mercoledì 19 novembre 2025

Siamo ancora indietro

 Non faccio commenti sulla scelta delle gemelle Kessler di togliersi la vita. Ritengo assurdo giudicare dall'esterno situazioni personali che portano ad una scelta così grave. Condivido totalmente quanto Marina Corradi scrive qui sul tema (non correlato a quel fatto).

Quello che mi hanno colpito sono i commenti a questo triste episodio che, avendo avuto una leggera indisposizione e quindi impossibilitato a fare cose più sensate, mi sono letto sui social.


Una prima classe di commenti rimpiange l'Italia degli anni '60 e, spesso insieme a questo, elogia la loro bellezza. Invece quel periodo per me, non solo con il senno di poi, ma già da quando ho avuto l'uso di ragione, era un perido orrendo. Il periodo in cui, anche per mezzo della televisione stava creandosi la "maggiordomizzazione" degli italiani (Maggiordomizzazione? Ne riparlo in un prossimo post). Quegli spettacoli di varietà, quella gente forzatamente allegra, quei balletti, quelle canzoni... mi parevano goffe, grottesche, di cattivo gusto, kitch... Mi ricordo che mi piaceva solo Caterina Caselli (qui spiego perchè) poi Enzo Jannacci e Gaber, ma per il loro porsi in modo disruptive

In quell'Italia del boom economico, del consumismo e dell'omologazione per dirla con Pasolini, dell'emulazione dell'american way of life... si sentiva spesso dire "Eh, però noi siamo ancora indietro!

L'altra classe di commenti è stata quella sulla possibilità di scegliere una tipologia medicalizzata di suicidio, possibile in alcune parti del mondo "Eh, però noi siamo ancora indietro!"

Risentendo quello stesso giudizio, mi è saltata in mente l'immagine di un legame tra quel modello di sviluppo e una pulsione autodistruttiva. E come scrissi in questo post, ci sono molti bravi ragazzi che si indentificano in questo desiderio autodistruttivo dei vecchi del cosiddetto "occidente" ormai globalizzato.

martedì 4 novembre 2025

Silenzio di tram

 A volte, pensando alla mia vita passata, penso a cosa sarebbe successo se dal 1975 ci fosse già stato internet. Ah! Quante informazioni e di conseguenza quante opportunità in più avrei avuto! 

Di recente si ripete un episodio che mi ha fatto sospendere i miei pianti/rimpianti sul passato (qui un link, per esempio di rimpianti) 

A volte mi capita di prendere il tram nel primo pomeriggio, quindi un orario in cui i ragazzi delle superiori escono da scuola. Sulla linea che prendo poi ci sono altri giovani che si recano al Politecnico per le lezioni pomeridiane. Su un mezzo in cui l'età media dei presenti è sotto i vent'anni, ci sarebbe da immaginarsi un viaggio con un sottofondo di voci che chiacchierano tra loro, anzi che a volte eccedono  come succedeva quando ero giovane e quancuno esagerava nello scherzare o nell'incavolarsi.

Invece silenzio. 

Quasi tutti concentrati sullo smartphone. Le poche voci che si sentono vengono da ragazzi/e con gli auricolari che parlano a interlocutori lontani, sempre via smartphone.

Come ho scritto all'inizio, non rimpiango assolutamente i vecchi tempi, anzi, semmai mi rammarico che non ci fossero stati certi mezzi cinquant'anni fa. Il problema è come ultilizzare le opportunità senza perderne altre, quali godere del "tempo vuoto" di una corsa in tram. 

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Una piccola aggiunta. Quando ero giovane tendevo a trovare molto affascinanti le ragazze dell'estremo oriente. Ho già scritto qui che nella mia permanenza negli USA le uniche belle ragazze che ho incontrato erano una italiana e una di Singapore. Di Singapore  ho scoperto che fosse anche quella che io ritenevo il paradigma della bellezza femminile (La modella rappresentata in figura). 

Purtroppo a Torino non si vedevano ragazze dell'estremo oriente (ho sposato poi una signorina del Piemonte Orientale, originaria di un luogo pieno di risaie!). Se fossi stato giovne oggi, invece, soprattutto sul tram 10 ne avrei incrociate parecchie, ma tutte incollate allo smartphone!