mercoledì 22 gennaio 2014

User Experience

Come ho scritto nell'articolo (ma la parte a cui mi riferisco si scarica a pagamento!) il lavoro di sviluppo del software ha dei sottoprodotti che potrebbero fruttuosamente essere utilizzati in altri contesti.
Uno di questi è la "User experience
E come seguendo i consigli di vari guru, farò uno "Story telling" invece di una descrizione astratta.

1) Ufficio Postale. Quando ero ragazzo su ogni sportello leggevo cartelli scritti a pennarello ed incollati con il nastro adesivo "PACCHI" "RACCOMANDATE" "ContiCorrenti" etc. Uno sapeva dove andare. Ora invece ci sono bei cartelli preconfezionati con "Prodotti Postali" "BancoPosta". Ma un vaglia, cos'è? Prodotto postale, certo mica un prodotto del caseificio! Ma è anche un prodotto che può assimilarsi ad un prodotto bancario, poichè faccio correre soldi... Chiedo ai presenti in coda.
Nelle poche volte che mi capita di andare alla posta ho quasi sempre trovato qualcuno che chiede qual è la coda corretta per .... Da cui se ne evince:
1.a) che i "Big Thinker" delle Poste sono assolutamente avulsi da ogni feed-back dell'utente, pensano astrattamente, fregandose dell' UX 
1.b) gli sportellisti sentono simili domande quotidianamente e umanamente parlando faticano a trattenersi dal mettere un bel cartello a pennarello con lo scotch "Vaglia" "PACCHI" e via discorrendo!  Invece mettono i cartelli che "ricevono da Roma". Torna l'agile manifesto, il principio di sussidiarietà, stoos e via discorrendo. Inoltre lo stipendio di un "Big Thinker" è piuttosto alto direi, quindi: tagli migliorando il servizio e motivando di più il personale che lo gestisce direttamente!

2) GTT (Trasporti Torinesi) Ero sulla linea 5 direzione Nord->Sud . Ricordo che il 5 ferma in largo Orbassano, fa molte fermate in Corso Orbassano di Torino, ferma in Strada Orbassano di Beinasco e poi finisce la sua corsa nel Comune di Orbassano.
Era sera ed il bus su cui viaggiavo era di quelli belli moderni con la vocina che annuncia la prossima fermata. Cosa abbastanza comune, bisogna ammettelo, la vocina era sincronizzata perfettamente con il percorso. Ad un certo punto,eravamo in corso Rosselli, la vocina annunciò "Prossima fermata: Orbassano Nord" vidi una coppia trasalire, perchè Orbassano è appunto la fine della corsa "Ma non l'abbiamo vista Mirafiori!!!" Due battute e si capì l'equivoco. I signori GTT sanno che "Orbassano Nord" vuol dire "Largo Orbassano Nord", ma si sono posti il problema di cosa pensano gli utenti se non sono pratici del posto? Ma se partono dal presupposto che tanto la stragrande maggioranza degli utenti è pratica del posto, cosa hanno messo la "vocina" a fare, se non a farli divertire quelle rare volte che non è sincronizzata?

3)  GTT (Trasporti Torinesi) Dovevo farmi rinnovare l'abbonamanto e sono andato in via Fiocchetto. Vidi cartelli con la scritta "Titoli di Viaggio" e pensai che l'abbonamento lo fosse (a cosa serve se non a viaggiare?) Invece poco prima vidi un piccolo capanello (2 o 3) persone ferme davanti ad un altro sportello e chiesi se erano in attesa di farsi rinnovare l'abbonamento. Alla risposta "Sì" capii che l'ufficio era quello, ma un cartello costava tanto? 
3.2) Peggio, uscendo vidi quell'assurda immagine accanto e per fotografarla mi spostai in una posizione migliore. Fui redarguito da un tizio, evidentemente GTT ma il cafone non si qualificò e non avevo  tempo/voglia di litigare, che "Ma non sa che non si può andare lì? " "No, non lo so?" "Ma non ha visto  il cartello?" "No, non c'era nessun cartello". Me lo fece vedere. Dai tempi di Napoleone, in tutte le nazioni da lui conquistate, i cartelli relativi ad un percorso sono o direttamente davanti o alla destra del camminamento, quel cartello invece era invisibile da chi volesse  fare il percorso che avevo fatto io, mentre creava un grosso dubbio perchè significava (secondo la logica ergonomica successiva alla battaglia di Marengo) che era vietato salire l'unica scala che permetteva di uscire dal portone di via Fiocchetto. Qui non è solo mancanza di UX, ma proprio di buon senso. 

mercoledì 8 gennaio 2014

Project Manager senza saperlo : Papa Francesco

Ho affrontato la lettura dell' Evangelii Gaudium, devo ammettere, più che per zelo religioso, perchè incuriosito dalle polemiche sorte negli USA sulla frase in cui il Papa afferma che la teoria delle "ricaduta favorevole" non è supportata da sufficienti esempi concreti.
Oggi ho visto questo bellissimo articolo che secondo me andrebbe letto e meditato, anche dai soci della CdO, che pure fanno riferimento al giornale on-line su cui è stato pubblicato.
Confortato da questo articolo vorrei commentare, anzichè il punto 54 che a causato tante polemiche, al punto 82 in cui mi sembra veramente delle lesson learned in un progetto.
(Domanda teorica: Possiamo paragonare l'annuncio del vangelo ad un progetto? Secondo il significato comune del termine, cioè un qualcosa di  pensato a tavolino e poi realizzato seguendo precise procedure, NO, ma nel senso della definizione del PMBOK, cioè "unico" e "definito nel tempo" ... be' pare di sì, ma non mi dilungo su questo.)
Il punto 82 parla di "doveri" che stancano più di quanto sia ragionevole ... "non si tratta di una fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta ed in definitiva non accettata" Ma chi un un progetto, magari in 730§351, non si è trovato in queste condizioni?
Il Papa analizza: alcuni vi cadono perchè :
- portano avanti progetti irrealizzabili (ricordano i sacri testi del PM che un obiettivo deve essere S.M.A.R.T.)
- non accettano la difficile evoluzione dei processi (vedi accettare il cambiamento dell'agile manifesto) e vogliono che tutto cada dal cielo (immagino che i progetti vengano eseguiti così come pensati, senza modifiche in corso d'opera)
- si attaccano ad alcuni progetti o "sogni" coltivati nella loro vanità.
- hanno perso il contatto con la gente (il PMBOK 5 dedica una parte alla gestione degli stakeholder!)
- non sanno aspettare e vogliono dominare il ritmo della vita. Sulla formulazione di questa frase forse ci sarebbe da discutere, ma ho presente PM "impazienti" che creano più stress che facilitare il compito di chi deve lavorare.
Be' si potrebbe dare al Papa una certificazione ISIPM-Base Honoris causa?

lunedì 16 dicembre 2013

Ai tempi del PDP-11 : Buon Natale

Avevo già parlato all'inizio di questo blog del PDP-11 , mitico computer della Digital degli anni 70.
Su questo computer ho partecipato al progetto di automazione industriale più "pretenzioso" che abbia mai visto nella mia carriera.
Quest'anno (per non fare concorrenza a Papa Francesco - cioè per non aggiungere banalità a discorsi seri) faccio gli auguri ricordando una "fesseria erudita" che dissi il 31ottobre del 1983. Bisogna tenere presente che allora la data doveva essere inserita ogni qual volta si avviava il computer. Ebbene, quella mattina, il 31 ottobre, inserii la data ed augurai ai presenti "Buon Natale!!!"
Ero impazzito? No, c'è una logica in tutto ciò. Bisogna tener presente che il PDP-11, soprattutto per i programmi assembler e sui manuali che illustravano le chiamate a basso livello nel sistema operativo, aveva la pessima abitudine di usare la codifica ottale. Codifica scomodissima, in confronto dell'esadecimale . Capisco se fosse stata una macchina a 18bit, quindi le parole avrebbero avuto 6 cifre ottali, ma era a 16 bit, quindi perchè non fare parole da 4 bit esadecimali? Boh? Irrazionalità della tecnica.
Comunque, ricordano questo vezzo del PDP-11, tenendo presente che la data si scriveva con giorno in cifre ed il mese era indicato dalle prime tre lettere in inglese, ecco che 31 ottobre diventava
31 OCT  ed il 31 ottale equivale a 25 in base dieci, 25-DEC cioè Natale.
Quindi, valendo la proprietà transitiva dell'uguaglianza, quest'anno per Natale, faccio gli auguri di buon onomastico a tutte (ma in realtà non conosco nessuna con quel nome) le "Lucilla".
Buon Santa Lucilla a tutti !!!!

lunedì 9 dicembre 2013

Top Ten - I libri più importanti.

Da questa mia top ten escludo "La Bibbia", gli elementi di Euclide, la letteratura latina di Concetto Marchesi e tutti gli altri testi più di "consultazione" che di lettura continuativa.

Escludo anche "Il Senso Religioso" di Luigi Giussani.. La lettura di quel testo non è stata per me una lettura solitaria, ma nel contesto di un gruppo di persone che si trovava più o meno settimanalmente per leggerne insieme qualche brano, confrontarsi etc.. Sono nate discussione ed amicizie e che rendono quella lettura un unicum nella mia vita. 
Entrano quindi in classifica 
1) Harvey Cox. La seduzione dello spirito. Lo lessi verso i 18 anni. Per molti anni ho ricordato solo l'erlebnis della città di Malvern, più volte citato in questo blog. Fu un libro che segnò la mia esistenza. Magari ne riparlerò in un altro post.
2) Vaclav Havel. Il Potere dei senza potere. Ho già citato un questo blog l'autore, ma non il testo.
3) Vassilij Grossman. Vita e Destino. Il "Guerra e Pace" del XX secolo. Un libro lunghissimo ed affascinante. Ne ho già citato un piccolo particolare.
4) Jerome K Jerome. Considero i tre libri letti (Tre uomini in barca, Tre uomini a zonzo e I pensieri oziosi di un ozioso) come un unico testo. Uno sguardo ironico e positivo sulla vita. Se poi consideriamo che, parlando dei tedeschi, con il loro rispetto per l'autorità costituita, la loro capacità di realizzare quanto viene loro ordinato e il loro scarso spirito critico, dice "Pensate un po' se un pazzo prendesse il potere in Germania, cosa accadrebbe!" anticipando quello che poi sarebbe successo... be', un umorista vale di più di molto studiosi di politica.
5) Fëdor Dostoevskij - Delitto e castigo. E' pazzesco leggere un giallo in cui si sa all'inizio chi è l'assassino? No! Uno dei libri più belli che abbia letto (sebbene la figura di Sonia sia un po' idealizzata) è un libro eccezionale!
6) Alessandro Manzoni. I promessi sposi - Ho già parlato anche di questo.
7) Dante. La divina commedia. Purtroppo conosco meglio l'inferno, del purgatorio e paradiso un po meno. Grazie a Roberto Benigni e Franco Nembrini (che si sono conosciuti) è ritornato ad essere un opera "in lingua volgare".
8) Jurgen Appelo. Management 3.0 Un libro molto interessante, ma soprattutto per  me, in un momento di "demotivazione" assoluta, l'opportunità di vincere qualcosa e di veder pubblicato su una rivista "importante" qualcosa di mio. Insomma, senza saperlo, l'autore ha permesso di portare la mia autostima sopra il livello di sicurezza.
9) Kenneth W Thomas Intrinsic motivation at work. Rimando la recensione a quanto ho scritto qui.
10) Raspe. Il Barone di Muchausen. L'edizione illustrata e ridotta per ragazzi, fu la lettura più bella della mia infanzia.

mercoledì 30 ottobre 2013

Agile senza saperlo 14 - Gualtiero Bertelli

Torno, dopo molte divagazioni, alle tematiche agili.
Quando ero ragazzo avevo sentito una canzone, di cui non ricordavo l'autore, e che mi è ritornata ora alla mente.
Cambiando le parole "elettrotecnica" con "informatica" (cioè il 1966 con il 1975) e "diplomato" con "laureato" si ottiene quasi la  mia biografia personale.
Uno studio in funzione di un lavoro - Il lavoro "parcellizzato" che spreca lo studio fatto - Rimandare a "fuori" il momento di "libertà" che ha come sorella siamese la parola "responsabilità".

Il problema è che questa non è solo la mia biografia, ma quella di moltissimi altri qui in Italia.
Ma se questo"taylorismo" nel settore tecnologico avesse dato risultati positivi, OK nessun problema. Invece oggi siamo in crisi: mi sembra ovvia conseguenza. Se uno spreca la cultura acquisita e la responsabilità (che la canzone chiama libertà, ma sono come ho detto gemelle siamesi) che cosa  pensa di ottenere?
Chi ci ha guadagnato da questo spreco?
Penso che chi deteneva "piccoli poteri" aziendali ci ha guadagnato in:
1) Maggior stipendio relativo (probabilmente non assoluto, perché se l'azienda e la società avesse fatto più utili ce ne sarebbe stato di più per tutti, ma relativo ad altri colleghi)
2) Senso di "esistere" definito da un ruolo.
3) Ordine mentale. Uno dei problemi peggiori per chi si illude di avere un potere, sia pur piccolo, è quello di non avere "tutto sotto controllo". Quindi, avendo "tutto sotto controllo" diffida di tutto ciò che esula dal previsto, quindi anche da possibili cambiamento positivi.

   http://www.youtube.com/watch?v=uUu_qwas_Z4

Una cosa mi ha colpito in positivo di questa canzone, che sebbene sia nata e circolasse in area marxista, va molto oltre una posizione rivendicazionista-sindacalese-veterocomunista purtroppo conosciuta un questi anni.
C'è una nostalgia per fare un lavoro bello, coinvolgente, responsabilizzante che né il sindacalismo ufficiale, né il padronato (ed il managerume peggio ancora) hanno mai riconosciuto (e ci hanno portato a bate 'l cul 'sna pera!)

domenica 27 ottobre 2013

Delusione Renzi (con possibilità di rimediare)

Cominciamo con il Post Scriptum
Alla Leopolda Renzi si è dichiarato favorevole alla riforma della giustizia, anche se non ne so bene in dettaglio i termini, è quasi un errata corrige a questo post che mi era in parte venuto "di pancia" quando ho letto i commenti favorevoli al suo No Amnistia.
Ecco il post originale:
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Su questo mio blog avevo dato giudizi sostanzialmente positivi su Matteo Renzi, ai tempi delle primarie del PD in cui poi era stato sconfitto. Ora, per le prossime primarie dell’8 dicembre ho alcuni dubbi e suggerimenti che pubblico sul blog in modo da poter twittare facilmente a varie persone.

Delusione su no amnistia.

Sono rimasto molto deluso dal suo no amnistia. Sono rimasto amareggiato dai forcaioli,da cui ho preso le distanze da ragazzino educato dalle canzoni di de Andrè, che l’applaudivano. Mi sembrava che esaltassero un Bossi della prima ora. 
La colpa non è sua, però...
Parla di educare i giovani alla legalità, ma allora bisognerebbe modificare la toponomastica dei comuni italiani, visto che Mazzini, Battisiti, Rosselli, i partigiani ed altri Padri della Patria erano “Fuori dalla legalità”. La persecuzione degli ebrei, dalle leggi razziali in poi era legale, chi aiutava gli ebrei ha salvarsi aveva messo la morale davanti alla legge. Ed è proprio alla morale “inscritta nel cuore dell’uomo” che insieme allo spettacolo delle stelle del cielo stupiva Kant, che occorre educare! 
Poi, da Gandhi ad Havel, i grandi oppositori insegnano che
è conveniente stare nella legalità, OK, ma per fare emergere la propria moralità.
2)
Praticamente la situazione della giustizia italiana è allo sbando. Sarebbe stato credibile che avesse sostenuto i referendum radicali. Occorre una riforma generale della giustizia e non sto a ri-elencare i motivi. Luciano Violante li esprime meglio di me (e sarebbe bello che MR e LV fossero in sintonia) L’amnistia (non l’indulto!) è importante quindi anche come gesto simbolico politico. Occorre mettere i leoni sotto il trono (su cui siede il popolo).

Costi della politica.

Si parla tanto delle spese dei parlamentari, consiglieri etc... ma anche altri ruoli legati alla cosa pubblica sono costosi. Prendersela con gli eletti si colpisce comunque la democrazia a vantaggio dei “nobili”. Occorre ridurre i costi della gestione della cosa pubblica in modo paritetico  tra tutti gli attori della gestione della cosa pubblica
Erlebnis: un imprenditore doveva parlare ad un ministro. Si trova invece davanti
un funzionario. Alla sua perplessità il funzionario rispose “Ebbè ma che le importa del ministro? Lui due anni fa non c’era ancora e non è detto che tra tre anni ci sia. Io invece ero qui già dieci anni fa e tra dieci anni sarà ancora qui!”
Occorre portare anche i muli sotto il trono.

Inutilità del "governo che decide".

Come nella gestione aziendale (Management 3.0, Agile etc.) anche nella vita pubblica il metodo “comando e controllo” è o inefficace (grida manzoniane) o pericoloso (derive
autoritarie) e comunque un approccio che valorizzi le motivazioni intrinseche di chi opera nella società è il più produttivo, in particolare in questo momento di crisi. Spero che su questo Renzi sia d’accordo ma occorre che arrivi anche alle conseguenze.
1)
Una società “Agile” e “sussidiaria” non ha bisogno del “decisionismo” del presidente operaio” del “fare” ma del “permettere di fare”. Quindi sempre meno burocrazia, o meglio burocrazia che ha come fine non se stessa, ma l’aiuto a chi deve realizzare. Il “fare” del governo sarà orientato proprio a questo snellire la burocrazia per permettere ai soggetti sociali di “fare”.
Questo argomento ha un punto debole proprio nel PD a cui si rifanno anche degli ex-comunisti che vedono nelle scuole paritarie “le scuole dei preti”.
Ora sarebbe bene che si mettessero in testa che 
a) un una società pluralista c’è posto per tutti anche per le scuole dei preti.
b) ci sono, e ci dovrebbero essere anche più scuole paritarie con altre ispirazioni (Montessori, scuole Waldorf) e libere coop di docenti.
c) il “welfare di base” risponde meglio alle esigenze dei cittadini e costa di meno allo stato. Il buon funzionamento pratico deve superare i pregiudizi ideologici.

2)
Siamo una società complessa, non si può gestire in modo ragionieristico o meccanicistico. Una modifica implica altre mille conseguenze, quindi il miglioramento non può che essere “dal basso”, guidato da chi nel miglioramento è implicato. 
Non posso dilungarmi su quello, rimando alle seguenti letture
  • Management 3.0 di J.Appelo
  • ll cingo nero , di Nicolas Nassim Taleb (Antifragile non l'ho ancora letto)
  • Intrinsic Motovation at Work di K.W Thomas

Inoltre avrei una serie di piccole proposte

Modifica al canone RAI.

Io ho una vecchia tv che uso solo come video per i DVD.
Non riesco a connettermi al digitale terrestre – dovrei spostare un armadio.
In casa abbiamo 2 PC 1 tablet e mio figlio ha uno smartphone.
La RAI (a parte qualche ascolto radiofonico) potrebbe anche sparire.
Allora perchè pago il canone?
 Per il regio decreto del 1935 etc.... che è una tassa di scopo per creare un sistema di telecomunicazioni pubblico.
Quindi lasciamo pure il regio decreto, ma anziché mantere un’azienda già esistente, che potrebbe guadagnare con pubblicità ed abbonamenti “premium” come fanno  Mediaset, La7, Sky etc... propongo di convogliare i ricavi su quella che oggi dovrebbe essere la tassa di scopo per attivare un vero servizio pubblico nelle telecomunicazioni, vale a dire la “banda larga”.

Pensione di anzianità.

Aver accettato la sua abrogazione a chi per quasi 40 ha messo il 33% del lordo (come il sottoscritto) è una colpa che il PD difficilmente può farsi perdonare.
Un’idea (per venire in contro ai costi) ce l’avrei, ma è troppo lunga da esprimere qui. La chiamo “servizio civile per anziani”.

mercoledì 2 ottobre 2013

Papa Francesco, le foglie autunnali e la zia

Non sto a dilungarmi nel parlare di Papa Francesco.
Sono un seguace di don Bosco che nel 1848 faceva dire "Viva il Papa" anzichè "Viva Pio IX". Non mi piace contrapporre un papa ad un altro, anche se Papa Francesco per alcune cose è più in sintonia con quello che io ero tra i 14 e i 20 anni che ora sta riemergendo alla grande.
In questo post voglio semplicemente sottolineare un particolare: la sua critica alla "Cultura dello scarto". Mi pare di non aver sentito mai questa metafora nelle critica alla società: la cultura dello "scarto" per cui tutti quello che non rispetta certi parametri diventa scarto.
Un Papa esperto di Lean ?
Non vorrei fare digressioni, ma ricordo una bella metafora letta, se la memoria non mi inganna, da Gunter Pauli.
Molte specie di alberi d'autunno perdono le foglie. Se l'albero si trova in un cortile lastricato, in una piazza asfaltata o contesti simili, le foglie rimangono lì, diventano un rifiuto che qualcuno deve spazzare altrimenti rischiano di ostruire i tombini. Invece se l'albero è in un prato o in un bosco, le foglie cadute diventato alimento per le formiche ed altri insetti che le sminuzzano, oppure per i funghi, si decompongono e generano humus utile per l'albero stesso: insomma diventano una risorsa.
Allo stesso modo, la nostra società, ma anche noi stessi,  dobbiamo essere come un prato o un bosco, dove tutto diventa una risorsa.
Ma come un "invalido" diventa una risorsa?
Non faccio grandi discorsi, ma parto da un fatto recente. Mia zia ha l'Alzheimer. E' sempre stata una donna sveglia, energica, pratica, impiegata in Municipio, conosceva tutti i big Torinesi della politica anni '70/80 (Novelli, Porcellana, Salerno, Mina, Magnani, per non parlare di Secreto!) A 50 anni decise di imparare l'inglese. Quand'ero ragazzino mi insegnò a risolvere i rebus. Abitualmente io non sono bravo in nessun gioco, né giochi da tavolo né quelli sportivi: l'unico gioco in cui mediamente vinco è SCARABEO: ebbene, lei, vent'anni fa riuscì a battermi parecchie volte. Ora ha l'Alzheimer.
Eppure, in questa malattia, mi ha dato due doni:
1) Il richiamo ad una maggiore serietà nei confronti della vita. La vita ultimamente non è il risultato del nostro sforzo per realizzare i nostri progetti, il nostro sforzo è per dare una risposta ad una situazione.
2) Ho visto un uomo innamorato: mio zio. Non conoscevo quel lato della sua persona, e la malattia della moglie l'ha fatto emergere: a 86 anni, quest'uomo sta dando esempio di cosa vuol dire "amarsi nella cattiva sorte".

giovedì 5 settembre 2013

Superstizione: U.S.A.


Torniamo alla mia definizione di superstizione presente in vari post precedenti e potremmo dedurne che gli Stati Uniti d'America oggi sono una superstizione.
Storicamente quando sono nati, erano per tutte le menti libere europee, veramente il faro della libertà.
Immaginiamoci dei popoli soggetti ai privilegi nobiliari, governati da re per diritto divino, vedere uno stato che si fonda su principi di uguaglianza tra tutti i cittadini!
Sono stati geniali i Fondatori a permettere ad ogni cittadino la "riceca della felicità" senza però definire esplicitamente cosa fosse la felicità. Così ognuno poteva decidere la sua felicità, ognuno poteva fermasi al "gradino" preferito della Piramide di Maslow, e poi su quel gradino starci come voleva. Così in America c'era posto per tutti, per il più cinico pragmatismo affaristico come per le utopie mistiche più strampalate, e molto spesso questi elementi si manifestavano insieme negli stessi soggetti.
Negli anni della guerra fredda, gli USA  hanno veramente rappresentato un faro per la libertà nel mondo. Non che la politica estera USA non fosse brutale. Perché se l'URSS invadeva l'Ungheria e la Cecoslovacchia, l'atteggiamento ingerente degli USA in America Latina non era certo innocente.
Ma il potere sovietico aveva pretese totalitarie. Arrivava a vietare i dettagli della vita privata, fino a vietare certe forme di pittura (famosa la mostra di quadri astratti distrutta con i bulldozer), fino alla musica dei PPU, per non parlare della letteratura, religione etc.
Invece negli USA c'era posto per Pete Seeger come per Sinatra, per gli scienziati della corsa nello spazio  come per Kerouac e Allen Ginsberg, per Wall Street e per le comuni alternative.... e ogni italiano si sognava la sua america. I miei genitori (negli anni '50) erano colpiti da vedere, attraverso certi film, la gente "normale" americana con frigo auto e tv in casa. Per me, da ragazzo l'America erano i folk singers, ma soprattutto Malvern PA, la città con 2000 abitanti e  luoghi di culto per 8 confessioni religiose diverse.
Andai in America (1984/86) e la mia prima impressione, detta alla telefonata (carissima, allora non c'era skype!)  ai parenti in Italia:
Vista dalla finestra di uno dei residence in cui alloggiavo
"Allora, com'è l'America?"
"Sembra di essere a Carmagola, senza vedere il Monviso!"
In effetti mi diede una impressione di un mondo mostruosamente provinciale.

Ma oggi?
I privilegi nobiliari, formalmente sono stati aboliti, non c'è più il potere sovietico, mentre i diritti di libertà si sono come diluiti, da pochi fondamentali in tanti "dirittini" che spesso cozzano contro altri.
Ho sentito che in USA una fotografa che per convinzioni religiose si è rifiutata di fare il servizio per un matrimonio gay ed è stata condannata da un tribunale statale. Non mi pare fosse l'unica fotografa d'america! Questo è solo un'esempio, stupido ma significativo. Dopo l'11/9 con Bush, pare che le "ragioni di sicurezza" abbiano iniziato a prevalere sulle "ragioni della libertà" Ma con Obama, ci sono fatti ben più gravi di intromissione dello stato in temi che uno stato libero non dovrebbe affrontare.
Dove è finita la mia Malvern se una fotografa non può rinunciare a fare un servizio fotografico, quindi al busines, se questo cozza contro le sue convinzioni religiose (condivisibili o meno)?

Oggi, sulla questione Siria, speriamo tutti che la Russia tenga duro!

Eppure negli USA per un viaggio ci tornerei volentieri
Ma girare per gli USA non sarà come girare per le rovine di ROMA? A Roma vedi i cimeli della grandezza dell'impero e negli USA, guardando quei cieli più larghi che i nostri, quelle strade lunghissime...  vedrei solo più i cimeli della libertà?

lunedì 2 settembre 2013

Curriculum vitae ovvero di chi è la colpa?

Per me una delle cose più deprimenti è scrivere il mio CV. Deprimenti perchè penso a quanta fatica sprecata, o meglio, a quanto si sarebbe potuto fare di positivo se non fosse stato per colpa di **** che etc...
E siccome nella vita di **** ne ho incrociati parecchi, la scrittura del CV evoca in me istinti omicidi, rancori che nella migliore delle ipotesi fiinicono di augurare ai vari **** "che tutt lon che 't l'has vadgnà 'd tròpp, 't lo spenda tutt 'n mensin-e!" Ma non mi piaccio esteticamente quanto ragiono così, per questo scrivere il CV è una cosa molto deprimente.
A rincuorarmi ho trovato questo bellissimo post . Tra le altre cose, si rifà alla regola del 95/5 di Deming secondo la quale "ciò che un lavoratore fa" dipende per il 95% dall'organizzazione in cui si trova, per il 5% dalle capacità del lavoratore. Quindi il CV non dice molto sulla persona che si vuole assumere, ma molto sull'organizzazione a cui apparteneva prima di una eventuale assunzione.
Quindi in effetti, quando sono depresso per aver prodotto poco (secondo in miei parametri) veramente posso dire che la colpa non è mia, ma "E' colpa della Società".

Qui si apre un dibattito: "la colpa della società" venne fuori, per dirla in modo semplicistico ma chiaro, nel '68. Occorreva cambiare "le strutture" per avere una società con rapporti più giusti etc... Altre posizioni culturali, (esempio Steven Covey nelle sue "7 regole" nel capitolo sulla "proattività") sottolineano la responsabilità personale in ogni contesto. Anzi, certi  biechi reazionari fanno del sarcasmo indebito sulla frase "Colpa della società".

Chi ha ragione? C'è del vero in ogni posizione, ma dipende dal contesto. Nel contesto aziendale sono favorevole alla regola di Deming: chiarifica molto questo altro bellissimo post

Interessante neh?

domenica 25 agosto 2013

Bella sorpresa al ritorno

Da molto tempo non facevo più post su questo blog, un po' per mancanza di tempo e poi, nell'ultimo mese per essere andato in vacanza in un luogo in Carnia, in cui non riuscivo a connettermi ad internet.
Al rientro a Torino ho avuto una piacevole sorpresa. Prima di partire per le vacanze avevo segnalato al Comune ed alla GTT un problema. Motivazioni storiche (evoluzione di ciclopiste teoriche risalenti all'era Novelli, fatte diventare leggermente più utilizzabile nell'era Castellani) hanno creato presso uno spartitraffico di corso Agnelli una "cosa" rappresentata un figura.
La cosa non fa alcun problema, perchè abitualmente di lì non passa nessuno, ma nel mese di luglio/agosto e nelle festività la linea 10 (tranviaria fino piazza 23 dicembre) viene sostituita da un autobus che ferma proprio al termine di quella buca. Dal lato opposto c'è l'attraversamento del corso. Quando un utente vede il bus avviciniarsi, inizia a correre guardando il bus e non dove mette i piedi, quella "cosa" da inutile ed antiestetica diventa pericolosa. Io sono stato lì lì per cadere un paio di volte. L'ho segnalato in comune ed ecco che durante le vacanze la buca è stata riempita.
La cosa mi ha fatto molto piacere, non per non rischiare di inciamparmi, poichè tra pochi giorni il 10 tornerà tram, (speriamo!) ma come metodo di lavoro. Piccoli miglioramenti che costano poco per evitare danni potenziali. Soprattuto mi è piaciuto che il comune abbia reagito positivamente. A volte la gente critica l'inefficenza dei politici, ma non sono dei demiurghi che possono prevedere tutto: occorre fare notare i problemi, (comuni a tutti, non privilegi personali!) e in certi casi vengono risolti.
Bravo Lubatti!

giovedì 18 luglio 2013

TOP 10 - I dipinti più belli

Era da un po' che non aggiungevo post, ma ho intrapreso una lettura molto impegnativa. Finita ne ho iniziata un'altra e non ho molto tempo per fare delle recensioni meditate su questo blog. Quindi ecco un post estemporaneo. La top 10 dei dipinti che a mio insindacabile e momentaneo giuduzio sono i piu significatvi.

1) Michelangelo Merisi da Caravaggio: La chiamata di Matteo.

E' bellissimo soprattutto visto dal vivo. Tutti conosciamo e straconosciamo la dinamicità della scena, i movimenti dei personaggi, la mano di Gesù che riprende i maniera speculare la mano di Adamo dell'omonimo Michelangelo, appunto nella creazione di Adamo, quindi "Cristo nuovo Adamo". eccetera... ma abitualmente le illustrazioni riprendono solo la parte bassa del quadro, quella dove appunto ci sono i personaggi. Invece il bello è che il quadro è molto piu alto e sopra non c'è praticamente nulla se non una finestra murata. A me affascina questa immagine: ti da proprio l'idea di una situazione senza via d'uscita, il famoso "giorno in cui nulla accadrà" e la chiamata di Cristo, da cui viene la luce che illumina il quadro, diventa ancora di più il dono di una opportunità per la tua vita.

2) Pieter Bruegel il Vecchio: La Parabola dei ciechi.

 Se il quadro #1 era bello anche per la dinamicità della scena, questo è un'equazione differenziale: date le condizioni ad un tempo X0 (quello che vediamo nel quadro) sappiamo cosa succederà al tempo Xt.
Ma soprattutto questo quadro è attualissimo oggi, potrebbe essere il simbolo dell'UE.
E non solo! I manager rappresentati  nel quadro sono certissimi di quello che fanno. Sono ciechi della realtà, ma loro hanno una "vision", magari usano la PNL proprio per essere concentrati sui loro target e non essere distolti da input che potrebbero creare delle interferenze....

3) Michelangelo Merisi da Caravaggio: La Madonna dei Pellegrini

Quadro emozionante, in cui mi sento coinvolto. Due personaggi decisamente brutti e, soprattutto la donna, con un faccia poco raccomandabile, sporchi, con in primo piano piedacci che si vede hanno camminato molto, inginocchiati davanti ad una Madonna col Bambino, per niente ieratici e totalmente umani. Guardandolo rieccheggiano certe prediche di Papa Francesco

4) Claude Monet:  i covoni.

fin da piccolo, nelle mie vacanze estive in Carnia mi hanno sempre affascinato i covoni. Lì ce n'erano di due tipi: quelli che avevano internamente una struttura in lengo con un palo centrale e bracci perpendicolari tra lo a diverse altezze che venivano usati solo perchè il fieno asciugasse rapidamente, e gli altri che rimanevano qualche mese nei prati, prima che il fieno venisse usato, detti "mede". Una cosa soprattutto mi colpiva, quando ripresi ad andare in Carnia, dal '89 in poi: i colori che assumevano, secondo l'inclinazione della luce. Per questo fu per me una grande emozione vedere i Covoni di Monet esposti ad una mostra temporanea a Torino nel 2005



5) Trota giapponese vista al MAO

Al Museo di Arte Orientale (MAO) di Torino, ho visto esposta una pittura che mi ha colpito: rappresenta un pesce che nuota contro corrente, fatto penso a china. Sono rimasto colpito da come con pochissime linee essenziali si abbia veramente l'impressione di vedere un pesce in un torrente.

6) Osckar Rabin: Riflesso della chiesa

Uno stagno russo (quando andai in Russia notai l'abbondanza di stagni!) riflette un paesino di campagna. La bellezza del quadro è che a prima vista sembra normale, ma poi guardando bene si nota che nel riflesso dello stagno c'è una chiesetta ortodossa, che nel paese fisico non c'è.

7) Bellini: La predica di San Marco ad Alessandria d'Egitto.

Bellissimo sfogo di fantasia, pieno di anacronismi e di particolari assurdi che pure hanno una loro logica: uomini con il turbante,  donne velate in bianco e notabili tardo-medioevali, chiese e minareti (storicamente avrebbero dovuto esserci templi pagani!) e quella stramba costruzione che sembra un po' a San Marco ed un po' a Santa Sofia. Ma la cosa più bella è la giraffa in mezzo alla strada!

8) Pieter Bruegel il Vecchio: Proverbi Fiamminghi

Mi affascian il fatto che quella sembra a prima vista una scena di vita rurale, poi pare che in ogni angolo qualcuno faccia qualcosa, spesso abbastanza strano. Invece rappresenta un proverbio. sarebbe bello conosere il significato di ogni particolare. Non ho trovato un testo che lo spieghi

9) Pieter Bruegel il Vecchio: Cacciatori nella neve

A questo punto le maglie si allargano e ci sarebbero diversi quadri in queste posizioni. Visto che non l'ho mai citato metto quello di questo "giovane" autore.

10) Beato Angelico Annunciazione di S.Marco.

Il Beato Angelico ne ha fatti diversi dipinti con questo soggetto, scelgo questo perchè l'ho visto fisicamente a Firenze e ben due volte.