Alla macchinetta del caffè un collega illustrava senza citarla esplicitamente la legge di Peter, o legge dell'incompetenza, secondo cui il lavoro viene svolto sempre da un incompetente. La logica è ferrea. Nelle organizzazioni per essere promosso devi dimostrare la tua abilità (competenza). Ma quando lo dimostri, (diventi competente) allora vieni promosso, e vai a fare qualcosa che non conosci. Lui ridacchiava, ma sebbene in questo periodo abbia problemi molto più gravi per la testa, mi venne in mente come confutarla. In modo positivo ed in modo negativo.
Partiamo dal negativo, per lasciare il dolce alla fine.
1) Siamo in un momento di crisi. Non ti promuovono. Anzi, è un miracolo se riesci a fare quello di cui sei capace. Nessun problema, quindi.
2) In realtà per essere promossi occorrono due cose: o le raccomandazioni o, ancora peggio "l'immagine", "la grinta"... insomma la milano da bere degli anni 80 non ha piu nulla nelle bottiglie, ma ha lasciato fissi certi paradigmi mentali nell'immagine del manager. Quindi in questo caso, è vero si da un incarico ad un incompetente, ma non si distoglie nessun competente dal suo lavoro.
Ma veniamo alla positività.
La legge di Peter si supera ipotizzando un sistema "a rete" anzichè un sistema gerarchico. Ogni nodo della rete mette a disposizione la sua "nuvola" di competenza, cosicchè il sistema intero sia "competente". Questo concetto è spiagato bene in Management 3.0
Lascio a questo post del suo autore una spiegazione chiara e dettagliata
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