mercoledì 22 gennaio 2014

User Experience

Come ho scritto nell'articolo (ma la parte a cui mi riferisco si scarica a pagamento!) il lavoro di sviluppo del software ha dei sottoprodotti che potrebbero fruttuosamente essere utilizzati in altri contesti.
Uno di questi è la "User experience
E come seguendo i consigli di vari guru, farò uno "Story telling" invece di una descrizione astratta.

1) Ufficio Postale. Quando ero ragazzo su ogni sportello leggevo cartelli scritti a pennarello ed incollati con il nastro adesivo "PACCHI" "RACCOMANDATE" "ContiCorrenti" etc. Uno sapeva dove andare. Ora invece ci sono bei cartelli preconfezionati con "Prodotti Postali" "BancoPosta". Ma un vaglia, cos'è? Prodotto postale, certo mica un prodotto del caseificio! Ma è anche un prodotto che può assimilarsi ad un prodotto bancario, poichè faccio correre soldi... Chiedo ai presenti in coda.
Nelle poche volte che mi capita di andare alla posta ho quasi sempre trovato qualcuno che chiede qual è la coda corretta per .... Da cui se ne evince:
1.a) che i "Big Thinker" delle Poste sono assolutamente avulsi da ogni feed-back dell'utente, pensano astrattamente, fregandose dell' UX 
1.b) gli sportellisti sentono simili domande quotidianamente e umanamente parlando faticano a trattenersi dal mettere un bel cartello a pennarello con lo scotch "Vaglia" "PACCHI" e via discorrendo!  Invece mettono i cartelli che "ricevono da Roma". Torna l'agile manifesto, il principio di sussidiarietà, stoos e via discorrendo. Inoltre lo stipendio di un "Big Thinker" è piuttosto alto direi, quindi: tagli migliorando il servizio e motivando di più il personale che lo gestisce direttamente!

2) GTT (Trasporti Torinesi) Ero sulla linea 5 direzione Nord->Sud . Ricordo che il 5 ferma in largo Orbassano, fa molte fermate in Corso Orbassano di Torino, ferma in Strada Orbassano di Beinasco e poi finisce la sua corsa nel Comune di Orbassano.
Era sera ed il bus su cui viaggiavo era di quelli belli moderni con la vocina che annuncia la prossima fermata. Cosa abbastanza comune, bisogna ammettelo, la vocina era sincronizzata perfettamente con il percorso. Ad un certo punto,eravamo in corso Rosselli, la vocina annunciò "Prossima fermata: Orbassano Nord" vidi una coppia trasalire, perchè Orbassano è appunto la fine della corsa "Ma non l'abbiamo vista Mirafiori!!!" Due battute e si capì l'equivoco. I signori GTT sanno che "Orbassano Nord" vuol dire "Largo Orbassano Nord", ma si sono posti il problema di cosa pensano gli utenti se non sono pratici del posto? Ma se partono dal presupposto che tanto la stragrande maggioranza degli utenti è pratica del posto, cosa hanno messo la "vocina" a fare, se non a farli divertire quelle rare volte che non è sincronizzata?

3)  GTT (Trasporti Torinesi) Dovevo farmi rinnovare l'abbonamanto e sono andato in via Fiocchetto. Vidi cartelli con la scritta "Titoli di Viaggio" e pensai che l'abbonamento lo fosse (a cosa serve se non a viaggiare?) Invece poco prima vidi un piccolo capanello (2 o 3) persone ferme davanti ad un altro sportello e chiesi se erano in attesa di farsi rinnovare l'abbonamento. Alla risposta "Sì" capii che l'ufficio era quello, ma un cartello costava tanto? 
3.2) Peggio, uscendo vidi quell'assurda immagine accanto e per fotografarla mi spostai in una posizione migliore. Fui redarguito da un tizio, evidentemente GTT ma il cafone non si qualificò e non avevo  tempo/voglia di litigare, che "Ma non sa che non si può andare lì? " "No, non lo so?" "Ma non ha visto  il cartello?" "No, non c'era nessun cartello". Me lo fece vedere. Dai tempi di Napoleone, in tutte le nazioni da lui conquistate, i cartelli relativi ad un percorso sono o direttamente davanti o alla destra del camminamento, quel cartello invece era invisibile da chi volesse  fare il percorso che avevo fatto io, mentre creava un grosso dubbio perchè significava (secondo la logica ergonomica successiva alla battaglia di Marengo) che era vietato salire l'unica scala che permetteva di uscire dal portone di via Fiocchetto. Qui non è solo mancanza di UX, ma proprio di buon senso. 

mercoledì 8 gennaio 2014

Project Manager senza saperlo : Papa Francesco

Ho affrontato la lettura dell' Evangelii Gaudium, devo ammettere, più che per zelo religioso, perchè incuriosito dalle polemiche sorte negli USA sulla frase in cui il Papa afferma che la teoria delle "ricaduta favorevole" non è supportata da sufficienti esempi concreti.
Oggi ho visto questo bellissimo articolo che secondo me andrebbe letto e meditato, anche dai soci della CdO, che pure fanno riferimento al giornale on-line su cui è stato pubblicato.
Confortato da questo articolo vorrei commentare, anzichè il punto 54 che a causato tante polemiche, al punto 82 in cui mi sembra veramente delle lesson learned in un progetto.
(Domanda teorica: Possiamo paragonare l'annuncio del vangelo ad un progetto? Secondo il significato comune del termine, cioè un qualcosa di  pensato a tavolino e poi realizzato seguendo precise procedure, NO, ma nel senso della definizione del PMBOK, cioè "unico" e "definito nel tempo" ... be' pare di sì, ma non mi dilungo su questo.)
Il punto 82 parla di "doveri" che stancano più di quanto sia ragionevole ... "non si tratta di una fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta ed in definitiva non accettata" Ma chi un un progetto, magari in 730§351, non si è trovato in queste condizioni?
Il Papa analizza: alcuni vi cadono perchè :
- portano avanti progetti irrealizzabili (ricordano i sacri testi del PM che un obiettivo deve essere S.M.A.R.T.)
- non accettano la difficile evoluzione dei processi (vedi accettare il cambiamento dell'agile manifesto) e vogliono che tutto cada dal cielo (immagino che i progetti vengano eseguiti così come pensati, senza modifiche in corso d'opera)
- si attaccano ad alcuni progetti o "sogni" coltivati nella loro vanità.
- hanno perso il contatto con la gente (il PMBOK 5 dedica una parte alla gestione degli stakeholder!)
- non sanno aspettare e vogliono dominare il ritmo della vita. Sulla formulazione di questa frase forse ci sarebbe da discutere, ma ho presente PM "impazienti" che creano più stress che facilitare il compito di chi deve lavorare.
Be' si potrebbe dare al Papa una certificazione ISIPM-Base Honoris causa?