Il nuovo personaggio agile "senza saperlo" è don Milani, e non mi riferisco nella sua opera ai valori e principi dell'agile manifesto, ma quanto al "framework" Scrum.
Devo fare una premessa, che si rifà ad una citazione di don Milani che ho letto quando avevo quattordici anni ed ha segnato la mia vita. Ad un amico comunista che lo elogiava, risponde di fare attenzione perchè un giorno l'avrebbe tradito. Infatti quando il comunismo avrebbe avuto il potere e gli emarginati di oggi avrebbero avuto una vita dignitose etc... siccome nessun sistema umano risolve tutti i problemi, ci sarebbero stati altri poveri, altri reietti, e lui sarebbe stato dalla loro parte. Oltre al fascino di questa posizione, che dopo un lungo corso continua a contribuire a rendermi affacinate l'esperienza cristiana, mi ha colpito e segnato la certezza della non esistenza di un "silver bullet", di un sitema comunque risolutivo...
In ciò si rifa a Scrum che, come afferma uno dei sui coautori in questa intervista , non vuole essere una metodologia che da una risposta a tutte le domande, ma un "framework adattativo".
Poi nel legame don Milani - Scrum mi piace pensare come è stata fatta la "lettera ad una professoressa" (tra l'altro uno dei testi più incompresi della storia, ma tralascio questa polemica) E' stata scritta dall'intera classe con un metodo di lavoro collettivo, molto interessante. Di Scrum mi piace molto la pratica del poker-plannig,
in cui tutti sono obbligati a dare il loro contributi. Se le valutazioni convergono hanno buone possibilità di essere corrette, se divergono allora vuol dire che a qualcuno sta sfuggendo qualcosa . Ma attenzione, non c'è un primo che parla ed influenza gli altri, tutti fanno la loro valutazione ed insieme scoprono le carte.
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