lunedì 9 aprile 2012

L'Italia sprofonderà: il mito della cicala.

Disclaimer: non condivido affatto la visione di Benedetto Croce ed epigoni sulle due culture: la cultura umanistica  e la cultura tecnica. Personalmente amo la scienza, che non è la tecnica: è ricerca della verità. E' adaequatio rei et intellectum, permette alla cultura umanistica di non essere stantia ripetizione di flatus vocis e permette alla tecnica di non scadere nella ripetizione di pratiche che diventano magia o superstizione, come descrive Asimov in un racconto dove erano rimasti i tecnici senza gli scienziati.

Premesso questo, da che mondo e mondo la classe politca viene scelta tra gli "umanisti" perchè capaci di comprendere gli scenari ed immaginarsene nuovi, perchè detentori di una visione filosofica del mondo o anche semplicemente perchè capaci di comunicare. Il fatto di affidarsi ai tecnici per il "salvataggio" dell'Italia mi sembra uno dei tanti sintomi di follia verso cui stiamo andando incontro.
Sono assolutamente favorevole a valorizzare il lavoro delle persone anziane, la mia storia lo dimostra ed ho già fatto un post a questo proposito. Ma ritengo che la "coraggiosa" riforma delle pensioni sia una porcata per vari motivi e qui ed ora cito quello "umanistico"- il mito della cicala.
No, non la favoletta della formica e la cicala, a cui i simpatico Gianni Rodari rispondeva di preferice la cicala/ che il suo canto non vende: regala! - non apro questo ampio dibattito!
Si tratta del tempo degli dei falsi e bugiardi. La ninfa Eos si innamorò di Titone, un mortale. Siccome voleva superare questo piccolo problema, chiese a Zeus il dono dell'immortalià per l'amato. Zeus concesse tale dono, ma la svampita ninfa Eos non si accorse che insieme al dono dell'immortalità avrebbe dovuto anche chiedere il dono dell'eterna giovinezza. Cosa successe? che il povero Titone non moriva mai, ma invecchiava sempre, in modo terribile... in un modo dove un settantenne era vecchio ed un ottuagenario una rarità, chissà come si immaginavano un vecchio di duecento trecento mille anni!!! Una versione del mito dice che Titone fu poi tramutato in cicala. 
I nostri tecnici probabilmente avranno letto da qualche parte che l'età media della vita aumenta, ma forse non sanno che i vecchi non hanno le stesse condizioni fisiche e quidni gli stessi ritmi dei giovani. Parlano di "lavori usuranti" ma chi fa più lo scaricatore di porto? La vista e l'udito calano, e l'artrosi viene anche ad impiegati ed insegnanti (tanto per esemplificare, seppur superficialmente)
 Quanto costerà questa loro astrazione? Be' il fatto che si parli di cicale, per altri versi il simbolo dello sperpero dei beni, è sintomatico dell'impossibilità che avremo di sollavarci.

lunedì 5 marzo 2012

Le inserzioni di lavoro sono "sbagliate".

... mi misi alla ricerca di un lavoro e dovetti quindi affrontare il tema "inserzioni"
Non mi soffermo a dire di quelle che specificano l'età (tipicamente età max 35 anni)  che mi pare siano vietate dalla legge e squalificano l'azienda che le pubblica.
Sono stato invece colpito dal fatto che nel settore informatico è pieno di inserzioni del tipo "esperto Java j2ee ","esperto silverlight per android" e via discorrendo. Orbene il primo punto dell'agile manifesto dice
Individuals and interactions over processes and tools
mentre le inserzioni partono proprio dal tool. D'altra parte in 30 anni di lavoro il tool non è mai stato l'impedimento. In poco tempo lo si imparava facilmente e l'assembler (del PDP11) era ben più difficile di python !!!
Cosa sta dietro a questo approccio (oltre l'ignoranza dell'agile manifesto) ?

(...2 parte) 
Finalmente ho il tempo per completare il post. Rispondo alla domanda: I progetti sono di breve respiro, i budget si approvano tardi, i margini sono scarsi quindi non c'è tempo/denaro per imparare, si deve essere produttivi subito. Il tool si deve "già" conoscere. Questa situazione è un dato di fatto, che però lascia intravvedere una pessima realtà del mondo dell'imprenditoria nel settore informatico. 
L'utilità di essere "azienda", di essere "squadra" è proprio nel 1) completare vicendevolmente le lacune 2) fare fluire meglio le competenze - insegnare/imparare l'uno dall'altro, in modo più rapido di quanto si impari da soli 3) avere la visione per sapere cosa è prioritario imparare nei "momenti" buchi. Ma purtroppo vige un individualismo esasperato per cui troppe software-house sono in realtà agenzie di "caporalato" per professionisti (sic!) informatici.
Sull' utilità del team, spero di spiegarmi meglio rimandado a questo post di Jurgen Appelo.

PS. per quanto riguarda la mia situazione lavorativa ora sono in un'azienda di cui sono l'unico dipendente!
In due mesi ho affrontato LabView (ero CLAD, ma scaduta del 2009) Il C++ con wxWidgets, il BPMN (mai conosciuto prima) di cui ho valutato diversi tools ed altro...

sabato 25 febbraio 2012

Personale & Politico (continua)

Non ho molto tempo in questo periodo e non avevo voglia di analizzare le cause dei miei problemi aziendali, ma devo continuare un post interrotto   (continua)
... Davanti a questa incapacità a gestire i progetti, da parte dalle persone incaricate in azieda a farlo, invece limitarmi a mugugnare, mi venne voglia di studiare ed approfondire le tematiche di Project Management. Da qui la mia passione per il mondo "agile". Inutile dire che in azienda questo non interessò, a parte concedermi un paio d'ore per una presentazione di Scrum.
Siccome ovviamente i progetti andavano male, la soluzione aziendale fu "Basta progetti", solo consulenza. Ma anche le consulenze necessitano un rischio, almeno secondo me, perchè occorre approfondire tematiche e/o tecnologie, certificarsi ove possibile, e proporsi sul mercato come esperto di certi settori. Occorre quindi investire e rischiare sulle tematiche su cui ci si vuole buttare. Non si può essere tuttologhi dilettanti allo sbaraglio. Un rischio che un imprenditore deve affrontare.
La soluzione azindale invece fu: si va in giro, si chiede al (poteziale) cliente che cosa serve, si va su monster a vedere i CV, si assume dall'esterno. In particolare, certi lavori ... in cui va benissimo un neolaureato che costa poco.. una persona con più di 50 anni è difficile da presentare in consulenza...
Non essendo dirigente, non è stato immediato licenziarmi, ma nonostante il famoso articolo 18 che secondo la supestizione costringe l'italia alla fame, ci sono riusciti lo stesso. Ma prima di farlo ho trascorso qualche mese di inattività... giornate orribili: andavo al lavoro pensando a cosa avrei fatto nelle 8 ore. E di cose da fare ne avrei avute, ad esempio avrei potuto studiare per certificarmi in quello che l'azienda scommetteva.... ma non volevano scommettere su nulla se non sulla "riduzione dei costi".
In un momento in cui avevo bisogno di "gratificarmi" mi sono certifiacato ISIPM (a mie spese e prendendo ferie). E quando lo dissi in azienda "ma tu saresti in grado si spezzare i compiti ed assegnarli alle varie risorse?" (Io veramente riterreri più importante e più difficile e sui cui vorrei cimentarmi questo:  formare un team collaborativo) "Ma tu saresti in grado di prendere una presona e motivarla quando si trova in difficoltà o cazziarla quando serve??" Inutile dire che alle pacche sulle spalle non ci credo io stesso, ricordo sempre Gaber che canta "Vedrai che guarirai"... per me la motivazione è fatta di due frasi "Mi fido di te" e "non sei da solo". Frasi che devono essere solo il commento esplicito di un modo di comportarsi. Invece la "cazziata del capo" ha il seguente effetto. Il capo parla magari correttamente dal suo punto di vista, diverso da quello del dipendente, il quale tra se dice "ma che scemo, non vede che..." e si radica ancor più nelle sue posizioni.
Ma a certi quarantenni che credono ancora in un rampantismo anni 80, ormai residuato bellico, che dire?!?
Inutile parlare poi del fan della PNL, del meccanicismo di certi personaggi (l'azienda ha deciso, l'azienda è disponibile a, l'azienda non può permettersi di...)
Mi spiace per certe persone, in fondo brava gente, che potevano tenersi i soldi accumulati negli anni d'oro e goderseli invece di mettere su un'azienda che non sanno gestire. E sopratto mi spiace che non abbiano saputo a farsi aiutare dalle persone giuste. Paradossalmente persone serie e sobrie sono stati affascinati da imbonitori reduci della milano da bere....

Finto di raccontare come si è arrivati alla crisi con l'azienda che mi ha licenziato. Ora racconterò di una difficoltà nel trovare un lavoro, anche questa "personale e politica" perchè secondo me sta lì un grosso limite dell'imprenditoria nel settore ITC

domenica 12 febbraio 2012

Personale & Politico

Da quasi due mesi avevo accennato ad un problema personale, ma non avevo voglia di scriverne. Ora che per certi versi è "tamponato", ne parlerei, perchè è apparentemente un problema mio, ma analogo a quello di moltissime persone: ha quindi anche un significato politico.
Nel giro di due settimane mi sono trovato senza lavoro, perchè la ditta di cui ero dipendente mi ha licenziato. Mi sarei "consolato" sapendo che avrei avuto la pensione "a breve". Invece in quegli stessi giorni, il governo De La Rua, che ha sostituito Menem, con il decreto serva Italia ha tolto le pensioni di anzianità, per le quali la mia generazione aveva pagato il 33% dei contributi previdenziali (in europa mai nessuno aveva messo tanto!). Situazione veramente orribile, che mescola un gran senso di ingiustizia subita per il licenziamento, ingiustizia subìta per gli esosi contributi previdenziali "fumati", insieme alla paura per il futuro.
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Questo tema apre molti argomenti.
1) Su "media" si parla tanto dell' art.18, della mancanza di flessibilità in uscita... ma come??? L'azienda da cui dipendevo (che non cito per non fare pubblicità) aveva ben più di 15 dipendenti e sono riusciti a farmi fuori lo stesso. E' vero che la cosa è costata non poco, ma una bazzeccola rispetto a quanto è costato loro non aver saputo valorizzarmi e valorizzare molti colleghi. Quindi ecco la prima superstizione:  in Italia non c'è flessibilità in uscita.
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2) La ditta che mi ha licenziato. Ero stato assunto nel 2005. Lavoravo presso un cliente per conto di una grande multinazionale. Ma quel cliente non era nel "core businnes" della multinazionale che, invece di continuare ad espandersi anche nei confronti di clienti "anomali", decise di perderli. Per continuare a lavorare mi feci assumere da una ditta suggerita dal cliente, che è appunto al ditta da cui sono stato recentemente licenziato. Fui assunto portando in dote più di 3 anni uomo di lavoro: situazione ottimale per loro no? Invece no. Lo capii più tardi leggendo Management 3.0. Jurgen Appelo spiega che nel processo di assunzione si ha lo stesso effetto della moltiplicazione delle cellule con il RNA etc... cioè un'azienda tende ad assumere "con lo stampino". Il diverso sarebbe una ricchezza per l'azienda, se ben ineserito, ma il recruiter tende ad assumere sempre lo stesso tipo umano. Io non ero quel tipo. Mi avevano assunto per non rinunciare ad un affare nel breve, ma non piacevo.

Aneddoto che seppi dopo. Avevo faticato non poco per fare stare il mio CV in due pagine. D'altra parte nel 2005 a chi poteva interessare che nel 1983/84 avevo lavorato con il PDP11 .... invece fuorono offesi di un CV simile. Dicevano "30 anni di lavoro dovevano essere di almeno 6 pagine.... un CV così corto voleva dire che in fondo non avevo intenzione di lavorare con loro..." Ah Leonardo Sciascia! che ne "il giorno della civetta" si scusa se il libro è troppo lungo, ma dice di non aver avuto il tempo per farlo più breve... io invece il tempo per limare e non stufare l'avevo trovato....

Così, quando finì il lavoro presso quel cliente divenni un problema, sebbene avessi dimostrato una notevole versatilità (Mi ero anche preso un certificazione CLAD, ovviamente studiano extra orario e non pagato: una sciocchezzuola in fondo, ma prima non sapevo nemmeno cosa fosse LabView). Ma la cosa che mi sconvolse di più fu il loro modo di affrontare i progetti.
1) Posizione giansenista: come se quello che conta fosse la "fatica" e non il "valore aggiunto" per il cliente. Mi spiego: quando vado dal macellaio, non me ne frega nulla sapere quanto ha faticato Beppe a tagliare il quarto di bovino o se l'ha fatto cantanticchiando, mi interessa solo sapere se la carne è buona. Analogamente, sarà pur vero che senza fatica non si ottiene nulla, ma si può fare tutta la fatica che si vuole, lavorare 25ore al giorno... ma se non fai cosa "serve" al cliente hai specato tempo. Invece per quei "primi della classe" era importante "dare evidenza di essere bravi" .
2) Posizione positivista-meccanicista.Una cosa a me sempre più ovvia che in ogni progetto IT si affronta l'ignoto: ignote le tecnologie perchè anche usando sempre le stesse (mai capitato) tra un progetto e l'altro sono sempre di almeno la versione successiva; ignote o per lo meno instabili le richieste del... cliente, ovvero le necessità reali che si scoprono strada facendo; ignote le "componenti" che fanno gli altri. Invece di gestire questo ignoto, incaponirsi in pianificazioni di dettaglio come se si dovesse "asfaltare la via Emilia".
3) posizione taylorista al limite del ridocolo. Il ridicolo è che mentre leggendo qualsiasi manuale di Project managemet pratico, le risorse si chiamanto Sarah, Laura, David, Joe, Steve .... in xxxxx si arrivava a nomine le persone per "codice". Ma sul taylorismo torno dopo.
4) Posizione ... che rimando all'articolo di Massimo Beltotto uscito sul numero 8 della rivista "Il Project Manager" al paragrafo "l'ansia del project manager" .
NO, Non si può lavorare cosi!!! allora nelle notti insonni, invece di vegliare al lume del rancore, preparai gli esami.... non ancora, mi appassionai alle metodologie agili  (XP, Scrum...) che rispondevano ai problemi che emergevano in azienda.
 (continua)

domenica 29 gennaio 2012

Agile senza saperlo 8 - Cesare Pavese

Non c'è cosa più amara che l'alba di un giorno
in cui nulla accadrà.  Non c'è cosa più amara
che l'inutilità.  (Lo steddazzu)
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È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. (Il mestiere di vivere)
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Cosa c'entrano queste citazioni di Pavese con l'approccio agile? E invece non avevo promesso di raccontare le vicende di questi ultimi mesi, che mi avevano tenuto lontano dal blog?
Veniamo alla prima. Il lavoro strettamente pianificato, definito e "sminuzzato", dove agli esecutori non resta che il noioso compito di eseguire quanto definito... insomma il sogno che dal settecento in poi pervade la civiltà occidentale, "domani non accadrà nulla -  nulla fuori dal prestabilito", qui è definita come la cosa più amara. Allora hanno forse ragione i detrattori dell'approccio agile che "agile non pianifica" ? NO, ma la pianificazione agile è una pianificazione dinamica, che a diversi livelli di dettaglio coinvolge i diversi  stakeholders (maiali), sempre aperta, anzi, tesa al fatto che domani accadrà un piccolo miglioramento (kaizen).
Per quanto riguada il cominciare, ho in mente il mio ottimismo con cui inizio la settimana, ed immagino l'ottimismo (non emozionale, ma razionale) che potrebbe pervadere un team al termine di uno standup-meeting.

E cosa c'entra tutto questo con la mia situazione personale? Be' un altro post.

giovedì 12 gennaio 2012

Il debito pubblico aumenterà - Lo dice lo spot dell'agenzia delle entrate

In questi giorni, come ho detto, avrei cose gravi e dense da raccontare, ma proprio perchè gravi e dense, non riesco a farlo. Forse, fra una settimana.
Mi "distraggo" con una facezia.
Per Natale sono stato a casa dei miei genitori e lì ho  visto la TV[ io oltre che NoTAV sono anche NoTV: non ho avuto il tempo-voglia di mettere il decoder alla TV.  La usiamo solo come lettore di CD (non ci mancano nè la Rai, nè Merda-set, nè Santpiombo...)]
E' passato lo spot "Se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti: con i servizi". I cartone animato era molto carino, ma era evidente che così il debito pubblico sarebbe aumentato "fisiologicamente", anche se tutti avessero pagato le tasse.
La spiegazione, che a me pare evidente, potrebbe essere un po' lunga.

Occorre una premessa, per scansare equivoci. Se devo scegliere tra socialdemocratico e liberale, io mi reputo più socialdemocratico, nella tradizione della socialdemocrazia europea di Saragat, Olaf Palme, Willy Brandt e dei cattolici Fanfani, FranzJosef Strauss...
Nel coniugare "il merito e il  bisogno", secondo me, la cosa principale è che il bisogno non scenda sotto certi limiti. Il "merito" può attendere, anche perchè, essendo un amante della cultura classica (Seneca e Macchiavelli), e scientifica (Teleb Nassim) : La fortuna esite!

Allora facciamo un po di storia e geografia delle medie inferiori.
1) Tanto tempo fa l'uomo fu cacciatore, poi agricoltore e pastore (settore primario) .... poi con i profitti dell'agricoltura potè permettersi di "pagare" l'artigiano (secondario) e con i profitti del primario e secondario pagarsi il mercante, il saltimbanco ed i primi abbozzi di medico, maestro .... (terziario - servizi)
2) Se leggiamo la composizione del PIL vediamo che negli stati più avanzati il primario tende ad essere sotto il 5%,  il secondario è intorno al 25% e il terziario sopra il 70%. Nel tempo che c'è stata una tendenza a diminuire il peso del primario; Il secondario è dapprima salito, poi ha iniziato a diminuire, il terziario ha un peso sempre in crescita.
Quindi: a tendere, se lo spot fosse vero, meno del 30% del PIL (che tendenzialmente diminuisce) dovrebbe pagare il 70% del PIL (che tende a crescere).
Ma peggio! Abbiamo visto che l'innovazione tecnologica permette all'agricoltura e all'industria prodotti maggiori a prezzi minori per unità di prodotto, mentre la spesa medica etc. continua a crescere...
Ovviamente non ha senso, ma c'è ancora un set di complicazioni.

Per fortuna non tutti i servizi sono a carico dello stato! 
Bisogna definire quali devono essere a carico dello stato e quali no. Ritengo che lo stato non possa abdicare dalla difesa e dalla giustizia, ma lo spot faceva vedere Scuola, Medico e Parco.
Lo so che è più bello vedere il cartone animato di quel genere di servizi, piuttosto che il cartone animato di un carabiniere che porta un prigioniero davanti al giudice... ma proprio su Scuola, Assistenza e Difesa del Territorio, i soggetti pubblici non statali possono essere di grande aiuto.
Un esempio: Circa cinque anni fa una vettura della linea tramviaria 4 era rivestita esternamente con la pubblicità di una scuola salesiana (il 4 ferma proprio davanti a quella scuola) che diceva pressapoco "La retta è di 2500 euro, il costo di una vancaza: l'educazione di tuo figlio vale una vacanza? "
Mi soffermo sul costo 2500 euro di retta: sappiamo che i salesiani tendono a mettere presidi che anno  fatto voto di povertà castità e obbedienza (i prof sono ormai quasi tutti esterni), supponiamo che lo stato per ispezioni, controlli ed esami spenda 500 euro ad alunno, ma 2500 euro sono meno dalla metà di quanto lo stato spende per ogni alunno!!!

La soluzione: le tasse non si ripagano con tutti i servizi, ma solo con alcuni. Gli altri servizi,  li possono gestire i privati in modo più efficiente, originale, creativo.  Poi certificato dallo stato . E per i privati non sono necessariamente le multinazionali avide di profitto o avventurieri, ma anche associazioni, cooperative, realtà no-profit legate al territorio, dove possono lavorare persone più motivate e attente ai bisogni.

Le tasse servono, e qui sono socialdemocratico, anche come ri-distribuzione del reddito, per permettere a tutti di accedere ai servizi. Ma l'erogazione dei servizi, in particolare assistenza scuola e territorio, non può necessariamente in mano allo stato.

venerdì 23 dicembre 2011

Děkuji vám, Mistře!

In questi giorni mi sono accadute molte cose, non proprio facili, su cui avrei un romanzo da scrivere. Ma in questo momento si sono appena svolti i funerali di Vaclav Havel, un personaggio che ha segnato la mia vita e che considerero un maestro.
Ritengo quindi importante ringraziarlo.
 (mi fido del traduttore di google, se qualche amico boemo trovasse che è sbagliato, mi corregga pure)

Děkuji vám, Mistře!
Díky, Václav Havel!


L'immagine in alto è quella della lettera che avevo scritto quando avevo saputo dell'arresto di Havel e, arrivata probabilmente insieme a centiania di altre dal tutto il mondo, rifiutata e rispedita al mittente, che l'ha conservata. L'immagine a fianco è quella di uno dei pochi testi di Havel che allora si potevano trovare in Italia.

mercoledì 7 dicembre 2011

Agili senza saperlo 7 - Giovanni Semeria

Non sapevo nemmeno chi fosse, questo padre Semeria. Per me era solo il "titolare" di una delle vie principali di Monterosso al Mare. Ho messo qui un link su una sua biografia.
Casualmente ho letto una recensione ad una  raccolta di suoi scritti.
Copio le sue citazioni.

"Una squadra di undici calciatori provetti, ma incapaci di cooperazione, ognuno dei quali gioca per conto suo, sarà sconfitta da una squadra di collegiali ciascuno dei quali, conosciute a fondo le qualità ed i difetti dei compagni, se ne vale sul campo da gioco.
"Colui che più si mette in mostra è raramente, tanto nel foot-ball che altrove, un fattore di importanza reale...

Visto che pare che il padre Semeria fosse un tifoso del Genoa  ... Forza Grifoni!

domenica 27 novembre 2011

Confutazione e superamento della legge di Peter

Alla macchinetta del caffè un collega illustrava senza citarla esplicitamente la legge di Peter, o legge dell'incompetenza, secondo cui il lavoro viene svolto sempre da un incompetente. La logica è ferrea. Nelle organizzazioni per essere promosso devi dimostrare la tua abilità (competenza). Ma quando lo dimostri, (diventi competente) allora vieni promosso, e vai  a fare qualcosa che non conosci. Lui ridacchiava, ma sebbene in questo periodo abbia problemi molto più gravi per la testa, mi venne in mente come confutarla. In modo positivo ed in modo negativo.
Partiamo dal negativo, per lasciare il dolce alla fine.
1) Siamo in un momento di crisi. Non ti promuovono. Anzi, è un miracolo se riesci a fare quello di cui sei capace. Nessun problema, quindi.

2) In realtà per essere promossi occorrono due cose: o le raccomandazioni o, ancora peggio "l'immagine", "la grinta"... insomma la milano da bere degli anni 80 non ha piu nulla nelle bottiglie, ma ha lasciato fissi certi paradigmi mentali nell'immagine del manager. Quindi in questo caso, è vero si da un incarico ad un incompetente, ma non si distoglie nessun competente dal suo lavoro.

Ma veniamo alla positività.
La legge di Peter si supera ipotizzando un sistema "a rete" anzichè un sistema gerarchico. Ogni nodo della rete mette a disposizione la sua "nuvola" di competenza, cosicchè il sistema intero sia "competente". Questo concetto è spiagato bene in Management 3.0
Lascio a questo post del suo autore una spiegazione chiara e dettagliata

domenica 13 novembre 2011

L'Italia non crescerà, lo dice il pesce surgelato

Non amo la PNL, anzi ritengo che sia abbastanza pericolosa per chi la usa. Utilizzando certe tecniche per concentrarsi sul raggiungimento del risultato, è abbastanza facile perdere il "polso" del contesto e di conseguenza il "valore" del risultato che si vuole raggiungere. (vedi film Cars).

Con tutto ciò, è praticamente poco probabile raggiungere un risultato se dentro di se non si è convinti di raggiungerlo. Questo gli allenatori di calcio lo sanno benissimo.

Allora domandiamoci: "Il popolo italiano, dentro di se, vuole la crescita? Cioè, vuole quella crescita del PIL come avevamo negli anni '50 e che ora hanno i paesi BRIC? "

Per ora tralascio di esplicitare quello che è il mio pensiero. Noto che le persone che mi circondano,  non hanno come primo desiderio quello di avere più cibo o più "roba", ma quello di "essere meno stressati", di non dover fare tutto di corsa... La fretta è il nuovo nome della fame.

Obiezione: la mia conoscenza della situazione è parziale: va bene. Chi c'è l'ha più precisa? Sicuramente i pubblicitari. Allora confronterei le pubblicità che vedevo quando ero ragazzo e quelle più o meno attuali.

Quando ero ragazzo le pubblicità vertevano sull'abbondanza, sull'accessibilità del prodotto, sulle meraviglie portate dal progresso mediante la tecnica. Oggi invece o sono di tipo puramente compulsivo (anche auto e telefonia non puntano sul "progresso tecnologico") oppure su un immagine di vita più tranquilla (il mulino bianco è un esempio tipico)

Ecco un esempio che risale ormai a qualche anno fa. Quando ero ragazzo la pubblicità del pesce surgelato sottolineava la quantità del pesce che si vedeva pescato da un peschereccio e la "moderna tecnica di consevazione." Se non vado errato circa dieci anni fa invece la stessa ditta di pesce surgelato faceva vedere una coppia innamoratissima (bisogno di relazioni) in un posto isolato ma suggestivo (bisogno di tranqullità) che mangiava appunto il pesce surgelato.

Non amo Serge Latouche (anche se le sue provocazioni vanno prese seriamente). Occorre la crescita. Ma bisogna intendersi su che crescita. "Che ci serve?" O un consumismo compulsivo, o pensare una crescita non consumistica.

Chiarito questo, allora si potrà ritornare a crescere.

martedì 25 ottobre 2011

Italia, paese per vecchi. (perchè no?)

Ho sentito recentemente da qualche liberale-liberista-crescitista dire "non facciamo dell'Italia un paese per vecchi!" Ebbene, la locuzione "paese per vecchi" viene dal titolo del best-seller di Cormac McCarthy "Non è un paese per vecchi" . Evidentemente chi l'ha detto non ha letto il libro, fatto di due livelli di scrittura: i commenti del poliziotto "vecchio" e la descrizione dei fatti. Il poliziotto, abituato per anni a lottare contro malfattori, che pure avevano una certa logica ed una loro "dignità" si sente a disagio, non capisce più  la nuova criminalità che uccide "a tappeto" al di sopra del necessario per il delitto progettato. Ora se l'Italia non deve essere un paese per vecchi, significa che i rapporti devono essere di estrema ed inutile violenza?
L'Italia deve essere un paese per tutti, quindi anche per i vecchi. La ricchezza di una nazione sta nella capacità di valorizzare il diverso. Valorizzare ho detto, non solo accogliere, cioè accogliere il valore che può dare. Anche il lavoro dei vecchi.
Sul tema delle "pensioni" ci ritorno, ma ora vorrei citare un fatto che appartiene alla storia della famiglia.
Una sorella di mio nonno (la già citata suor M. Fortunata) divenne suora e visse fino a 97 anni. Ma gli ultimi anni della vita li trascorse praticamente inferma, impossibilitata a camminare, quasi sorda... Ebbene chiedeva alle consorelle di poter cucire, rammendare... insomma tutti lavori che riusciva ancora a svolgere. Inoltre nella congregazione vi erano suore addette all'assistenza delle consorelle anziane. Una suora di queste ci disse che lei, stando con suor Fortunata aveva "imparato molto"  (e suor Fortunata era assistita da lei).
Ma la società in cui viviamo è disposta ad accettare il lavoro dei "diversi"?