lunedì 10 febbraio 2025

Sic Transit Gloria Computātōriōrum – 3 puntata

 Il ritorno del terminale

Tanti anni fa c'erano computer molto grossi. Quelli che venivano chiamati “mini” quali il PDP11 e HP1000 avevano le dimensioni di un frigorifero. Gli altri, detti anche Mainframe (tipo gli IBM 370) erano molto più ingombranti ...


A questi computer erano solitamente collegati una o più stampanti, delle unità disco (ricordo che per portare 10 mega nel 1984 ho usato la borsa che adoperavo abitualmente per andare in piscina) a volte una unità a nastro, una telescrivente che fungeva il più delle volte da consolle del sistema e dei cosiddetti “terminali” cioè video a raggi catodici con 24 righe e 80 colonne (ma si poteva anche settare a 132, però la lettura non era un granché) ed una tastiera alfanumerica. Tipico il VT100. L'interazione con il computer avveniva attraverso questi terminali.

Dalla la metà degli anni 80 ho incontrato i terminal server vale a dire dei computer a cui erano collegati molti terminali sparsi per l'azienda e a loro volta collegati in “local area network” con diversi mini elaboratori, per lo più VAX11 della Digital. Andavi al terminale e ti collegavi, tramite il terminal server con il computer a cui dovevi connetterti.

Ricordo il piacere dei primi personal computer: avere tutto qui! Sviluppare, installare, configurare… Poi pian pianino i PC si sono connessi sempre più in rete, ma questa è un'altra puntata.

Ora vanno di moda gli smartphone su cui gli utenti si “attaccano” a computer sparsi per ogni dove nel mondo. Quando scarichi l'app nella maggior parte dei casi scarichi il layout delle parti fisse, e quando l'attivi avviene lo scambio dei dati variabili... ma davvero?? Oppure gira qualcosa a tua insaputa?

Boh? Comunque questo allontanarsi dalla “vera” CPU mi ha fatto ritornare indietro di anni. Lo smartphone è un device, come la stampante o appunto il terminale. A volte mi viene proprio da chiamarlo “il terminale

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