martedì 22 aprile 2025

Pesci esotici, l'invasione silenziosa - mia penultima lettura


 

Prima di terminare il testo recensito in questo post, avevo letto "Pesci esotici, l'invasione silenziosa". Opuscolo “vinto” risolvendo un rebus. Non avrei mai comprato un libro simile, non essendo un appassionato della biologia ittica. Invece è stata una lettura piacevole.

Mi ha favorevolmente colpito il fatto che la varietà delle specie ittiche siano in numero praticamente uguale in acque marine e nelle acque interne, sebbene le aree occupate dalle acque dolci siano una percentuale irrisoria rispetto a quelle occupate dagli oceani e dai mari. La spiegazione è evoluzionista: le acque dolci sono separate da tante barriere per cui possono crearsi piccoli ambienti, magari simili per caratteristiche termiche e di fondali, ma separate tra loro, per cui le specie viventi possono evolvere in modo diverso.

Bello notare come il mondo reale è un sistema complesso, per cui una piccola modifica ha conseguenze enormi e di cui non tiene conto il superficiale che "ingegneristicamente" la attua magari pensando di fare una cosa sensata: quanti pesci estranei all'ambiente sono stati introdotti da appassionati della pesca per avere prede più prelibate!.

Le cause nefaste dell'introduzione di speci aliene sono varie e lascio al lettore il piacere di scoprile.

Di questa lettura ho apprezzato la precisione terminologica e la ricchezza lessicale che difficilmente si trova in opere “letterarie”. Per esempio non avevo mai sentito prima d'ora la locuzione “attività alieutiche”

giovedì 10 aprile 2025

Il Guazzabuglio del cuore. - Mia ultima lettura

 


Per la seconda volta mi accingo a fare una specie di recensione ad un libro scritto da una persona amica. L'altra recensione è qui.

Oltre la curiosità di leggere quanto Gian Mario Veneziano ha scritto, ero interessato anche per il fatto che qualche anno fa mi ero messo a rileggere “I Promessi Sposi” e a tirarne fuori un mio commento. La differenza sostanziale col mio commento è che rifacendomi a quanto dice Manzoni stesso nel capitolo 27, [...]ma siccome, per un giusto sentimento di noi medesimi, dobbiam supporre che quest’opera non possa esser letta se non da ignoranti, [...] io ho fatto una lettura sostanzialmente da “ignorante” - da un punto di vista letterario - per finire, tra una battuta cretina e aneddoti vari, in una lettura sostanzialmente in linea a quello che Luigi Einaudi diceva del romanzo. Peccato non aver letto Einaudi prima, o forse meglio così, sono stato più “dësgenà”

Per tornare al libro di Veneziano, invece l'autore è tutt'altro che ignorante, perché Manzoni deve averlo spiegato alle scolaresche non so quante volte in tanti anni di insegnamento.

Il libro è composto di tre capitoli, ma il primo, quello dedicato ai Promessi Sposi, occupa all'incirca il 70% del testo. Inoltre torna al romanzo nel terzo capitolo, quanto parla della madre di Cecilia e di padre Felice Casati. Molto interessante l'analisi della storia, molto interessanti ed istruttivi i collegamenti filosofici e quelli relativi alla biografia del Manzoni, che a me mancavano o almeno non mi erano così noti.

Convengo con l'autore a proposito della figura paterna, positiva nel padre simbolico interpretato da padre Cristoforo nei confronti dei due giovani, ma io ci metterei anche Federico Borromeo nei confronti dell'Innominato, anche se per certi versi coetanei; per lo più negativa nei padri carnali, padre di Ludovico, padre di Gertrude e io ho notato un altro personaggio positivo, ma goffo nel ruolo di padre.

Belle le spiegazioni della notte dell'Innominato e di Renzo che perdona don Rodrigo dopo l'incontro con padre Cristoforo. Chissà quante volte le avrà spiegate in classe! Spero che gli allievi fossero attenti. Io, ai tempi dei Promessi Sposi avevo una professoressa che non valeva una cicca.

Nella mia disamina, quelle due scene topiche le ho saltate, ci sono già troppi commenti e spiegazioni a cui non avrei saputo cosa aggiungere, soffermandomi sulle scene successive, cioè l'Innominato ormai buono, diventa manager del progetto “minimizzare i danni della calata dei lanzichenecchi” e per la seconda ho focalizzato l'attenzione su cui purtroppo spesso si sorvola -Veneziano l'ha solo posticipata - perché incuneata tra due scene chiave, cioè quella del discorso di Felice Casati, personaggio storicamente vissuto, come Federico Borromeo.

Condivido abbastanza con l'autore che Manzoni non ha una lettura ideologica con i buoni di qua ed i cattivi di là ed happy end finale, ma le persone hanno la loro complessità e dinamica. (Nel mio sottotitolo parlo anche di Complex Systems tra le pagine del romanzo)

Non condivido però il titolo scelto da Veneziano, a meno del fatto che possa essere esteso a tutti i personaggi manzoniani, in primo luogo Renzo e Lucia, e anche a Manzoni stesso. Perché insieme a donna Prassede e al conte Attilio (personaggio che Veneziano non cita) il padre di Gertrude è uno dei pochi staticamente cattivi. Il suo attimo di affetto nei confronti della figlia mi sembra quello del padrone del cagnolino quando capisce che il cagnolino ha imparato a non pisciare più in casa o gli riporta il bastoncino lanciato, non certo perché ne riconosca il mistero del suo destino di essere umano.

Gli altri capitoli sono dedicati ad altre opere, di cui alcune ho una conoscenza scarsa o nulla, quindi per me novità. Qualcosa da imparare.

L'altra opera che conoscevo di cui Veneziano parla è “Cinque maggio”. Un'opera in cui mi riconosco. Grave dirlo perché pensare di essere Napoleone è un topos abbastanza frusto del pazzo. Ma io mi riconosco solo in due punti. Ne riparlerò in seguito. Su uno però Veneziano offre un'interpretazione mai sentita a scuola.

“Cadde la stanca man” viene interpretato

“Il non saper scrivere le proprie memorie è simbolo dell'incapacità di Napoleone di cogliere il significato ultimo della sua esperienza di uomo e di condottiero...”

Per me invece, quando mi sono trovato quasi sessantenne in cerca di altre occupazioni, nello scrivere il CV a volte mi cadeva la stanca man. Ma di questo ne riparlerò spero entro il 5 maggio.

mercoledì 2 aprile 2025

Altri giochi con LLM

 

In alcuni post precedenti avevo scritto di come mi ero divertito a porre domande bizzarre agli LLM in particolare ChatGPT e poi anche Gemini. (Non riesco a chiamarla intelligenza artificiale, mi ricorda troppo i tempi in cui ero studente di informatica e sentivo la gente parlare di cervello elettronico!)

Qualche giorno fa ho ripetuto il giochetto aggiungendo anche DeepSeek

Due domande un po' strane.

1 Domanda – Trovare l'analogia/affinità tra Donald Trump e Mike Bongiorno.

ChatGPT e DeepSeek hanno subito centrato il punto ricordando che Mike Bongiorno era un conduttore televisivo di giochi tra concorrenti e, seppur non avesse fatto solo questo in vita sua, anche Trump si era cimentato in questa veste. Inoltre hanno aggiunto che entrambi hanno uno stile comunicativo diretto, ma un po' grezzo per cui sono apprezzati da alcuni e mal considerati da altri. Con qualche piccola differenza, prolissità e imprecisione nell'elenco delle trasmissioni di Mike, sostanzialmente promossi entrambi gli LLM. Invece Gemini si è rifiutata di rispondere (Allora non solo la Cina ha degli argomenti tabù!) . Comunque invito i  miei lettori a ripetere questa domanda.

2 Domanda, più difficile: Trovare l'analogia/affinità tra JD Vance e Cagliuso

Incredibilmente sia ChatGPT sia DeepSeek hanno capito che Cagliuso era un personaggio di una novella di Basile, una delle tante versioni di quella fiaba nota come “Il Gatto con gli Stivali”. Interessante la versione di ChatGPT 

DeepSeek dice sostanzialmente le stesse cose, ma in modo più prolisso.
Gemini non capisce che sia Cagliuso, probabilmente pensa sia un sindaco o un assessore di qualche paese dell'Italia medidionale, visto che risponde:

Entrambi sono stati oggetto di critiche da parte di ‰figure politiche e dell'opinione pubblica per le loro dichiarazioni e azioni.
JD Vance ha ricevuto forti critiche per i suoi commenti verso l'Europa.
Cagliuso ha generato controversie politiche a livello locale