venerdì 28 novembre 2025

Autopsia

Erano anni  che non suonavo più su una tastiera "orizzontale" e soprattutto sensibile al tocco (l'espressione con la fisarmonica si dà con il mantice!). Ho provato questa mattina ed ho trovato un po' di difficoltà per cui questa registrazione non è venuta un  granchè. Ma quel brano viene ancora peggio con la fisarmonica seppur suonato correttamente. 
Il brano è il tema di una canzone (ovviamente cantata solo quando ero solo, come moltissime altre che facevo) che avevo composto più di 40 anni fa. Avevo conosciuto una ragazza bellissima intelligentissima ed anche "brava". Ma avevo intuito che "tra noi non ci sarebbe stata storia" e la cosa mi aveva riempito di tristezza. Il testo che ricordo diceva 
Ti è andata male, ancora una volta 
e tu ti domandi "perchè?"
 Fallito è l'incontro della tua libertà
 con quella imponderabile sua.
 E vai a cercare le cause e le ragioni,
 ti fai un processo che è già un'autopsia!
 E dentro te,
 senti che tu sei triste,
 perchè lei sembrava quella giusta,
 e che ragionasse un po'.
 E alla voglia di amarla devi dire NO! 
alla tenerezza che sentivi nascere in te, 
devi dire NO!"
 
Altri versi non me li ricordo, forse non li avevo neanche conclusi, anche perchè ho conosciuto altre ragazze, tra cui quella che poi sarebbe diventata mia moglie.
 
Torno su questo testo. A parte "che ragionasse un po' " è quasi comico perchè era un genietto (non sto dire i dettagli perchè se mai qualcuno leggesse questo post potrebbe identificarla).
Quello che mi sconvolge adesso è la frase "alla voglia di amarla devi dire NO". Ok al concetto di "amarla" in quel contesto lì va benissimo, ognuno per la sua strada allentando i legami. Ma nella vita ci sono tantissimi casi di persone la cui libertà li porta ad "andare per rane". Il bene che vuoi va perduto? Eppure ... anche la nostra imponderabile libertà non sempre incontra la libertà di Dio con cui ci ha creati, e Dio alla voglia di amarci non dice NO.


 

mercoledì 19 novembre 2025

Siamo ancora indietro

 Non faccio commenti sulla scelta delle gemelle Kessler di togliersi la vita. Ritengo assurdo giudicare dall'esterno situazioni personali che portano ad una scelta così grave. Condivido totalmente quanto Marina Corradi scrive qui sul tema (non correlato a quel fatto).

Quello che mi hanno colpito sono i commenti a questo triste episodio che, avendo avuto una leggera indisposizione e quindi impossibilitato a fare cose più sensate, mi sono letto sui social.


Una prima classe di commenti rimpiange l'Italia degli anni '60 e, spesso insieme a questo, elogia la loro bellezza. Invece quel periodo per me, non solo con il senno di poi, ma già da quando ho avuto l'uso di ragione, era un perido orrendo. Il periodo in cui, anche per mezzo della televisione stava creandosi la "maggiordomizzazione" degli italiani (Maggiordomizzazione? Ne riparlo in un prossimo post). Quegli spettacoli di varietà, quella gente forzatamente allegra, quei balletti, quelle canzoni... mi parevano goffe, grottesche, di cattivo gusto, kitch... Mi ricordo che mi piaceva solo Caterina Caselli (qui spiego perchè) poi Enzo Jannacci e Gaber, ma per il loro porsi in modo disruptive

In quell'Italia del boom economico, del consumismo e dell'omologazione per dirla con Pasolini, dell'emulazione dell'american way of life... si sentiva spesso dire "Eh, però noi siamo ancora indietro!

L'altra classe di commenti è stata quella sulla possibilità di scegliere una tipologia medicalizzata di suicidio, possibile in alcune parti del mondo "Eh, però noi siamo ancora indietro!"

Risentendo quello stesso giudizio, mi è saltata in mente l'immagine di un legame tra quel modello di sviluppo e una pulsione autodistruttiva. E come scrissi in questo post, ci sono molti bravi ragazzi che si indentificano in questo desiderio autodistruttivo dei vecchi del cosiddetto "occidente" ormai globalizzato.

martedì 4 novembre 2025

Silenzio di tram

 A volte, pensando alla mia vita passata, penso a cosa sarebbe successo se dal 1975 ci fosse già stato internet. Ah! Quante informazioni e di conseguenza quante opportunità in più avrei avuto! 

Di recente si ripete un episodio che mi ha fatto sospendere i miei pianti/rimpianti sul passato (qui un link, per esempio di rimpianti) 

A volte mi capita di prendere il tram nel primo pomeriggio, quindi un orario in cui i ragazzi delle superiori escono da scuola. Sulla linea che prendo poi ci sono altri giovani che si recano al Politecnico per le lezioni pomeridiane. Su un mezzo in cui l'età media dei presenti è sotto i vent'anni, ci sarebbe da immaginarsi un viaggio con un sottofondo di voci che chiacchierano tra loro, anzi che a volte eccedono  come succedeva quando ero giovane e quancuno esagerava nello scherzare o nell'incavolarsi.

Invece silenzio. 

Quasi tutti concentrati sullo smartphone. Le poche voci che si sentono vengono da ragazzi/e con gli auricolari che parlano a interlocutori lontani, sempre via smartphone.

Come ho scritto all'inizio, non rimpiango assolutamente i vecchi tempi, anzi, semmai mi rammarico che non ci fossero stati certi mezzi cinquant'anni fa. Il problema è come ultilizzare le opportunità senza perderne altre, quali godere del "tempo vuoto" di una corsa in tram. 

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Una piccola aggiunta. Quando ero giovane tendevo a trovare molto affascinanti le ragazze dell'estremo oriente. Ho già scritto qui che nella mia permanenza negli USA le uniche belle ragazze che ho incontrato erano una italiana e una di Singapore. Di Singapore  ho scoperto che fosse anche quella che io ritenevo il paradigma della bellezza femminile (La modella rappresentata in figura). 

Purtroppo a Torino non si vedevano ragazze dell'estremo oriente (ho sposato poi una signorina del Piemonte Orientale, originaria di un luogo pieno di risaie!). Se fossi stato giovne oggi, invece, soprattutto sul tram 10 ne avrei incrociate parecchie, ma tutte incollate allo smartphone!