Ho già scritto di un ex-collega in questo intervento. Ovviamente non ho citato il nome e cognome, e non sono sceso in dettagli per descrivere tutte le sue malefatte che la sua ideologia descriveva come azioni utile e positive.
Ora parlo di un altro ex collega usando un nome molto comune per cui non dovrei avere problemi di privacy.
Era collega in quanto dipendente della stessa ditta, ma io, come la maggior parte del personale, ero dedicato allo sviluppo del software, lui si occupava di cablaggi. Un ragazzo che si impegnava molto, ma non sempre dava segni di acume mentale.
Una volta, nel 1988, dovemmo recarci, con altri colleghi, per un paio di settimane presso un cliente alla periferia di Udine.
Eravamo in trasferta a piè di lista con un massimale. Ognuno compilava la propria nota spese, ma alloggiavamo nello stesso albergo ed andavamo a mangiare insieme.
I nostri pasti erano sempre al di sotto del massimale aziendale, ma mangiavamo bene. Obiettivamente nelle trattorie della zona il rapporto qualità prezzo era valido, forse perché prima della caduta del muro da quelle parti c'erano molte caserme e di conseguenza una gran concorrenza tra le trattorie.
Una sera però decidemmo di alzare il livello del cibo ed andammo fino a San Daniele a mangiare “Al Cantinon”. Un livello un po' superiore del solito. Totale diviso sei, poiché eravamo in sei. Sei ricevute uguali nelle singole voci e nel totale. Ogni conto superava di circa mille lire il massimale.
Se in ditta, vedendo che le altre volte
eravamo stati sempre molto sotto avessero “chiuso un occhio”
avrebbero fatto bella figura. Se avessero voluto che le quasi
mille lire in più fossero state di tasca nostra, nel 1988 mille lire non erano già
più un granché (un litro di benzina costa almeno 1300 lire!). Veramente non ricodo cosa sia poi successo.
Invece cosa fece Gianni? Dicendo “non voglio far la brutta figura di fare vedere che non sto nel massimale” Fece due assurdità:
ha bianchettato e corretto il totale della nota spese per renderlo uguale al massimale (e si vedeva bene il bianchetto!)
ha lasciato inalterate le singole voci per cui il conto era sbagliato.
Ora, sentendo certe "narrazioni" piene di autobiografismi, sia sui social, sia nei racconti personali, mi pare che la sindrome di Gianni sia abbastanza diffusa.
Invece di fare “quadrare i conti” in modo ridicolo non sarebbe meglio lasciare che la realtà emerga per quello che è stata?
Poi se c'è da mettere mille lire, meno di un litro di benzina, metterle! Oppure sperare che in ditta per una volta lascino correre!!