Riporto qui quanto ho scritto a chi chiedeva adesioni a quel manifesto.
Premessa: una mia “posizione politica”
risale a quando avevo 12 anni, 1968, affascinato delle immagini
televisive di chi protestava contro la guerra in VietNam, per i diritti
civili e nello stesso tempo sconvolto dai carri armati che entravano a
Praga. Vedevo nei giovani praghesi la stessa bellezza che trovavo in
quelli americani o i "contestatori" francesi. Quindi di sinistra, ma
pesantemente antisovietico. Con varie “sfumature” e diverse valutazioni
causate dalle esperienze personali e i diversi contesti susseguitisi in
questi 54 anni, la mia visione politica è sostanzialmente quella. Quante volte
mi sarebbe piaciuto essere tedesco, svedese, inglese, francese per avere
una sinistra non egemonizzata da un partito filo-sovietico! Come non
potevo essere interessato al Manifesto per un altro PD letto (in copia
non mia, lo ammetto) su “IL FOGLIO” ?
Alcuni punti mi trovano d'accordo, altri meno
Essere il partito dei lavoratori significa esserlo di tutti, anche delle partite Iva e dei lavoratori autonomi. Finalmente! Io iniziai
a lavorare nel 1980 presso una software house, pur con un regolare
contratto prima commercio, poi industria, ma mi accorsi come il
terziario avanzato riusciva ad eludere tanti dettàmi che avevano
migliorato le condizioni dei lavoratori, e nel contempo di come i
sindacati e la sinistra se ne fregassero, pensando ad un “operaio” che
stava, in percentuale, scomparendo rispetto ai lavori che stavano
sorgendo. Quindi aggiungerei anche i lavoratori dipendenti delle piccole
aziende.
Populismo penale? Una forza di centrosinistra non può permettersi derive forcaiole e giustizialiste. OK
Il PD è l'unico partito che ha una comunità politica sul territorio e merita un gruppo dirigente adulto e coraggioso. Boh?
Serve attenzione per contrastare l'approccio polacco all'Unione, per impedirne le conseguenze peggiori. Non sono uno stratega. Mi sembra solo che l'approccio “salviniano” non sia dei più furbi.
Sbaglia chi si mobilita per la pace senza qualificarne in alcun modo le condizioni in capo all'aggressore. Certo, ma occorre anche non essere ingenui e tenere conto che la guerra conviene a molti
L'esperienza di Draghi ci ha insegnato che l'aumento della produttività aiuta la lotta alle disuguaglianze.
Cosa si intende per produttività? Se è il rapporto tra beneficio e
“sforzo” per ottenerlo sono d'accordo. Se si pensa che sia meglio
favorire i settori biomedico, informatica e telecomunicazioni, etc...
piuttosto che proteggere bagnini e pizzaioli sono assolutamente
d'accordo. Se ce lo ha insegnato l'esperienza di Draghi, non saprei.
Comunque usando astrattamente la parola produttività si possono fare
cose “molto” di destra!
Non c'è produzione di ricchezza senza imprese, valorizzazione dell'iniziativa, del talento e del sacrificio. Mi
ricorda un fatto meglio raccontato in piemontese. Un avvocato stava
facendo la sua arringa e l'imputato lo interrompe urlando, “Avvocato, la
faccia più breve, altrimenti perdiamo la causa!” Mi sarei fermato alla
parola iniziativa, magari aggiungendo “e del rischio” ma trovo ambigua
la parola “del talento” e orribile “del sacrificio”. Tutto l'antico
testamento è un'invettiva contro coloro che “sacrificano agli dei” (lo
ribadisce anche Massimo Recalcati!) Molti martiri cristiani furono
uccisi perché rifiutavano di sacrificare. Quando i barbari
saccheggiarono Roma, alcuni patrizi videro come causa di questo scempio,
l'aver smesso di “sacrificare” alla divinità. Agostino, nel “De
civitate Dei” contesta quest'affermazione dicendo che Roma era diventata
grande, non per i sacrifici ma per la “virtù” dei romani antichi. Detta
in termini terra-terra quando io scelgo un prodotto/servizio i
parametri che mi muovono sono la mia necessità e la qualità offertami, cioè la virtù
di chi capisce la mia necessità/ interpreta il mio gusto. Non mi interessa quanto il
fornitore abbia “sofferto” anzi, se so che ci sono condizioni di lavoro
di sfruttamento o pericolosità, tendo ad evitare quel prodotto/servizio.
Non mi faccio mai portare i pasti dai “delivery” per dire. Su questo
punto mi trovate fermamente contrario.
Un partito vince se ha un'identità forte e viene percepito come autentico il suo “per”, non solo il suo “contro”. Infatti
la DC nel primo dopoguerra aveva al suo interno gente di sinistra di
area sindacale, monarchici, liberali, conservatori, tecnocrati
progressisti... e vinceva perché era l'argine al PCI. 😂 Con tutto
ciò, sapere cosa si vuole, è meglio. Il controesempio fatto sulla DC
funzionava anche per la legge elettorale proporzionale con preferenze.
Cordiali saluti e buon lavoro!
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