domenica 6 marzo 2011

La nascita della tecnologia

Avevo in mente di proseguire con i post sugli "agili senza saperlo", ma un fatto molto triste mi  ha costretto ad andare a ripescare dal solito manufatto testuale che non andrà mai alla fine, questo brano.

Delle trasmissioni televisive che guadavo da piccolo, quello che ricordo meglio sono le sigle. C'era un programma per i ragazzi con una sigla che mi pare si intitolasse Archimede Pitagorico. La melodia era simpatica, il ritmo molto frizzante e il testo descriveva tutte le cose eccezionali che Archimede Pitagorico realizzava "...mentre noi stiamo qua, tutto il giorno a ballar".
Era evidente: la tecnologia è una cosa per sfigati. I tecnici al lavoro, da soli; gli altri,"noi" cioè in compagnia, a divertirsi, allegramente.
 
Probabilmente avevo indovinato. Risalgo nella notte dei tempi e in fondo alla valle scorgo un gruppo dei nostri pelosi ciondolanti progenitori. Insieme stan cacciando carni vive: bocche affamate, braccia forti scagliano selci aguzze con furore. Improvvisamente la belva braccata, prima di cedere ha un impeto e colpisce il prode Ühhüö (che nomi strani avevano i nostri progenitori!). Non lo uccide, ma lo rende sciancato. Un cacciatore in meno, una bocca da sfamare in più, la legge di sopravvivenza del clan è ferrea. Ma dallo scimmione emerge quel quid che lo fa balzare di un gradino sulla scala dell'evoluzione. Parla il saggio Höühö.
"Non priviamoci del nostro amico Ühhüö! Pensate: di solito quando noi terminiamo la caccia, tornati al villaggio ci aspetta un altro compito: procurarci le armi per la prossima battuta. Invece da domani questo lavoro lo farà lui per tutti, mentre noi siamo a caccia."
Dovendo preparare non solo un'arma, ma molte ogni giorno e con un giorno di anticipo, Ühhüö perfezionò sempre il suo lavoro ed il prodotto del suo lavoro. Si ebbero così armi migliori. I cacciatori inoltre, svincolati dalla necessità di procurarsi loro stessi le armi, potevano affrontare battute di caccia più lunghe e lontane. Quando nel clan ci si accorse che il giovane Ëühüö era gracile, Ühhüö ormai vecchio, se lo prese con se e gli rivelò i trucchi del mestiere.
Mi piace pensare che questa sia la storia della tecnica. Quando una società per includere degli individui che altrimenti sarebbero reietti, si ristruttura ampliando il campo di interessi, progredisce. Quando si fissa su pochi modelli vincenti ed esclude il diverso, decade. Sparta per migliorare la potenza militare eliminava i ragazzini gracili, ma di potenze militari ne sono passate tante nella storia: dimenticate. Oggi, direttamente o tramite il geometra l'idraulico e lo psicanalista incontriamo ancora Euclide Archimede e Sofocle: greci, ma non Spartani.

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