lunedì 18 aprile 2011

Berlusconi Obama Sarkozy l'orologio e il pendolo doppio

Ho letto articoli di autori di area liberale  delusi dall'attuale governo, perché speravano in una riduzione della pressione fiscale, liberalizzazioni e semplificazioni. Berlusconi, ma soprattutto il de-facto capo del governo, Tremonti, non hanno realizzato quanto loro si aspettavano.
Analogamente in Francia, il gradimento di Sarkozy è al minimo. La sinistra lo incalza, e l'elettorato di destra si rivolge ad altri leader.
Anche l'indice di gradimento di Obama è scarso. I suoi oppositori continuano ad essergli contrari, mentre coloro che l'avevano sostenuto sono delusi perchè non vedono il change per cui lo avevano votato.
Non ho approfondito cosa avviene in altre nazioni.
Perchè i politici non realizzano le promesse elettorali? Non credo per una disonestà intrinseca della categoria.

Ritorno a Management 3.0 e alla differenza tra complicato e complesso.
L'orologio è un esempio di sistema complicato nella sua struttura, ma molto semplice, assolutamente predittivo come comportamento.  Lo carichi, lo regoli, magari, come fanno molti, con qualche minuto avanti per stimolarti a fare in fretta, e l'orologio, se non si rompe, si comporta in modo conseguente.
Il doppio pendolo, come mostra questo video, ha una struttura semplice, ma è piuttosto imprevedibile nel suo movimento.
I programmi elettorali ed in generale l'approccio che viene fatto al dibattito politico ha come paradigma l'orologio. Basta fare un decreto, stanziare dei fondi ... e le cose si regolano di conseguenza.
Invece la società è complicata come un orologio, ma è anche complessa più di un doppio pendolo. Non tenere conto di questa complessità è la causa dell'inefficacia di molte azioni della politica, (e delle svolte autoritarie nel tentativo di renderle efficaci, ma qui si è aprerta una parentesi su un tema che ora non intendo affrontare).

Per questo, nella fattispece della situazione italiana, è assolutamente inutile il premio di maggioranza, per dare al governo una maggiore stabilità. (Ne abbiamo visto uno durare solo due anni ed un altro non essere più stabile dei precedenti).
Ma allora ? Management 3.0 potrebbe essere una lettura utile anche per i politici. Se si vuole un cambiamento, occore che la società che di fatto si auto-organizza tramite lobby esplicite, nascoste o correnti di pensiero, senta il disagio per il non cambiamento e faccia sentire il disagio agli stakeholders che al cambiamento in prima battuta si oppngono. Quindi, i rappresentanti dei cittadini formalizzeranno e promuoveranno il cambiamento emerso nella società.

(prima o poi continua....)

domenica 10 aprile 2011

Management 3.0 e le trote di Avigliana.

Dopo alcuni intoppi dovuti a problemi personali, sono finalmente riuscito a leggere Management 3.0 di Jurgen Appelo.
Ottimo!
Alcuni commenti:
Mi è piaciuto il fatto che nello spiegare certi comportamenti, JA si riferisce sia alla biologia sia a fatti personali, in particolare al suo rapporto con la guida dell'auto. Questo mi conforta, dopo aver ricevuto un'educazione che ha come obiettivo la schizofrenia,  in cui si dice che "le cose della vita seguono certe regole, ma sul lavoro invece..."
Questo è un atteggiamento che io invece ho sempre aborrito. Ed ecco un altro testo (infatti non è il primo che ho letto in tale senso) che fa vedere la realtà come "una ed intera".

Mi è piaciuto Management 3.0 anche perchè non è un Manuale delle giovani marmotte. (Junior Woodchucks Guidebook)
Approvo i suoi depends . D'altra parte come già ho citato  in questo post riferendomi ad un'intervista di Ken Schwaber, ed il concetto è ribadito anche da  Craig Larman  in Lean Primer :
L'approccio agile e lean sarebbe in contraddizione con se stesso se si cristallizzasse nel seguire rigidamente certe regole, invece di essere una filosofia in cui certe regole sono strumenti per attuarla.

Cosa c'entrano le trote di Avigliana?
Nella ditta di cui sono dipendente ho inutilmente cercato di portare un po' di pensiero agile. Avevo fatto il paragone dell'introduzione di Scrum con la regola dei frati. Dicevo che certe regole sono utili, perchè tra i frati ci sono personalità molto diverse: brillanti intellettuali un piuttosto eccentrici, avanzi di galera che desiderano cambiare la loro vita e tipi buoni ma un po' imbranati. Come fa gente simile andare d'accordo (e da quasi duemila anni)?  Sono  mossi da un ideale, certo, ma viene reso concreto con delle regole precise (la famosa Regola che ha ogni Ordine Religioso).
Ma se queste regole diventano fine se stesse, dimenticando l'ideale, succede come nel racconto delle trote Avigliana. Si dice che ad Avigliana anticamente ci fosse un convento dove vivevano dei frati dimentichi degli ideali. Siccome la regola impediva loro di mangiar carne durante la Quaresima, appendevano le cotolette all'amo, le immergevano nel lago, le tiravano fuori dicendo "Che bella trota ho pescato!".