Da un po' di tempo mi sto appassionando
alla “storia delle canzoni” cioè di come alcune canzoni sono
nate in un contesto, hanno avuto certi significati per chi le cantava
e ascoltava, poi hanno avuto altre interpretazioni e magari qualche
modifica
Significative sono la storia di Faccetta nera solo superficialmente una “canzone fascista”;
di Zamba de mi esperanza una canzone dolce e senza nessun
evidente richiamo ideologico eppure costò la vita a Jorge A. Cafrune
che per averla cantata fu considerato un oppositore al regime
militare argentino; Sul puint di Braulins canzone che spopola
in tutte le sagre di paese in Friuli la cui storia sarebbe molto
lunga, molto più della canzoncina.
Non riesco a capire perchè oggi,
sia così amata ed odiata la canzone klezmer con il titolo Bella
Ciao. Premetto che io sono dalla parte di chi vuole festeggiare la
liberazione dal fascismo e dal nazismo suo alleato, anche se il 25
aprile è una data arbitraria, perchè le date degli eventi storici
porterebbero la festa un po' più avanti (Ad Ovaro accadde un fatto
drammatico il 2 maggio 1945)
Orbene, illustri partigiani tra cui
Giorgio Bocca, hanno affermato di non aver mai cantato né sentito
cantare quella canzone durante la resistenza. Ho letto un articolo in
cui si dice che la canzone fu pubblicata nel 1953; pochi
anni dopo fu anche “raccolta” con un altro testo come “canto
delle mondine”: una zia d'acquisto che in gioventà faceva la
mondina, afferma di non averla mai cantata.
Altro punto: normalmente quando uno
agisce, lo fa il più delle volte spinto dagli enventi. Solo dopo elabora in
modo lucido analitico razionale le cause per cui ha agito.
Analogamente dopo la resistenza vi furono delle riletture a
posteriori del fatto. In quarta scientifico il professore ci
assegnò il tema “Resistenza: secondo risorgimento o lotta di
popolo?” Io, come del resto anche i miei compagni, scegliemmo il tema alternativo perchè il risorgimento si affronta in quinta, e non
volevamo avventurarci su terreni inesplorati. Per parlare della resistenza
non avevamo alcun problema: avevamo tutti genitori, nonni e zii loquaci. Il
professore si accorse dell'errore.
Comunque la resistenza “secondo
risorgimento” è una lettura a posteriori, che difficilmente era
presente nella mente dei partigiani (anche Garibaldi fu preso più
per la sua immagine iconica che in riferimento storico)
Una cosa accomunava tutti i
partecipanti alla lotta partigiana: la sfiducia nella classe
dirigente fascista che
aveva mandato allo sbaraglio una nazione ed una generazione di giovani, in una guerra assurda con un alleato per nulla simpatico. Molti partigiani erano militari o giovani sotto leva che non volevano combattere per la Repubblica di Salò. A questi poi si unirono anche degli antifasciti della vecchia generazione.
aveva mandato allo sbaraglio una nazione ed una generazione di giovani, in una guerra assurda con un alleato per nulla simpatico. Molti partigiani erano militari o giovani sotto leva che non volevano combattere per la Repubblica di Salò. A questi poi si unirono anche degli antifasciti della vecchia generazione.
Al disprezzo per la classe dirigente
si aggiungevano poi altre motivazioni: per alcuni la possibilità di
una rivoluzione socialista (“Resistenza come rivoluzione mancata”
è un'altra lettura); per molti, comunque il desiderio di una società
più democratica ed equa.
Il “Secondo risorgimento” mi pare
una lettura blanda, edulcorata ed “imbalsamante”, direi
politically correct, quasi che tema di “offendere quelli dell'altra
parte” inventando un riscatto italiano da una servitù straniera
(Boh?) e non da una classe dirigente autoreferenziale, arrogante,
stupida e incurante del popolo.
La canzone Bella ciao, mai
cantata dai partigiani, mi sembra che vada proprio nella direzione
del “secondo risorgimento”.
In particolare mi sbalordisce la
parola “invasor”. Ma chi era allora l'invasor? Gli americani sbarcati ad
Anzio? (Boh oggi potrebbe cantarla qualche xenofobo contro gli
immigrati).
Mussolini ed i suoi gerarchi erano tutti italiani doc. Sarebbe stato meglio “dittator” o “impostor” visto che di bugie il duce ne disse tante!
Mussolini ed i suoi gerarchi erano tutti italiani doc. Sarebbe stato meglio “dittator” o “impostor” visto che di bugie il duce ne disse tante!
Sembra quasi scritta per non offendere
chi allora era dalla parte sbagliata. Però siccome oggi c'è chi
nonostante tutto si offende, allora chi vuole cantarla la canti pure. Io però non la
canto: sono troppo visceralmente ostile al fascismo.