli anti-comunisti "di destra" non mi trovo in sintonia.
In questo mio post, se riesco vorrei sfatare un luogo comune contro il comunismo.
La situazione economica dei paesi comunisti è più debole perché "siccome sono tutti uguali, nessuno è incentivato ad emergere e quindi non c'è quella competitività che fa sì che tutti si diano di più da fare".
Quest'affermazione è falsa per tutta una serie di motivi.
1) Non è vero che la società sovietica fosse una società di uguali. Esistevano gerarchie, esisteva una meritocrazia: ho ancora visto le fotografie dei migliori lavoratori dell'anno esposti davanti ad una fabbrica (1989).
2) Non è vero che la competitività interna porta ad un miglioramento della produttività/qualità del prodotto
3) Visto che è obiettivo che il comunismo non ha portato il benessere, occorre vedere quali sono le cause per cui il comunismo non porta il benessere.
Da questi tre punti fermi tentiamo un'analisi più approfondita. Sul perché il comunismo non porti benessere le cause sono molte, ma sostanzialmente alla base di tutto c'è la pianificazione: dall'alto e per tempi lunghi. E' come un mega-progetto waterfall confrontato con un progetto agile.
In un contesto simile la competitività è finalizzata a rispondere non a delle esigenze di un fruitore del servizio, ma bensì alle esigenze del "pianificatore" o del gradino superiore della gerarchia. In questo contesto quindi la possibilità di innovazione, è praticamente nulla. La meritocrazia tende a premiare il conformismo, quando non addirittura l'appartenenza a sotto-conventicole e cordate.
Temo di non essermi spiegato bene in questo breve post, che meriterebbe almeno un saggio,
Ma tanto che importa: l'unione sovietica è ufficialmente caduta ed i suoi difetti ed errori si stanno spargendo nell'unione europea e negli stati uniti.
giovedì 27 febbraio 2014
dedicata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
La machina a va mej… Sai pà cos sìa
s’a l’han centrà quaic rua o quaic arsort
ch’a giöga mej, s’a j’é un pistun pi fort
o un cüssinet ch’a l’ha trovà sue bije…
s’a l’han centrà quaic rua o quaic arsort
ch’a giöga mej, s’a j’é un pistun pi fort
o un cüssinet ch’a l’ha trovà sue bije…
fait sta ch’a va mej… sensa lüstrela,
deje d’öli, ingrassela o fé de sfors,
fin el pi gnoc ed j’ovrié as n’ancorz:
a marcia mej… a-i é da dì cum é-la?.
deje d’öli, ingrassela o fé de sfors,
fin el pi gnoc ed j’ovrié as n’ancorz:
a marcia mej… a-i é da dì cum é-la?.
Pa ch’i pretendo fela andé ed cariera
ma ansuma adess ch’a turna a pijé le slans,
l’uma tüti ant el cör ch’a vada anans
e che mai pi a döva turné indarera…
ma ansuma adess ch’a turna a pijé le slans,
l’uma tüti ant el cör ch’a vada anans
e che mai pi a döva turné indarera…
E püra… el material ch’a l’era bun,
adess l’é già un poc früst e sgangarà
ma j’é quaicos… che pena incaminà
at la pussa anans, magara a strangujun.
adess l’é già un poc früst e sgangarà
ma j’é quaicos… che pena incaminà
at la pussa anans, magara a strangujun.
J’é da speré ch’a düra e ch’a resista
s’a cuntinua parej… Fumse curage!
Vist ch’a funsiuno turna j’ingranage
l’é segn… ch’a l’han cambiaje el machinista
s’a cuntinua parej… Fumse curage!
Vist ch’a funsiuno turna j’ingranage
l’é segn… ch’a l’han cambiaje el machinista
Dedico questa poesia in piemontese di Nino Costa al nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi, con un'avvertenza. Deve tenere conto che;
1) E' totalmente de-contestualizzata. Nino Costa scrisse di getto questa poesia dopo il famoso 25 luglio del 1943, vale a dire con la caduta di Mussolini. Con tutte le critiche che si possono fare ai governi precedenti, nessuno di essi, neanche Monti, era Mussolini!
2) Molto più seriamente: non si illuda Renzi, non si sta parlando di lui! La poesia parla di una locomotiva che da un certo punto in poi si mette a funzionare meglio, ma quale è la ragione? Non è ben chiaro, anzi pare che non ci sia stata nessuna miglioria meccanica... e allora, perché va meglio? E' cambiato il macchinista! Ma ripeto non mi piace pensare che il macchinista sia "l'uomo solo al comando" il macchinista è il popolo, è ognuno di noi chiamato nella sua quotidianità ad operare. Il compito che chiedo al nuovo capo del governo è la sussidiarietà per lasciarci essere "macchinisti" responsabili e motivati.
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mercoledì 22 gennaio 2014
User Experience
Come ho scritto nell'articolo (ma la parte a cui mi riferisco si scarica a pagamento!) il lavoro di sviluppo del software ha dei sottoprodotti che potrebbero fruttuosamente essere utilizzati in altri contesti.
Uno di questi è la "User experience"
E come seguendo i consigli di vari guru, farò uno "Story telling" invece di una descrizione astratta.
1) Ufficio Postale. Quando ero ragazzo su ogni sportello leggevo cartelli scritti a pennarello ed incollati con il nastro adesivo "PACCHI" "RACCOMANDATE" "ContiCorrenti" etc. Uno sapeva dove andare. Ora invece ci sono bei cartelli preconfezionati con "Prodotti Postali" "BancoPosta". Ma un vaglia, cos'è? Prodotto postale, certo mica un prodotto del caseificio! Ma è anche un prodotto che può assimilarsi ad un prodotto bancario, poichè faccio correre soldi... Chiedo ai presenti in coda.
Nelle poche volte che mi capita di andare alla posta ho quasi sempre trovato qualcuno che chiede qual è la coda corretta per .... Da cui se ne evince:
1.a) che i "Big Thinker" delle Poste sono assolutamente avulsi da ogni feed-back dell'utente, pensano astrattamente, fregandose dell' UX
1.b) gli sportellisti sentono simili domande quotidianamente e umanamente parlando faticano a trattenersi dal mettere un bel cartello a pennarello con lo scotch "Vaglia" "PACCHI" e via discorrendo! Invece mettono i cartelli che "ricevono da Roma". Torna l'agile manifesto, il principio di sussidiarietà, stoos e via discorrendo. Inoltre lo stipendio di un "Big Thinker" è piuttosto alto direi, quindi: tagli migliorando il servizio e motivando di più il personale che lo gestisce direttamente!
2) GTT (Trasporti Torinesi) Ero sulla linea 5 direzione Nord->Sud . Ricordo che il 5 ferma in largo Orbassano, fa molte fermate in Corso Orbassano di Torino, ferma in Strada Orbassano di Beinasco e poi finisce la sua corsa nel Comune di Orbassano.
Era sera ed il bus su cui viaggiavo era di quelli belli moderni con la vocina che annuncia la prossima fermata. Cosa abbastanza comune, bisogna ammettelo, la vocina era sincronizzata perfettamente con il percorso. Ad un certo punto,eravamo in corso Rosselli, la vocina annunciò "Prossima fermata: Orbassano Nord" vidi una coppia trasalire, perchè Orbassano è appunto la fine della corsa "Ma non l'abbiamo vista Mirafiori!!!" Due battute e si capì l'equivoco. I signori GTT sanno che "Orbassano Nord" vuol dire "Largo Orbassano Nord", ma si sono posti il problema di cosa pensano gli utenti se non sono pratici del posto? Ma se partono dal presupposto che tanto la stragrande maggioranza degli utenti è pratica del posto, cosa hanno messo la "vocina" a fare, se non a farli divertire quelle rare volte che non è sincronizzata?
3) GTT (Trasporti Torinesi) Dovevo farmi rinnovare l'abbonamanto e sono andato in via Fiocchetto. Vidi cartelli con la scritta "Titoli di Viaggio" e pensai che l'abbonamento lo fosse (a cosa serve se non a viaggiare?) Invece poco prima vidi un piccolo capanello (2 o 3) persone ferme davanti ad un altro sportello e chiesi se erano in attesa di farsi rinnovare l'abbonamento. Alla risposta "Sì" capii che l'ufficio era quello, ma un cartello costava tanto?

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mercoledì 8 gennaio 2014
Project Manager senza saperlo : Papa Francesco
Ho affrontato la lettura dell' Evangelii Gaudium, devo ammettere, più che per zelo religioso, perchè incuriosito dalle polemiche sorte negli USA sulla frase in cui il Papa afferma che la teoria delle "ricaduta favorevole" non è supportata da sufficienti esempi concreti.
Oggi ho visto questo bellissimo articolo che secondo me andrebbe letto e meditato, anche dai soci della CdO, che pure fanno riferimento al giornale on-line su cui è stato pubblicato.
Confortato da questo articolo vorrei commentare, anzichè il punto 54 che a causato tante polemiche, al punto 82 in cui mi sembra veramente delle lesson learned in un progetto.
(Domanda teorica: Possiamo paragonare l'annuncio del vangelo ad un progetto? Secondo il significato comune del termine, cioè un qualcosa di pensato a tavolino e poi realizzato seguendo precise procedure, NO, ma nel senso della definizione del PMBOK, cioè "unico" e "definito nel tempo" ... be' pare di sì, ma non mi dilungo su questo.)
Il punto 82 parla di "doveri" che stancano più di quanto sia ragionevole ... "non si tratta di una fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta ed in definitiva non accettata" Ma chi un un progetto, magari in 730§351, non si è trovato in queste condizioni?
Il Papa analizza: alcuni vi cadono perchè :
- portano avanti progetti irrealizzabili (ricordano i sacri testi del PM che un obiettivo deve essere S.M.A.R.T.)
- non accettano la difficile evoluzione dei processi (vedi accettare il cambiamento dell'agile manifesto) e vogliono che tutto cada dal cielo (immagino che i progetti vengano eseguiti così come pensati, senza modifiche in corso d'opera)
- si attaccano ad alcuni progetti o "sogni" coltivati nella loro vanità.
- hanno perso il contatto con la gente (il PMBOK 5 dedica una parte alla gestione degli stakeholder!)
- non sanno aspettare e vogliono dominare il ritmo della vita. Sulla formulazione di questa frase forse ci sarebbe da discutere, ma ho presente PM "impazienti" che creano più stress che facilitare il compito di chi deve lavorare.
Be' si potrebbe dare al Papa una certificazione ISIPM-Base Honoris causa?
Oggi ho visto questo bellissimo articolo che secondo me andrebbe letto e meditato, anche dai soci della CdO, che pure fanno riferimento al giornale on-line su cui è stato pubblicato.
Confortato da questo articolo vorrei commentare, anzichè il punto 54 che a causato tante polemiche, al punto 82 in cui mi sembra veramente delle lesson learned in un progetto.
(Domanda teorica: Possiamo paragonare l'annuncio del vangelo ad un progetto? Secondo il significato comune del termine, cioè un qualcosa di pensato a tavolino e poi realizzato seguendo precise procedure, NO, ma nel senso della definizione del PMBOK, cioè "unico" e "definito nel tempo" ... be' pare di sì, ma non mi dilungo su questo.)
Il punto 82 parla di "doveri" che stancano più di quanto sia ragionevole ... "non si tratta di una fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta ed in definitiva non accettata" Ma chi un un progetto, magari in 730§351, non si è trovato in queste condizioni?
Il Papa analizza: alcuni vi cadono perchè :
- portano avanti progetti irrealizzabili (ricordano i sacri testi del PM che un obiettivo deve essere S.M.A.R.T.)
- non accettano la difficile evoluzione dei processi (vedi accettare il cambiamento dell'agile manifesto) e vogliono che tutto cada dal cielo (immagino che i progetti vengano eseguiti così come pensati, senza modifiche in corso d'opera)
- si attaccano ad alcuni progetti o "sogni" coltivati nella loro vanità.
- hanno perso il contatto con la gente (il PMBOK 5 dedica una parte alla gestione degli stakeholder!)
- non sanno aspettare e vogliono dominare il ritmo della vita. Sulla formulazione di questa frase forse ci sarebbe da discutere, ma ho presente PM "impazienti" che creano più stress che facilitare il compito di chi deve lavorare.
Be' si potrebbe dare al Papa una certificazione ISIPM-Base Honoris causa?
lunedì 16 dicembre 2013
Ai tempi del PDP-11 : Buon Natale
Avevo già parlato all'inizio di questo blog del PDP-11 , mitico computer della Digital degli anni 70.
Su questo computer ho partecipato al progetto di automazione industriale più "pretenzioso" che abbia mai visto nella mia carriera.
Quest'anno (per non fare concorrenza a Papa Francesco - cioè per non aggiungere banalità a discorsi seri) faccio gli auguri ricordando una "fesseria erudita" che dissi il 31ottobre del 1983. Bisogna tenere presente che allora la data doveva essere inserita ogni qual volta si avviava il computer. Ebbene, quella mattina, il 31 ottobre, inserii la data ed augurai ai presenti "Buon Natale!!!"
Ero impazzito? No, c'è una logica in tutto ciò. Bisogna tener presente che il PDP-11, soprattutto per i programmi assembler e sui manuali che illustravano le chiamate a basso livello nel sistema operativo, aveva la pessima abitudine di usare la codifica ottale. Codifica scomodissima, in confronto dell'esadecimale . Capisco se fosse stata una macchina a 18bit, quindi le parole avrebbero avuto 6 cifre ottali, ma era a 16 bit, quindi perchè non fare parole da 4 bit esadecimali? Boh? Irrazionalità della tecnica.
Comunque, ricordano questo vezzo del PDP-11, tenendo presente che la data si scriveva con giorno in cifre ed il mese era indicato dalle prime tre lettere in inglese, ecco che 31 ottobre diventava
31 OCT ed il 31 ottale equivale a 25 in base dieci, 25-DEC cioè Natale.
Quindi, valendo la proprietà transitiva dell'uguaglianza, quest'anno per Natale, faccio gli auguri di buon onomastico a tutte (ma in realtà non conosco nessuna con quel nome) le "Lucilla".
Buon Santa Lucilla a tutti !!!!
Su questo computer ho partecipato al progetto di automazione industriale più "pretenzioso" che abbia mai visto nella mia carriera.
Quest'anno (per non fare concorrenza a Papa Francesco - cioè per non aggiungere banalità a discorsi seri) faccio gli auguri ricordando una "fesseria erudita" che dissi il 31ottobre del 1983. Bisogna tenere presente che allora la data doveva essere inserita ogni qual volta si avviava il computer. Ebbene, quella mattina, il 31 ottobre, inserii la data ed augurai ai presenti "Buon Natale!!!"
Ero impazzito? No, c'è una logica in tutto ciò. Bisogna tener presente che il PDP-11, soprattutto per i programmi assembler e sui manuali che illustravano le chiamate a basso livello nel sistema operativo, aveva la pessima abitudine di usare la codifica ottale. Codifica scomodissima, in confronto dell'esadecimale . Capisco se fosse stata una macchina a 18bit, quindi le parole avrebbero avuto 6 cifre ottali, ma era a 16 bit, quindi perchè non fare parole da 4 bit esadecimali? Boh? Irrazionalità della tecnica.
Comunque, ricordano questo vezzo del PDP-11, tenendo presente che la data si scriveva con giorno in cifre ed il mese era indicato dalle prime tre lettere in inglese, ecco che 31 ottobre diventava
31 OCT ed il 31 ottale equivale a 25 in base dieci, 25-DEC cioè Natale.
Quindi, valendo la proprietà transitiva dell'uguaglianza, quest'anno per Natale, faccio gli auguri di buon onomastico a tutte (ma in realtà non conosco nessuna con quel nome) le "Lucilla".
Buon Santa Lucilla a tutti !!!!
lunedì 9 dicembre 2013
Top Ten - I libri più importanti.
Da questa mia top ten escludo "La Bibbia", gli elementi di Euclide, la letteratura latina di Concetto Marchesi e tutti gli altri testi più di "consultazione" che di lettura continuativa.
Escludo anche "Il Senso Religioso" di Luigi Giussani.. La lettura di quel testo non è stata per me una lettura solitaria, ma nel contesto di un gruppo di persone che si trovava più o meno settimanalmente per leggerne insieme qualche brano, confrontarsi etc.. Sono nate discussione ed amicizie e che rendono quella lettura un unicum nella mia vita.
Entrano quindi in classifica
1) Harvey Cox. La seduzione dello spirito. Lo lessi verso i 18 anni. Per molti anni ho ricordato solo l'erlebnis della città di Malvern, più volte citato in questo blog. Fu un libro che segnò la mia esistenza. Magari ne riparlerò in un altro post.
2) Vaclav Havel. Il Potere dei senza potere. Ho già citato un questo blog l'autore, ma non il testo.
3) Vassilij Grossman. Vita e Destino. Il "Guerra e Pace" del XX secolo. Un libro lunghissimo ed affascinante. Ne ho già citato un piccolo particolare.
4) Jerome K Jerome. Considero i tre libri letti (Tre uomini in barca, Tre uomini a zonzo e I pensieri oziosi di un ozioso) come un unico testo. Uno sguardo ironico e positivo sulla vita. Se poi consideriamo che, parlando dei tedeschi, con il loro rispetto per l'autorità costituita, la loro capacità di realizzare quanto viene loro ordinato e il loro scarso spirito critico, dice "Pensate un po' se un pazzo prendesse il potere in Germania, cosa accadrebbe!" anticipando quello che poi sarebbe successo... be', un umorista vale di più di molto studiosi di politica.
5) Fëdor Dostoevskij - Delitto e castigo. E' pazzesco leggere un giallo in cui si sa all'inizio chi è l'assassino? No! Uno dei libri più belli che abbia letto (sebbene la figura di Sonia sia un po' idealizzata) è un libro eccezionale!
6) Alessandro Manzoni. I promessi sposi - Ho già parlato anche di questo.
7) Dante. La divina commedia. Purtroppo conosco meglio l'inferno, del purgatorio e paradiso un po meno. Grazie a Roberto Benigni e Franco Nembrini (che si sono conosciuti) è ritornato ad essere un opera "in lingua volgare".
8) Jurgen Appelo. Management 3.0 Un libro molto interessante, ma soprattutto per me, in un momento di "demotivazione" assoluta, l'opportunità di vincere qualcosa e di veder pubblicato su una rivista "importante" qualcosa di mio. Insomma, senza saperlo, l'autore ha permesso di portare la mia autostima sopra il livello di sicurezza.
9) Kenneth W Thomas Intrinsic motivation at work. Rimando la recensione a quanto ho scritto qui.
10) Raspe. Il Barone di Muchausen. L'edizione illustrata e ridotta per ragazzi, fu la lettura più bella della mia infanzia.
Escludo anche "Il Senso Religioso" di Luigi Giussani.. La lettura di quel testo non è stata per me una lettura solitaria, ma nel contesto di un gruppo di persone che si trovava più o meno settimanalmente per leggerne insieme qualche brano, confrontarsi etc.. Sono nate discussione ed amicizie e che rendono quella lettura un unicum nella mia vita.
Entrano quindi in classifica
1) Harvey Cox. La seduzione dello spirito. Lo lessi verso i 18 anni. Per molti anni ho ricordato solo l'erlebnis della città di Malvern, più volte citato in questo blog. Fu un libro che segnò la mia esistenza. Magari ne riparlerò in un altro post.
2) Vaclav Havel. Il Potere dei senza potere. Ho già citato un questo blog l'autore, ma non il testo.
3) Vassilij Grossman. Vita e Destino. Il "Guerra e Pace" del XX secolo. Un libro lunghissimo ed affascinante. Ne ho già citato un piccolo particolare.
4) Jerome K Jerome. Considero i tre libri letti (Tre uomini in barca, Tre uomini a zonzo e I pensieri oziosi di un ozioso) come un unico testo. Uno sguardo ironico e positivo sulla vita. Se poi consideriamo che, parlando dei tedeschi, con il loro rispetto per l'autorità costituita, la loro capacità di realizzare quanto viene loro ordinato e il loro scarso spirito critico, dice "Pensate un po' se un pazzo prendesse il potere in Germania, cosa accadrebbe!" anticipando quello che poi sarebbe successo... be', un umorista vale di più di molto studiosi di politica.
5) Fëdor Dostoevskij - Delitto e castigo. E' pazzesco leggere un giallo in cui si sa all'inizio chi è l'assassino? No! Uno dei libri più belli che abbia letto (sebbene la figura di Sonia sia un po' idealizzata) è un libro eccezionale!
6) Alessandro Manzoni. I promessi sposi - Ho già parlato anche di questo.
7) Dante. La divina commedia. Purtroppo conosco meglio l'inferno, del purgatorio e paradiso un po meno. Grazie a Roberto Benigni e Franco Nembrini (che si sono conosciuti) è ritornato ad essere un opera "in lingua volgare".
8) Jurgen Appelo. Management 3.0 Un libro molto interessante, ma soprattutto per me, in un momento di "demotivazione" assoluta, l'opportunità di vincere qualcosa e di veder pubblicato su una rivista "importante" qualcosa di mio. Insomma, senza saperlo, l'autore ha permesso di portare la mia autostima sopra il livello di sicurezza.
9) Kenneth W Thomas Intrinsic motivation at work. Rimando la recensione a quanto ho scritto qui.
10) Raspe. Il Barone di Muchausen. L'edizione illustrata e ridotta per ragazzi, fu la lettura più bella della mia infanzia.
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