giovedì 5 settembre 2013

Superstizione: U.S.A.


Torniamo alla mia definizione di superstizione presente in vari post precedenti e potremmo dedurne che gli Stati Uniti d'America oggi sono una superstizione.
Storicamente quando sono nati, erano per tutte le menti libere europee, veramente il faro della libertà.
Immaginiamoci dei popoli soggetti ai privilegi nobiliari, governati da re per diritto divino, vedere uno stato che si fonda su principi di uguaglianza tra tutti i cittadini!
Sono stati geniali i Fondatori a permettere ad ogni cittadino la "riceca della felicità" senza però definire esplicitamente cosa fosse la felicità. Così ognuno poteva decidere la sua felicità, ognuno poteva fermasi al "gradino" preferito della Piramide di Maslow, e poi su quel gradino starci come voleva. Così in America c'era posto per tutti, per il più cinico pragmatismo affaristico come per le utopie mistiche più strampalate, e molto spesso questi elementi si manifestavano insieme negli stessi soggetti.
Negli anni della guerra fredda, gli USA  hanno veramente rappresentato un faro per la libertà nel mondo. Non che la politica estera USA non fosse brutale. Perché se l'URSS invadeva l'Ungheria e la Cecoslovacchia, l'atteggiamento ingerente degli USA in America Latina non era certo innocente.
Ma il potere sovietico aveva pretese totalitarie. Arrivava a vietare i dettagli della vita privata, fino a vietare certe forme di pittura (famosa la mostra di quadri astratti distrutta con i bulldozer), fino alla musica dei PPU, per non parlare della letteratura, religione etc.
Invece negli USA c'era posto per Pete Seeger come per Sinatra, per gli scienziati della corsa nello spazio  come per Kerouac e Allen Ginsberg, per Wall Street e per le comuni alternative.... e ogni italiano si sognava la sua america. I miei genitori (negli anni '50) erano colpiti da vedere, attraverso certi film, la gente "normale" americana con frigo auto e tv in casa. Per me, da ragazzo l'America erano i folk singers, ma soprattutto Malvern PA, la città con 2000 abitanti e  luoghi di culto per 8 confessioni religiose diverse.
Andai in America (1984/86) e la mia prima impressione, detta alla telefonata (carissima, allora non c'era skype!)  ai parenti in Italia:
Vista dalla finestra di uno dei residence in cui alloggiavo
"Allora, com'è l'America?"
"Sembra di essere a Carmagola, senza vedere il Monviso!"
In effetti mi diede una impressione di un mondo mostruosamente provinciale.

Ma oggi?
I privilegi nobiliari, formalmente sono stati aboliti, non c'è più il potere sovietico, mentre i diritti di libertà si sono come diluiti, da pochi fondamentali in tanti "dirittini" che spesso cozzano contro altri.
Ho sentito che in USA una fotografa che per convinzioni religiose si è rifiutata di fare il servizio per un matrimonio gay ed è stata condannata da un tribunale statale. Non mi pare fosse l'unica fotografa d'america! Questo è solo un'esempio, stupido ma significativo. Dopo l'11/9 con Bush, pare che le "ragioni di sicurezza" abbiano iniziato a prevalere sulle "ragioni della libertà" Ma con Obama, ci sono fatti ben più gravi di intromissione dello stato in temi che uno stato libero non dovrebbe affrontare.
Dove è finita la mia Malvern se una fotografa non può rinunciare a fare un servizio fotografico, quindi al busines, se questo cozza contro le sue convinzioni religiose (condivisibili o meno)?

Oggi, sulla questione Siria, speriamo tutti che la Russia tenga duro!

Eppure negli USA per un viaggio ci tornerei volentieri
Ma girare per gli USA non sarà come girare per le rovine di ROMA? A Roma vedi i cimeli della grandezza dell'impero e negli USA, guardando quei cieli più larghi che i nostri, quelle strade lunghissime...  vedrei solo più i cimeli della libertà?

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