Avevo notato che la nostra Costituzione, a differenza delle “Leggi della robotica” dei romanzi di Asimov, non dà una priorità referente ai suoi articoli, del tipo, “vale il principio/la norma xxx a meno che non contravvenga con quanto espresso nell'articolo N” Non essendo un giurista non so né se i Padri Costituenti si sono posti questo problema né se la Corte si sia mai trovata davanti ad un dilemma simile. Da semplice cittadino, mi sono accorto che l'articolo 75 sul “quorum” dei referendum può intaccare il diritto alla segretezza del voto previsto dall'articolo 48.
Se avessi avuto tempo mi sarebbe
piaciuto scrivere un e-book dal titolo “La Costituzione vista da un
hacker” per continuare la collana “Kamasutra per la terza età”
e “Il Santo Evangelo Meditato da un Bottegaio” ma mi sono arenato
con questo e ora ne ho iniziato altro molto impegnativo
Ho solo riletto la Costituzione e l'ho trovata veramente bella. Con tutto ciò proporrei una piccola modifica semantica, e non mi riferisco all'uso del termine “etnia” al posto del termine “razza” nell'articolo 3.
Vengo al punto: le leggi che regolano i permessi parentali sono ovviamente conformi con l'articolo 37 comma 1, ma recentemente vanno oltre, cioè anche i padri hanno diritto al riconoscimento del loro impegno nella cura dei fanciulli. Quindi la mia riforma sarebbe, da un lato per ribadire l'articolo 3 sull'uguaglianza dei cittadini e dall'altro per evitare che si “torni indietro” nel coinvolgimento dei padri.
La mia proposta sarebbe di spezzare il comma 1 in due commi. La prima frase lasciarla così com'è, ribadisce solo l'articolo 3 nel dettaglio del rapporto lavorativo.
La seconda proposizione la metterei all'incirca così:
Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento delle essenziali funzioni familiari e assicurare ai genitori e al bambino una speciale adeguata protezione.
Nessun commento:
Posta un commento