Questo post. molto lungo per cui sarà divisto di più parti, a prima vista tocca temi solo personali, mentre questo blog vorrebbe essere di temi più generali. Non è così, potrebbe essere un'applicazione personale di quello che sociologi psicologi e antropologi chiamano "riappropriazione"
Anno 1962. I miei genitori mi pongono una domanda: "Ti piacerebbe suonare uno strumento musicale?" Siccome ero un bambino abbastanza traquillo, non ho risposto "Si, il tamburo".
Ripeto data e luogo. TORINO 1962: la mia infanzia è stata accompagnata dalle celebrazioni di Italia61. Ricordo ancora l'ovovia per Cavoretto, la monorotaia ma soprattutto la retorica patriottica di quei giorni: addirittura con le marmellatine (se ricordo bene) erano in omaggio figurine con uniformi risorgimentali. Per cui; musica = banda e nella banda i piatti e la grancassa erano quasi ridicoli, la musica la fanno i fiati e tra i fiati quelli che colpiscono la mente di un bambino sono gli ottoni (é oro quel che luce!) "Sì, la tromba!!"
Delusione!
Mio padre spiegò che con la tromba avrei dovuto per forza suonare con qualcuno, mentre con la fisarmonica potevo eseguire brani anche singolarmente. Ma era proprio in una banda che avrei voluto suonare!
Mia mandre rincarò la dose dicendo che da adulto, quando sarei arrivato a casa stanco e arrabbiato dal lavoro, mi sarei messo a suonare e ogni "stecca" l'avrei dedicata al "capo" che mi aveva fatto arrabbiare.
Io, che sognavo di sfilare con altri, tra ali di folla che applaudiva festante, avrei dovuto suonare da solo, in casa, triste e pure sbagliando! 😢 La delusione fu tale che non feci caso al futuro da impiegato sfigato che i miei genitori si auguravano e progettavano per me.
Sarebbe stato più onesto dire che nella scuola che frequentavo, come corso extracurricolare facoltativo, c'era una signora che dava lezioni di musica su pianoforte e fisarmonica, e siccome il piano non avevano intenzione di metterlo in casa, se mi andava l'idea di suonare la fisarmonica.
Con tutto ciò mi incuriosiva "decifrare" cosa c'era scritto sul pentagramma, maneggiare l'oggetto, accorgermi che per esempio certe note della mano destra accompagnate da certi bassi della sinistra si "armonizzavano" mentre altre "stridevano" in modo a volte sgradevole a volte divertente.
Era una fisarmonica Settimio Soprani a 32 bassi. Tre anni dopo, siccome ho una sorella con tra anni in meno, i miei genitori decisero di fare imparare la fisarmonica pure a lei, cosa che lei detestava totalmente, ma nella loro logica, non volevano fare torti, perchè privarla di quello che avevno offerto a me? Allora lei cominciò con la 32 bassi e mi fecero passare ad una Paolo Soprani a 80 bassi.
Verso i 13/14 anni, nell'epoca dei cantautori, del progressive rock, lasciai perdere. Verso i 20 anni mi iscrissi ad un corso di musica elettronica presso il conservatorio. Altro che fisarmonica!
Le fisarmoniche rimasero chiuse per anni in casa dei genitori. Verso i sessant'anni, stimolato da una rassegna di fisarmoniche che avevo visto a Clavais, la ripresi in mano e, magia! le basi della tecnica non le avevo dimenticate.
Occorreva però un lavoro di "riappropriazione".
(continua)