Premessa 1: appartengo alla
generazione cresciuta al tempo dei cantautori: verso i 16/17 anni in
molti ci siamo cimentati nel comporre canzoni. A dire la verità io
ho smesso verso i 30 anni, ma salvo un paio di volte non ho mai
condiviso le mie creazioni. Le componevo nei “tempi morti”:
mentalmente in autobus/treno e code varie; cantando se ero da solo.
Mai provato a scriverle. Recentemente invece mi divertivo a fare
canzoni bistrattando e piemontesizzando canzoni “importanti”. In
rete si hanno, purtroppo mal registrati, alcuni esempi: Long May you
run di Neil Young diventata Cor Nen, Va Pian (titolo di una
canzone di Gipo Farassino) e the times they are a-changin' di Bob
Dylan in cui mi divertivo nella polisemia piemontese della parola
“banca”.
Premessa 2: in questa fase
parlerò solo del lato “project management” e non del lato
“ispirazione” genesi del significato del testo / messaggio a cui
forse dedicherò un intervento successivo.
Il pensionato in lockdown ha deciso di riprovare a comporre una canzone.
E da bravo PM comincia
subito con una WBS.
Prima la musica o le
parole? Ho ascoltato un intervista a Lisandro Aristimuño e se non ho
frainteso (parlavano in spagnolo) a questa domanda rispose “Il
posto dove è ambientata la canzone, questo vincola sia musica sia le
parole”
In effetti quando inventavo le canzoni spesso partivo da un
posto “Punti verdi” era un parco (nella Torino anni 75/80 si
tenevano interessanti spettacoli estivi nei parchi), “Scimmie”
era dentro una stampa fine ottocento, “I maiali mi osservano” era
in coda in autostrada Torino-Piacenza dietro ad un camion che
trasporta maiali... e così per altre che ho quasi dimenticato. Ma questa... eh la definizione del luogo in
questo caso era veramente un paradosso. Paradosso da cui sono
partito.
Musica:
in che tempo
farla? Per risponderere a questa domanda sono partito dalle parole,
ancora quasi nulle, ma con un abbozzo di ritornello, che mi ha fatto
scegliere un tempo pari. Ho scelto poi i 2/4 per poterlo rendere
ballabile come “scottish”.
In che tonalità : maggiore
o minore? Gran parte dei brani folk del mio repertorio (occitano, polke, “Pakai”..) sono in maggiore, ma ho recentemente trovato
interessanti balli in minore: lo scottish impaire di Gerard Godon,
Mazurke a anche Scottisch che usano accordi in minore e maggiore.
Anche qui le parole sono intervenute per orientare la musica: anche se non le
avevo ancora bene in mente (e non penso di averle in mente
perfettamente neanche adesso) era chiaro che la strofa doveva
esprimere la situazione “irreale” “assurda” e il ritornello
invece la parte di “soluzione positiva”, quindi nella strofa
ha prevalso il minore e nel ritornello il passagio al maggiore da un senso di "rischiaramento".
Il modello della WBS non
ha funzionato: parole e musica non si sono dimostrati due work
package separabili.
Parole:
Fatto il
ritornello, una frase sola, ripetuta due volte, poi ho pensato che
ogni ripetizione del ritornello un piccolo cambiamento (una parola)
mantenendo costante il senso.
Strofa fatta la prima strofa, fatta la
musica su questa, le altre strofe avrebbero dovuto adattarsi alla nusica, come in un letto di Procuste.
Ora tocca scriverela.
Operazione mai fatta. Preso un pentagramma carta e penna, ma ho
pensato che un editor musicale sarebbe stato meglio perchè mi
avrebbe permesso di sentire quello che scrivevo. Dopo alcuni
tentativi la scelta è caduta su MuseScore
Ammetto che non mi è
stato molto difficile capire l'altezza dei suoni ma non riesco a dare
veramente il ritmo che ho in mente. Alcune note mi sembrano troppo
lunghe, altre troppo brevi.
L'editor musicale mi ha
anche permesso di scrivere il testo vicino alle note. Invece avendo
scelto come strumento “Fisarmonica” mi ha costretto a scrivere la
mano sinistra come nota/accordo, così poi quando lo sento viene
fuori un effetto un_due che copre troppo il canto. Avrei preferito solo
il canto/testo con una riga in cui segnare la tonalità della battuta
e basta come si trova in molti spartiti per fisarmonica, ma non l'ho
trovato un simile template.
Ho terminato? No solo
fatto un lavoro di sgrossatura. La creazione continua.
2 commenti:
Scrivere una canzone è differente dal musicarla. Se pensi a Mogol e Battisti, uno scriveva e l'altro arrangiava. A ogni buon conto è l'ispirazione quella che ci frega. Eppure col covid19 avevamo una occasione d'oro. Pazienza
So benissimo che molti mettono la musica ed altri le parola(Mozart e Da Ponte...) ma io non sono ne un musicista ne un letterato. Come ho detto parole e musica si influenzano a vicenda. A me è capitato così. Comunque nel prossimo post spiego che il Covid19 è stato parte dell'ispirazione
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