giovedì 20 febbraio 2025

Sic Transit Gloria Computātōriōrum – 4 puntata

 Personaggi ed interpreti.

Nei corso degli studi universitari ho sostenuto esami di matematica (e ne o aggiunto uno in più sperando … lasciamo perdere....) di fisica e alcuni tipicamente informatici.

 Negli esami matematici emergevano spesso nomi propri: i vari Cauchy, Lagrange, Fermat, Fourier... si aggiungevano ai Pitagora e Euclide già incontrati ai tempi delle scuole medie. Idem nei due esami di fisica incrociavamo i nomi di Faraday Maxwell ecc... mentre tutto il sapere informatico pareva costruito da invisibili formichine. Si applicava l'algebra di Bool e le leggi di De Morgan ma George Boole fu un logico che visse un secolo prima dei calcolatori e Augustus De Morgan fu pure lui un logico e quasi contemporaneo di Boole.

Nel più interessante tra tutti i corsi che ho seguito, cioè “Elaborazione dell'Informazione Non Numerica” tenuto dal compianto prof. Torasso e che trattava temi legati a quelli che oggi va di moda chiamare Intelligenza artificiale, compariva il nome di Noam Chomsky, filosofo e linguista, proprio sul tema delle augmented transition network, cioè sulla modellazione di strutture comunicative del linguaggio umano, insomma quelle che più di quarant'anni dopo vediamo in ChatGPT Deepseek e altri LLM che fanno gridare “Intelligenza artificiale!!” Ma appunto Chomsky era un linguista e il corso sebbene peculiare di informatica, trattava di dove l'informatica debordava un po' dai sui tradizionali (tradizionali per il 1979!) utilizzi e si apriva all'interdisciplinarità.

Il primo informatico vero di cui ho visto nome e cognome fu Per Brinch Hansen, citato nella tesi di laurea a proposito dei sistemi multiprocessori.

Ora, sul tema delle nuove tecnologie tutti citano il vari Mark Zuckerberg, Elon Musk, Jeff Bezos Peter Thiel e a Dio piacendo anche Bill Gates e Steve Jobs.

Premesso che i primi quattro e il decuius non penso abbiano mai scritto una riga di codice in vita loro, né fatto schemi di circuiti, ma solo usato conoscenze “laterali” e “pugni sui tavoli” per ottenere quello che hanno ottenuto. Bill Gates qualcosa di computer penso ne sapesse, siamo noi che non sappiamo come il suo MS/DOS che non era certo il massimo dei sistemi operativi che circolavano a quei tempi (inizio anni 80), possa essere diventato quasi uno standard “de facto”!

Il nome del nume è Linus Torvalds.

Volendo poi uno potrebbe aggiungere Richard Stallman, nonostante la stranezza del personaggio.


Per il resto l'informatica è fatta da anonimi, come le cattedrali del medioevo.

domenica 16 febbraio 2025

L'Identità Europea - Mia ultima lettura

 Ho letto questo libro perché conosco l'autore che pur con grandi differenze di età e di situazione sociologica, considero un amico.

Sono seicento pagine che spaziano dall'antica Grecia al 1914. Ma non è un testo di storia, anzi un po' di storia bisogna conoscerla per non perdersi. Nemmeno un testo di filosofia, seppur tocchi il pensiero nella sua evoluzione storica, né di letteratura seppur di letterati ne compaiano molti, e nemmeno di arte seppur ne parli in più circostanze e, questo a suo favore, un'arte giustamente considerata è la musica.

Non mi piace molto il titolo, perché ritengo l'identità europea come qualcosa di poco unitario: in questo testo compaiono molti 'mattoncini del lego' ma ne mancano altri. Salta Verdi, salta il fenomeno dei carnevali, e qualcosa in più sulla riforma e controriforma non mi sarebbe spiaciuto. Eppure anche aggiungendo paragrafi non sarebbero mai abbastanza ed un disegno univoco non sarebbe mai leggibile con chiarezza.

Con tutto ciò il libro è stata una lettura interessante. Ho saputo qualcosa in più del teatro greco, di Calderon de la Barca e di Goethe che conoscevo solo come flatus vocis, di Wagner, che comunque non mi ha fatto venire voglia di ascoltarne la musica.

Non si tratta mai solo di narrazioni, ma narrazioni con giudizi. A volte molto interessanti come a pag. 572 sulla musica, alcuni che condividevo già prima, come il fatto che la rivoluzione francese abbia portato a termine un processo di accentramento statuale iniziato con Luigi XIV, altri che presentano dei punti di vista su argomenti a me già noti, ma che non avevo mai esaminato in tal modo. Altri, su argomenti di cui ero ignorante.

Siccome l'autore ha trascorso molti anni della sua vita in attività didattiche, penso che il libro avrebbe potuto intitolarsi “Tutto quello che avrei voluto spiegare in classe ma non ho mai osato farlo” (probabilmente gli allievi non l'avrebbero capito!)

lunedì 10 febbraio 2025

Sic Transit Gloria Computātōriōrum – 3 puntata

 Il ritorno del terminale

Tanti anni fa c'erano computer molto grossi. Quelli che venivano chiamati “mini” quali il PDP11 e HP1000 avevano le dimensioni di un frigorifero. Gli altri, detti anche Mainframe (tipo gli IBM 370) erano molto più ingombranti ...


A questi computer erano solitamente collegati una o più stampanti, delle unità disco (ricordo che per portare 10 mega nel 1984 ho usato la borsa che adoperavo abitualmente per andare in piscina) a volte una unità a nastro, una telescrivente che fungeva il più delle volte da consolle del sistema e dei cosiddetti “terminali” cioè video a raggi catodici con 24 righe e 80 colonne (ma si poteva anche settare a 132, però la lettura non era un granché) ed una tastiera alfanumerica. Tipico il VT100. L'interazione con il computer avveniva attraverso questi terminali.

Dalla la metà degli anni 80 ho incontrato i terminal server vale a dire dei computer a cui erano collegati molti terminali sparsi per l'azienda e a loro volta collegati in “local area network” con diversi mini elaboratori, per lo più VAX11 della Digital. Andavi al terminale e ti collegavi, tramite il terminal server con il computer a cui dovevi connetterti.

Ricordo il piacere dei primi personal computer: avere tutto qui! Sviluppare, installare, configurare… Poi pian pianino i PC si sono connessi sempre più in rete, ma questa è un'altra puntata.

Ora vanno di moda gli smartphone su cui gli utenti si “attaccano” a computer sparsi per ogni dove nel mondo. Quando scarichi l'app nella maggior parte dei casi scarichi il layout delle parti fisse, e quando l'attivi avviene lo scambio dei dati variabili... ma davvero?? Oppure gira qualcosa a tua insaputa?

Boh? Comunque questo allontanarsi dalla “vera” CPU mi ha fatto ritornare indietro di anni. Lo smartphone è un device, come la stampante o appunto il terminale. A volte mi viene proprio da chiamarlo “il terminale

mercoledì 5 febbraio 2025

Brani significativi di musica "alta"

 


Lascio per un momento la mia veste di quasi pioniere dell'informatica e mi rimetto quella di musicista da strada: torno a parlare di musica.

Come si evince da questo post, io sono piuttosto di basso livello, un grezzo un pacu dal punto di vista musicale. In effetti nella mia vita sono stati molto importanti certi brani di musica cosiddetta leggera. Sebbene in misura minore, però ci sono stati dei brani di musica “alta” per me molto significativi. Quella che segue non è una classifica in ordine di bellezza, ma appunto un elenco di brani significativi

Alove supreme – John Coltrane

Mi fa piacere che in un'intervista il vescovo di Imola, che io conobbi in gioventù quando non era ancora neppure prete, apprezzi Coltrane! Da un vescovo, anche se mio coetaneo, uno immagina che apprezzi Bach, Palestrina, Monteverdi... invece! 

In realtà quel brano l'ho conosciuto attraverso un mio compagno di classe che aveva il disco di Carlos Santana & John McLaughlin  Love Devotion Surrender e leggendo il nome dei brani del disco, mi imbattei in quello di cui volli sentire la versione originale.

 J.S. Bach Cantata BWV 4 Christ lag in Todes Banden

Anche questo brano musicale lo devo a due miei compagni di liceo, che entrambi amavano Bach ed avevano il disco con allegata la partitura. 

 Keith Jarrett – The Köln Concert

 Notevole!! Non aggiungo commenti.

Gioacchino Rossini - Il barbiere di Siviglia

Non amo la lirica, ma quest'opera mi piace tantissimo. Ha avuto su di me un effetto antidepressivo notevole. Evito di raccontare quando per non scendere in particolari troppo intimi. Sta di fatto che fu il primo CD che ho comprato, nella versione di Claudio Abbado.

W.A. Mozart - Il flauto magico

Anche qui siamo lontani dall'opera lirica "melodrammatica" Una fiaba a cui sono stati dati mille significati e quindi noi ascoltatori siamo liberi di ascoltare frammenti di musica stupenda liberi da intrepretazioni. Bello il fatto che  i recitativi che a mio giudizio (ok di persona di bassa cultura!) rendono noiosa e sgradevole l'opera lirica, siano sostituiti da testi letti .

J.S. Bach Erbarme dich, mein Gott dalla passione secondo Matteo.

Non ho presente un brano che esprima meglio il dolore per il male che io ho fatto ma soprattutto per il bene che non ho fatto