giovedì 28 luglio 2022

Clavais come metafora.


Del fatto che il mio nonno materno sia stato poco furbo, ma sostanzialmente in linea con tutti quelli della sua condizione ne ho scritto qui

Quel che è peggio è quel che ne hanno fatto le generazioni successive. Gli zii si sono limitati ad usare la casa quel tanto che bastava per trascorrere due settimane di vacanze, intessere relazioni in loco, ma ultimamente preferivano andare in albergo, sebbene continuassero a pagare la loro quota di ICI poi IMU, dichiarare il possesso nell'IRPEF ecc. Peggio sono stati i genitori che hanno speso un sacco di soldi e di energie per fare azioni che, per dirla eufemisticamente, non hanno migliorato né la casa, né l'interesse che i figli potevano avere per essa. Tralascio dettagli.

Tenendo presente che i miei genitori:

  • Hanno impedito che io seguissi gli studi che mi interessavano ed anche il piano B (insegnamento della matematica) perchè obbedissi ai loro pregiudizi.
  • Che se avessi seguito il piano B, oltre fare una cosa che avrei preferito, oggi avrei 400 Euro di pensione in più
  • Che da quando ho iniziato il lavoro ho sempre dovuto mettere un contributo in casa, e loro non avevano problemi economici, anzi! (oltre gli spechi per Barge e Clavais me ne sono reso conto quando i ladri hanno svaligiato la casa in città, l'inventario delle cose inutili e costose rubate!)
  • Che per il matrimonio, non solo non mi hanno dato una lira, ma ho dovuto pagare il rinfresco alle persone che volevo invitare io

Ora, che purtroppo gli zii hanno fatto l'ingenuità di lasciare a me la loro quota, dovrei sprecare i miei soldi e le mie energie finali a rimettere a posto i loro errori?

Non ci penso nemmeno!

Clavais è una metafora della situazione delle nuove generazioni quando le vecchie sono ripiegate su se stesse, o meglio sugli idoli che non lasciano guardare le realtà

Le nuove generazioni si trovano (vediqui) in un mondo pieno di guai e di fragilità dovute all'azione, ignorante ed arrogante dei loro nonni e bisnonni. Io posso mandare affanculo Clavais, ma i giovani potranno mandare affanculo il mondo?

sabato 23 luglio 2022

Nè intelligente nè Artificilale

Alcune considerazioni sulla mia penultima lettura.


Premessa: sono stato allievo del prof. Piero Torasso nel primo anno in cui tenne un corso all'università, con argomenti che rientrerebbero nei temi dell' AI. Il titolo del corso era Elaborazione dell'Informazione non Numerica- Sostenni l'esame nella prima sessione: 28/30

Uno punti focali della mia tesi di laurea (1979) era la “correzione” data dalla vicinanza semantica in un sistema di riconoscimento del parlato.

 (esempio cretino ma chiarificatore: se il sistema capiva nettamente che una parola finiva con “ali” ma non identificava bene l'inizio... dubbio tra maiali e cordiali... se fosse seguita la parola “saluti” la interpretava come “cordiali”)

Ovviamente i dati di input erano “fittizi” i tempi di elaborazione da ere geologiche, ma le basi teoriche affascinanti.

 Pur detestando la “tecnologia” ero affascinato dall'interdisciplinarità di questi argomenti. Peccato che il mercato nel 1980 cercasse “programmatori” e “sistemisti” al limite “analisti” e queste tematiche furono per me un miraggio!

Torniamo al testo. L'immagine della AI che ne esce è negativa. Io, mi ritrovo di più nella posizione di Padre Paolo Benanti, che cerca di evidenziarne gli aspetti controversi e ne propone usi etici. L'autrice sostanzialmente considera inutile questa posizione. Comunque il testo vale la pena di essere letto.

Restituisce all'informatica il suo aspetto “Hard” molto spesso ignorato. Parla dell'infrastruttura, con la sua componente “mineraria” ed inquinate. Fa bene a sottolinearlo. Per chi come me ha dovuto usare la borsa che usava per la piscina, per metterci un “device” da 10 mega, per chi è rimasto commosso la prima volta che è riuscito a correggere un sorgente su un computer in Emilia, stando a Torino e lanciarne la compilazione link... è facile immaginare cosa ci sia dietro. Ma per chi si è avvicinato come utente negli ultimi anni, che 50 mega di foto li ha già messi da tempo nello stato su Whasapp, che ascolta filmini dallo smartphone... è bene che se ne renda conto.

Il punto problema è: anche altre infrastrutture hanno un impatto molto pesante. Da quasi tutta Torino si vedono le sagome di enormi ripetitori televisivi. Pensiamo all'infrastruttura stradale, che secondo Ivan Illich ha voluto dire un esborso enorme per gli stati affinché i costruttori d'auto potessero prosperare. Ho già scritto cosa penso delle Alte velocità ferroviarie. Nulla ha un impatto zero. La domanda giusta sarebbe come usare le cose con criterio. E' meglio recarsi ogni mattina per almeno mezz'ora e per lo più nella stessa fascia oraria, così da creare picchi, entrare in azienda, connettere il laptop ad una rete e lavorare lì, interrotti da qualche telefonata per poi creare un altro ingorgo stradale ogni sera per il ritorno, oppure connettersi alla rete, con ovvi accorgimenti per la sicurezza, da casa?  Certe notizie transeunti, è meglio leggerle on-line o su carta (trasportata su camion) ?

Il testo ci insegna a tenere conto che anche le “autostrade elettroniche” non sono a impatto zero, ma non dice che in certi casi sono ad impatto forse minore dell'alternativa per ottenere la stessa funzionalità.

Anche su altri temi è molto interessante ma in questa sede non li affronto. Forse in un altro post. Mi piace il fatto che ricordi lo sfruttamento di chi lavora. Non solo dei poveretti che estraggono cobalto in Congo, ma anche tra gli stessi “tecnici” del mondo informatico, ci sono molti sfruttati. Me ne sono reso conto a mie spese sin dagli anni 80, quando queste “novità” permettevano di aggirare i “lacci e lacciuoli” che avevano permesso ai lavoratori delle condizioni più eque.


La cosa più inquietante è il capitolo finale. Secondo le “grandi menti dell'IA” aveva ragione il rapporto Meadows degli anni 70 (che insieme al fascino di una supplente di lettere ha evitato la mia prima idea di suicidio, ma questa è un'altra storia) Restano due soluzioni: o la decrescita felice o “salvare il pianeta” facendone un parco per i ricchi e meta dei vacanze per la middle upper class, perchè si lavorerà (inquinerà, scaverà ecc...) sulla Luna, Marte e giganteschi satelliti artificiali. Ovviamente la prima idea non può essere tollerata dal mito positivista dell'espansione continua, quindi resta un'ipotesi che sembra da romanzo distopico, ma è nella testa di pazzi che hanno patrimoni individuali superiori al PIL di molti stati