venerdì 27 settembre 2024

"Gentrification democratica" di Mirafiori Nord - 1 puntata

 

Alcuni giorni fa, vidi davanti al Liceo Artistico Cottini succursale,


dei ragazzi – immagino studenti del liceo - ed adulti – immagino docenti, dipingere le colonne del parco nel piazzale antistante. Pochi giorni prima, tramite un elevatore, era stato dipinto un murale sulla parte alta del liceo stesso.

Anche anni prima erano stati fatti murales nei dintorni. Un bel modo di ravvivare la zona.

Su questo tema vorrei aprire un discorso che temo un po' lungo.

Si parla spesso dei borghi, piccoli paesi in fase di spopolamento e di come ravvivarli. Intento lodevole, ma anche la zona a nord di Mirafiori a Torino (dove appunto abito e si trova il liceo) è una zona in declino o almeno in una trasformazione di cui ora vedo solo effetti negativi.

Non sto a dire delle case ATC che sono spesso occupate da abusivi, né di quelli che parcheggiano i loro camper/furgoni lì vicino scatenando vere guerre tra poveri.

Non sto a parlare della “FIAT che chiude” perché spesso chi lavorava in Fiat arrivava da fuori e se ne tornava a casa appena finito l'orario di lavoro. Il legame tra residenza e territorio è spesso fragile. Io mi sento abitante di Mirafiori Nord solo da quando sono in pensione: le mie giornate erano in altri luoghi. Non so esattamente quanti erano i dipendenti Fiat di Borgo Cina, ma quelli che c'erano, ora sono vecchi in pensione da anni.

Sta di fatto che intorno al 2000 c'era il progetto Urban  e in zona sono state fatte cose molto interessanti. Ma ora le fontane di Piazza Giovanni XXIII sono spente da anni, nell'anfiteatro antistante il Cottini, in cui nelle sere estive si erano esibiti in molti, tra cui gli Inti Illimani e LouDalfin,da un po' non si esibisce più nessuno. Spazi pubblici inutilizzati: ex-tiro con l'arco in cui tra le erbacce si vede solo il denigrante cartello “Città di Torino”; due ex-bocciofile che nessuno vuole/ sa come riciclare; edificio con la scritta Centro Lavoro Torino chiuso da tempo; parchi potenzialmente belli ma poco curati.

Che in certe condizioni i luoghi si trasformino e la fase di trasformazione non sia sempre indolore, mi sembra ovvio. Che la prosperità dei luoghi dipendano da eventi di altri luoghi mi sembra importante da tenere in considerazione: non solo il turismo dipende dalla ricchezza altrui, ma anche i “borghi di montagna” sono tenuti in vita da pendolari che lavorano in fondovalle ma risiedono lì.

Il problema è che qui si vedono “rovinare” degli spazi pubblici, e cioè determina una costo per la collettività, ma il Comune stesso non ha le risorse per evitare il degrado dei suoi stessi beni.

Come uscire da questo circolo vizioso?

Riprenderò a chiacchierare su questo in altri post. Per intanto un applauso a docenti e studenti del liceo Cottini.

lunedì 23 settembre 2024

Chi è il primo?

 

Non sono riuscito a trovarlo su internet, ma ricordo benissimo un articolo tra l'ironico ed il tragico di Luciano De Cresenzo in seguito alla guerra delle Falkland/Malvinas. Paragonava quei luoghi dal clima inclemente alla sua temperata ed amata Capri. Calcolava i soldi spesi per contendersi quei luoghi poco attraenti e sosteneva che si sarebbe potuto comprare, non ricordo se tutti gli immobili o i terreni o che alte percentuale di essi nella migliore Capri.

Ricordo che Manzoni, non privo di conoscenze economiche di stampo liberale, nel descrivere la cattiva situazione del ducato nel 1628 cita di sfuggita “lo sciupinio” naturalmente collegato con le spese militari. Analizzo qui con qualche frase in più questa veloce asserzione che i prof di lettere solitamente non sottolineano.

Oggi sentiamo parlare di lancio di droni, di razzi ecc... cose che costano. Sappiamo che in certi stati le fabbriche di armamenti sono a pieno ritmo, e altri stati, tra cui la serva italia, progettano di aumentare le spese per la cosiddetta “difesa”.

Essendo che questi soldi li sborsa lo stato, da dove li prende, se non aumentando le tasse e/o riducendo le spese solitamente a carico dello stato: sanità, ordine pubblico, infrastrutture di base?

Prima ancora che l'arma colpisca l'avversario, ha già ucciso il compatriota, non dandole l'assistenza medica perché i soldi necessari sono andati per fabbricarla. Prima ancora che il razzo abbia abbattuto il ponte del nemico, ha già abbattuto il tuo perché il suo costo ha impedito la manutenzione del tuo e così via...

mercoledì 11 settembre 2024

Canzone triste, beati loro !

 

Domenica scorsa sono stato alla festa del PD perché speravo di incontrare Fausto Amodei. Non pensavo che alla sua età (90) partecipasse ancora ad incontri pubblici. Infatti lui non ha potuto presenziare per motivi di salute, ma Carlo Pestelli ha interpretato molte canzoni legate alla storia di Cantacronache.

Su un punto ho avuto un rigurgito. La “canzone triste” con testo di Italo Calvino e musica di Sergio Liberovici

Una coppia appena sposata faticava a trovare momenti di convivenza e intimità a causa dei turni di lavoro che li occupavano con orari diversi. 

Bello che i borghesi illuminati si commuovessero per le difficoltà anche affettive delle classi subalterne!

Però la situazione mia e di mia moglie nella primavera del 1991 (sposati nel settembre del 1990) era peggiore di quella di quei due personaggi 

“Soltanto un bacio in fretta posso darti / bere un caffè tenendoti per mano.” dice la canzone. Noi nemmeno quello.  Io avevo un lavoro che mi faceva stare in trasferta tutta la settimana. Arrivavo a Torino il venerdì sera e ripartivo il lunedì mattina. Sabato lei lavorava dalle 8 alle 12. Non che la mia trasferta fosse dettata da voglia di carriera, o che mi dessero qualche “benefit” per il disagio. Mi pagavano giusto vitto e albergo, ma non la telefonata a casa (non esistevano i telefonini nel 1991). Non avevo alternative.

Nel 1980, per motivi che non sto a rievocare, ero finito nel cosiddetto “terziario avanzato”. Un modo di lavorare completamente diverso da quello della fabbrica/ufficio tradizionale, ed in questo nuovo contesto potevano sorgere, e sorgevano, forme di sfruttamento molto più sottili, sempre peggiorate nel corso del decennio della "Milano da bere".

Ma né il sindacato né la sinistra tradizionale si accorgevano di quello. Loro vivevano orientati ad un “operaio” tradizionale nella grande fabbrica o all'impiegato nella pubblica amministrazione. Non si accorgevano che da allora in poi i nuovi posti di lavoro sarebbero sempre stati più simili a quelli della “software house”?

Per questo se da un lato la destra propone schifezze inaccettabili, arroganza, volgarità, difesa dell'illegalità (es. condoni) e privilegi, insomma non è un interolocutore da prendere in considerazione, non è che la sinistra sia il punto di riferimento per la difesa dei tuoi diritti, per sperare in un domani migliore ecc... Loro contavano le "tessere" che erano sempre meno e si lamentavano che i giovani erano disimpegnati. Ma che ti tesseravi a fare se i tuoi problemi non venivano presi in considerazione? e il ciclo si chiudeva.

Un dettaglio: la canzone dice anche “Lei s'alzava all'alba/prendeva il tram,” e “Mattina e sera i tram degli operai...” Beati loro che per raggiungere da casa il posto di lavoro avevano il servizio del trasporto pubblico locale. Noi spesso dovevamo usare la nostra auto, non più uno strumento di benessere o simbolo di avanzamento sociale com'era per i nostri genitori (poco più che coetanei di Fausto Amodei) ma un costo in più, un fattore di rischio e di stress!!

mercoledì 4 settembre 2024

Esageruma nen, Monsù Brian Tracy!


 

Ho terminato di leggere “Focal Point” di Brian Tracy.

Avevo messo questo e-book sul telefonino da leggere nelle code alla CdC (per visite mediche ma soprattutto prenotare o attendere referti dei genitori) e comunque riempire altri momenti di attesa.

Il periodo tra l'inizio e la fine della lettura è stato quindi piuttosto lungo.

Ci sono alcuni consigli di buon senso.

In certi momenti mi sono pure incavolato, quando spiega che nell'attività lavorativa occorre badare di più al valore che si produce piuttosto che allo sforzo e al tempo che si impiega nell'attività. Ovvio, ma nella mia carriera ho anche avuto un capo come quello citato in questo post, che perdeva tempo lui - chissenefrega, per lui il “sacrificare” 10/12 ore in ufficio era un “merito” - ma faceva perdere tempo a collaboratori e clienti!

Qua e là ci sono frasi carine da estrapolare.

Ma il tutto è farcito da un linguaggio da imbonitore a volte fastidioso e a volte ridicolo.

È vero che è molto importante un certo ordine in quello che si sta facendo, ma non è che scrivendo tutti le cose di tuo interesse/pertinenza e mettendo una X a fianco di quella prioritaria risolvi chissà che!

 Non tiene conto della complessità della vita e in qualche modo insinua sensi di colpevolezza nel non riuscire. Non dico Seneca, ma anche Machiavelli con il suo “virtù e fortuna” erano più realisti.