domenica 27 ottobre 2013

Delusione Renzi (con possibilità di rimediare)

Cominciamo con il Post Scriptum
Alla Leopolda Renzi si è dichiarato favorevole alla riforma della giustizia, anche se non ne so bene in dettaglio i termini, è quasi un errata corrige a questo post che mi era in parte venuto "di pancia" quando ho letto i commenti favorevoli al suo No Amnistia.
Ecco il post originale:
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Su questo mio blog avevo dato giudizi sostanzialmente positivi su Matteo Renzi, ai tempi delle primarie del PD in cui poi era stato sconfitto. Ora, per le prossime primarie dell’8 dicembre ho alcuni dubbi e suggerimenti che pubblico sul blog in modo da poter twittare facilmente a varie persone.

Delusione su no amnistia.

Sono rimasto molto deluso dal suo no amnistia. Sono rimasto amareggiato dai forcaioli,da cui ho preso le distanze da ragazzino educato dalle canzoni di de Andrè, che l’applaudivano. Mi sembrava che esaltassero un Bossi della prima ora. 
La colpa non è sua, però...
Parla di educare i giovani alla legalità, ma allora bisognerebbe modificare la toponomastica dei comuni italiani, visto che Mazzini, Battisiti, Rosselli, i partigiani ed altri Padri della Patria erano “Fuori dalla legalità”. La persecuzione degli ebrei, dalle leggi razziali in poi era legale, chi aiutava gli ebrei ha salvarsi aveva messo la morale davanti alla legge. Ed è proprio alla morale “inscritta nel cuore dell’uomo” che insieme allo spettacolo delle stelle del cielo stupiva Kant, che occorre educare! 
Poi, da Gandhi ad Havel, i grandi oppositori insegnano che
è conveniente stare nella legalità, OK, ma per fare emergere la propria moralità.
2)
Praticamente la situazione della giustizia italiana è allo sbando. Sarebbe stato credibile che avesse sostenuto i referendum radicali. Occorre una riforma generale della giustizia e non sto a ri-elencare i motivi. Luciano Violante li esprime meglio di me (e sarebbe bello che MR e LV fossero in sintonia) L’amnistia (non l’indulto!) è importante quindi anche come gesto simbolico politico. Occorre mettere i leoni sotto il trono (su cui siede il popolo).

Costi della politica.

Si parla tanto delle spese dei parlamentari, consiglieri etc... ma anche altri ruoli legati alla cosa pubblica sono costosi. Prendersela con gli eletti si colpisce comunque la democrazia a vantaggio dei “nobili”. Occorre ridurre i costi della gestione della cosa pubblica in modo paritetico  tra tutti gli attori della gestione della cosa pubblica
Erlebnis: un imprenditore doveva parlare ad un ministro. Si trova invece davanti
un funzionario. Alla sua perplessità il funzionario rispose “Ebbè ma che le importa del ministro? Lui due anni fa non c’era ancora e non è detto che tra tre anni ci sia. Io invece ero qui già dieci anni fa e tra dieci anni sarà ancora qui!”
Occorre portare anche i muli sotto il trono.

Inutilità del "governo che decide".

Come nella gestione aziendale (Management 3.0, Agile etc.) anche nella vita pubblica il metodo “comando e controllo” è o inefficace (grida manzoniane) o pericoloso (derive
autoritarie) e comunque un approccio che valorizzi le motivazioni intrinseche di chi opera nella società è il più produttivo, in particolare in questo momento di crisi. Spero che su questo Renzi sia d’accordo ma occorre che arrivi anche alle conseguenze.
1)
Una società “Agile” e “sussidiaria” non ha bisogno del “decisionismo” del presidente operaio” del “fare” ma del “permettere di fare”. Quindi sempre meno burocrazia, o meglio burocrazia che ha come fine non se stessa, ma l’aiuto a chi deve realizzare. Il “fare” del governo sarà orientato proprio a questo snellire la burocrazia per permettere ai soggetti sociali di “fare”.
Questo argomento ha un punto debole proprio nel PD a cui si rifanno anche degli ex-comunisti che vedono nelle scuole paritarie “le scuole dei preti”.
Ora sarebbe bene che si mettessero in testa che 
a) un una società pluralista c’è posto per tutti anche per le scuole dei preti.
b) ci sono, e ci dovrebbero essere anche più scuole paritarie con altre ispirazioni (Montessori, scuole Waldorf) e libere coop di docenti.
c) il “welfare di base” risponde meglio alle esigenze dei cittadini e costa di meno allo stato. Il buon funzionamento pratico deve superare i pregiudizi ideologici.

2)
Siamo una società complessa, non si può gestire in modo ragionieristico o meccanicistico. Una modifica implica altre mille conseguenze, quindi il miglioramento non può che essere “dal basso”, guidato da chi nel miglioramento è implicato. 
Non posso dilungarmi su quello, rimando alle seguenti letture
  • Management 3.0 di J.Appelo
  • ll cingo nero , di Nicolas Nassim Taleb (Antifragile non l'ho ancora letto)
  • Intrinsic Motovation at Work di K.W Thomas

Inoltre avrei una serie di piccole proposte

Modifica al canone RAI.

Io ho una vecchia tv che uso solo come video per i DVD.
Non riesco a connettermi al digitale terrestre – dovrei spostare un armadio.
In casa abbiamo 2 PC 1 tablet e mio figlio ha uno smartphone.
La RAI (a parte qualche ascolto radiofonico) potrebbe anche sparire.
Allora perchè pago il canone?
 Per il regio decreto del 1935 etc.... che è una tassa di scopo per creare un sistema di telecomunicazioni pubblico.
Quindi lasciamo pure il regio decreto, ma anziché mantere un’azienda già esistente, che potrebbe guadagnare con pubblicità ed abbonamenti “premium” come fanno  Mediaset, La7, Sky etc... propongo di convogliare i ricavi su quella che oggi dovrebbe essere la tassa di scopo per attivare un vero servizio pubblico nelle telecomunicazioni, vale a dire la “banda larga”.

Pensione di anzianità.

Aver accettato la sua abrogazione a chi per quasi 40 ha messo il 33% del lordo (come il sottoscritto) è una colpa che il PD difficilmente può farsi perdonare.
Un’idea (per venire in contro ai costi) ce l’avrei, ma è troppo lunga da esprimere qui. La chiamo “servizio civile per anziani”.

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