sabato 30 agosto 2025

Toponomastica calendario a Torino e ulteriori proposte

Seguendo il calendario, la prima data dell'anno nella toponomastica di Torino è Corso XI  Febbraio, dedicato alla stipula dei Patti Lateranesi che pone fine alla cosiddetta questione romana.

Febbraio procede sempre con date che hanno a che fare con il rapporto tra Stato e comunità religiose.  Nella periferia sud troviamo Giardino XVII Febbraio 1848 (anche l'anno questa volta!) dedicato al rapporto dello Stato con la comunità valdese.

Centrale è Via  IV Marzo in ricordo della proclamazione dello Statuto Albertino (ma c'era già Piazza Statuto, non bastava quella?)

In collina troviamo Viale XXV Aprile e vicino ai giardini reali si trova Viale I Maggio

Centrale e molto trafficata è Via  XX Settembre dove si trova la casa in cui Michele Novaro musicò l'inno di Mameli.

Dalle mie parti si trova Corso IV Novembre . In quel giorno che ricorda la fine della prima guerra mondiale, quando ero ragazzino era vacanza da scuola ed allungava il "ponte dei Santi". Quel giorno lì si andava dalla nonna Lina (Carolina) per festeggiare il suo onomastico e la domenica successiva (prossima al 7 novembre, Sant'Ernesto) dalla nonna Ernestina. 

L'anno termina con la Piazza XVIII Dicembre, in cui una lapide ricorda il triste motivo di questa dedica legata alla storia di Torino.

Il privilegiato è Febbraio che oltre ad una strada ha pure un giardino, ma altri mesi mancano di citazioni. 

Per ovviare ropongo quindi:


Cominciamo con Ottobre a cui propongo un luogo dedicato al XV Ottobre  perchè fu il primo giorno del calendario gregoriano 

Dedicherei almeno una piazza a XV Giugno, il giorno più importante della storia, cioè la mia nascita. (Spero che nessuno dica che sia una data divisiva, essendo la data che nelle elezioni amministrative del 1975 ha visto una grande affermanzione del PCI e a Torino ha permesso a Diego Novelli di diventare sindaco)

A Luglio eviteri il IV e il XIV (non siamo nè americani nè francesi!). Sebbene non ami particolarmente nessuna delle due dinastie reali torinesi, però occorre ricordare episodi che hanno segnato la storia della nazione che hanno avuto come "epicentro" la nostra città: XI Luglio fondazione della FIAT; XIII Luglio i Savoia da duchi diventano re (di Sicilia!!!)

Ad Agosto dedicherei una via/piazza a II Agosto, proprio perchè si rifà ad un "falso amico" tra il piemontese (e altri dialetti) ed il francese (les deux a gauche)

Per Gennaio? C'è già via Rio de Janeiro che vuol dire "fiume di gennaio": Si accontenti.



mercoledì 20 agosto 2025

Intelligenza artificiale ed agricoltura biodinamica

 


Ho terminato la lettura, più o meno in parallelo di due testi su un argomento simile, ma molto diversi tra loro nel contenuto. Uno, quello di Nilsson, era un mio vecchio testo utilizzato nel 1979 per prepararmi ad un esame universitario: era la traduzione di un testo del 1971. Sì, a quei tempi si parlava già di intelligenza artificiale, anzi il termine è stato coniato nel 1955. L'altro testo, di Mellano, era un testo divulgativo, imprestatomi da mio cognato, scritto di recente. 

Il Nilsson non comprendeva esattamente il programma d'esame. Occorreva portarne solo una parte, e poi c'era un'altra parte su dispense. Dopo anni ho tirato giù quel testo dello scaffale più alto e l'ho ripreso in mano. Alcune considerazioni le avevo gia fatte in altri post precedenti. (qui uno)

La cosa interessante è che le "tecniche" dietro all'intelligenza artificiale descritte nei due libri non coincidono. Mentre nel testo del 1971 sono presentati sofisticati algortmi per giochi, dimostrazioni formali di teoremi ecc... nell'altro si parla molto delle reti neurali e i sistemi di AI "addestrati".

Testo, quello di Mellano, molto interessante. Comincio dal fondo: mi è piaciuto che abbia citato il compianto prof. Piero Torasso (il prof per cui dovevo portare all'esame parte del testo di Nilsson) presona che reputavo un genio e che sapeva fare appassionare alla materia che spiegava.

Per il resto, la prima parte e la parte finale per me erano cose risapute e condivido pienamente quanto dice. La parte centrale invece scende in dettaglio su argomenti che per me erano scatole nere di cui io vedevo solo l'ouput: nel 1990 avevo impattato la prima volta con un sistema di visione che riconosceva le fette biscottate buone/non-buone e segnalava dove era il loro baricentro. Pigliavo quei dati e con algoritmi classici, dovevo guidare il posizionamento della "zampa" che le doveva prendere. Poi nei primi anni 2000 al Centro Ricerche Fiat i risultati dei sistemi di visione da tenere conto come input per altri algoritmi andavano dalle palpebre del guidadore che si chiudevano per la stanchezza, alla linea di demarcazione delle carreggiate... Ma "cosa ci fosse dietro" non me n'ero mai occupato. 

Ovviamente anche l'autore -Mellano - come il sottoscritto ha fatto esperimenti di domande "strane" all'AI per vedere certi comportamenti. Al momento della stesura del testo non c'erano ancora Deepseek e Claude:  questo è un argomento in cui si fa presto a non essere aggiornati! 

Sul tema del chatbot avrei fatto una piccola aggiunta. Nei primi anni 80 si cercava di rendere più facile l'interazione tra l'utente e la macchina. Non so se qualcuno ricorda le linee di comando di UNIX e quelle dell'RSX del PDP11 o del VMS del VAX non erano tento meglio. Ebbene sapevo di gente che si occupava della cosa, ma questi progetti sono morti con l'introduzione delle interfacce grafiche a icone. Con l'uscita di ChatGPT, l'intellgenza artificiale che giaceva nascosta nei motori di ricerca, nelle profilazioni degli utenti, nel riconoscimento delle immagini, nella ricerca del titolo brano che sentivi suonare e non ricordavi quale fosse... ecco che ritorna di moda in maniera esplicita

Perchè prima ho parlato di agricoltura biodinamica? Perchè mi ricordo di aver sentito una presentazione di tale tecnica agricola in cui si bypassava ogni perchè sulla causa-effetto, ma solo sul fatto che a certe pratiche corrispondano molto frequentemente certi effetti. In fondo il comportamento simile dell'AI

venerdì 15 agosto 2025

Scenari inquietanti 😢

 Cercavo dei documenti di mio padre e nell'armadio ho trovato pure le pagelle delle elementari di mia madre. La cosa che mi ha sconvolto erano i frontespizi delle pagelle in quegli anni : ecco qui le foto .(cliccare per ingrandire)

 

Ragazzini schierati in assetto di guerra, evidenziate aree "invase" oltre la penisola, storia narrata al fine di evocare un passato di egemonia territoriale. Noi oggi consideriamo quel periodo come un errore del passato, un errore che ha portato orrore. 

Ma in molte parti del mondo degli autocrati stanno "educando" i  loro sudditi proprio nello stesso modo: militarismo, ampliamento del territorio della nazione, narrazione di un passato in cui la nazione (sebbene sotto altre forme statuali) era egemone su una certa area. Fino a pochi anni fa, nessuno pensava che si potesse tornare in dietro in quel modo, adesso invece 😢

 








sabato 2 agosto 2025

Una Fiat che fu


Ho terminato di leggere un libro avuto in prestito. Oltre quattrocento pagine di lettura molto scorrevole ed interessante, almeno per me per diversi motivi: sono torinese e l'autore, Giancarlo Michellone, era stato l'amministratore delegato del Centro Ricerche Fiat anche nel periodo in cui ho lavorato, purtroppo come esterno e non come dipendente.

Si tratta di una specie di diario che va dal 1966 al 1970 con qualche nota sul prima per inquadrare il contesto, e sul dopo per farci sapere “come andrà a finire”. Le tematiche oltre alle vicende personali – matrimonio e nascita dei figli – che l'autore cita con molta riservatezza, sono il suo lavoro in FIAT e le vicende del suo paese, Cambiano, nella seconda cintura di Torino, di cui, sebbene con riluttanza è stato anche sindaco.

Negli anni sessanta nella cintura di Torino c'è stato un grande incremento della popolazione, dovuto alla crescita industriale. Una conseguenza è stata una grande speculazione edilizia che scaricava i costi dell'urbanizzazione (fognature, acquedotto, illuminazione stradale, scuole elementari...) sulle amministrazioni locali. Sparso un po' in tutto il testo si trovano le battaglie sostenute dalla giunta comunale per mantenere a Cambiano una “crescita sostenibile”, scontrandosi anche contro pressioni di certi portatori di interessi che superavano i limiti della legalità.

Il mondo FIAT che descrive è un isola felice, per certi versi simile al Centro Ricerche FIAT, ben lontana dalla produzione, dalla famigerata “catena di montaggio”. Si trattava del settore “Esperienze” (in cui lavorava anche mio suocero). In quel periodo l'autore si occupava dell'antiskid, un sistema che si prefiggeva di ottimizzare le frenate, soprattutto su terreni gelati, bagnati o comunque non bene aderenti e magari con aderenze diverse sulle ruote. Tematica interessante perché è probabilmente stata la prima applicazione dell'elettronica e della meccanica insieme. Inoltre ha implicato un'organizzazione del lavoro dove i portatori di competenze diverse collaboravano in team multidisiplinari e questo scardinava un po' la suddivisione burocratica dell'azienda.

Non sottolineo altro ma lascio al lettore il piacere di addentrarsi in questa storia.

Parallelamente alla gestazione dell'antiskid, troviamo il racconto delle turbolenze sociali di quegli anni. Anche qui non mi dilungo e passo a considerazioni più personali.

Era la prima applicazione dell'elettronica a bordo veicolo, evidentemente, perché non erano state previste interferenze dei campi magnetici sui dispositivi. Per fortuna degli sviluppatori, non potendo più provare il sistema sui prototipi al Sestriere come avevano fatto alcune volte, decisero di provare nella collina torinese, nella piazza vicino al Faro della Vittoria, non distante dai numerosi ripetitori, allora penso della RAI.  Lì il comportamento del sistema diventava misteriosamente “assurdo”. La spiegazione del fenomeno - i campi magnetici dei ripetitori "disturbano" le componenti elettroniche di bordo - viene in mente ed apre una nuova sfida da affrontare. Quante volte, in occasioni ovviamente diverse, è capitato anche a me di dire: “È andata bene che questo caso non previsto è venuto fuori nei test e non dopo il rilascio del sistema!”

Quello che non capisco è che verso la fine del libro si racconta di un antiskid della concorrenza, montato su un mezzo "di serie" in funzione, che ha un grave problema causato proprio da interferenze simili. Possibile che la protezione dalle interferenze non fosse diventata una caratteristica necessaria per l'omologazione?

Ho apprezzato molto anche la ricchezza linguistica. Sono molte le frasi in piemontese riportate, ma, seppur in misura minore, c'era anche il veneto di Zottarel, l'inglese, qualcosa in francese e nache una frase multilingue di un greco.

Giancarlo Michellone era l'amministratore delegato al CRF, ma non ho mai avuto contatti diretti con lui (a parte l'omaggio di un trolley fatto anche a me come componente di un team che aveva lavorato sulla funzione di “evasione ostacolo”)

Conosco il figlio Gianluca di cui il testo cita la nascita ed i pianti notturni.

Ho conosciuto invece l'ing. Mario Palazzetti, che progettava le prime schede elettroniche a bordo veicolo. Quando lo conobbi era un vecchio signore ormai “consulente” del Centro Ricerche. Non collaboravo direttamente con lui, ma mi è capitato di andare a pranzo insieme in mensa ed era un conversatore interessante.

Sono stato anche al brindisi di inizio pensione di Ezio Lendaro.

Ovviamente Zottarel, il collaudatore spericolato, non l'ho conosciuto, ma guarda caso, anche il driver con cui ho fatto molti test e acquisizione dati era un ex-paracadutista. Non nella Folgore, ma negli Alpini Paracadutisti. Evidentemente per fare quel lavoro occorre una certa forma mentis.

Ultimo ricordo. Nel libro si cita un certo ing. Ravizza che nel 1970 aveva quarant'anni. Mio padre, negli ultimi giorni della sua vita, ogni tanto si immaginava di essere in situazioni evidentemente accadute in passato e parlava anche dell'ing. Ravizza. Ora in Torino, di Ravizza, ingegneri nati intorno agli anni '30 non penso che ce ne fossero molti. Chissà se era lui ?